Ci sono classici del
rock che sono più classici degli altri. Prendete, ad esempio, Johnny B. Goode di
Chuck Berry : per molti critici è considerata la canzone da cui nasce il
rock'n'roll ed è tanto famosa che la conoscono anche i sassi, travertini
compresi. E che dire di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin ? Singolo da oltre un
milione di copie, uno dei riff chitarristici più belli di sempre e canzone
simbolo non solo del gruppo di Plant ma probabilmente dell'intera stagione dell' hard
rock inglese degli anni' 70.
Due canzoni
bellissime, epocali, seminali, amate così tanto da aver ispirato nel
corso degli anni centinaia e centinaia di cover. Peccato che entrambe siano
il frutto di una scopiazzatura che ha pochi precendenti nella storia. Nel 1958,
Chuck Berry, figlio artistico di Muddy Waters e da questi sponsorizzato urbi et
orbi, ha in testa di scrivere una canzone che racconti una storia di povertà,
rock'n'roll e emarginazione. E' la storia del suo amico Johnny Johnson, pianista
con cui, a Saint Louis, Chuck aveva condiviso anni di apprendistato. L'idea c'è, il
testo anche. Manca un titolo, che però potrebbe essere semplicemente Johnny. Poi,
Chuck ripensa alle proprie origini, ad anni passati a sbarcare il
lunario e gli viene in mente la strada di Saint Luis in cui nacque, Goode
Avenue. Johnny Goode era un buon titolo, ma mancava ancora qualcosa : una
scintillante B.in mezzo al nome e al cognome avrebbe dato ritmo all'intera
canzone. Che ebbe effettivamente un successo clamoroso, anche se il riff di
chitarra era ripreso nota per nota da Ain't That Just Like A Woman di Louis
Jordan, uno dei padri fondatori del blues e del jazz. Casualità ? No, plagio, e
pure grosso come una casa. Tuttavia, tra i grandi bluesman del passato era
consetuidine rubarsi vicendevolmente i riff, e la cosa, invece di dar vita a
lunghe beghe giudiziarie, era considerata un vanto per l'artista copiato, che
acquisiva così una splendida aurea di autorevolezza. Non fu invece dello stesso avviso
Johnny Johnson che, nel 1991, intentò vanamente una causa nei confronti di
Berry, complice di non averlo mai ripagato adeguatamente per l'aiuto e
l'ispirazione dati nella composizione di molti successi ( tra i quali,
ovviamente, Johnny B. Goode ).
In fatto di saccheggi di musica altrui, Page e
Plant non furono da meno di Berry. Nel 1969, Whole Lotta Love apre a bomba Led
Zeppelin II : parte il riff di chitarra e il mondo del rock si ferma. E' la
canzone della svolta, quella dell'eterna consacrazione. Tutti in ginocchio
a onorare la premiata ditta del dirigibile, che da lì in avanti farà scintille,
rilasciando in pochi anni un pugno di album epocali. Peccato che quel riff, tanto bello quanto
memorabile, altro non è che un tarocco, perchè riprende pedissequamente quello
di You Need Love ( 1962 ) di Muddy Waters, a sua volta preso in
prestito da Willie Dixon, autore originale del brano. C'è altro ? Si. Ascoltate
il fraseggio del cantato di Plant e poi mettetelo a confronto con quello di
Steve Marriott degli Small Faces in You Need Loving ( 1966 ). Sono tanto simili da ingenerare imbarazzo. Whole Lotta Love fu in seguito oggetto di una disputa legale
sui diritti d'autore, riguardo alla quale Robert Plant ebbe a dichiarare :"Il riff di Page era il riff di Page. Era lì
prima di qualunque altra cosa. Ho solo pensato "Beh, e adesso che faccio?" È
stato un colpo di fortuna. Adesso ripagato profumatamente. All'epoca ci furono
molte discussioni sul da farsi. Alla fine decidemmo che si trattava di
un'influenza così vaga e remota nel tempo (erano già passati 7 anni) che
beh,
ti pizzicano solo quando hai successo. Funziona così". Difficile dare torto
al cantante degli Zep, anche perchè, nel caso di specie, il plagio c'è ma può
tranquillamente definirsi un colpo di genio.Oppure una botta di culo, una di
quelle, che cambiano il corso della storia. Il confine è
sottile.
Blackswan, giovedì 23/08/2012
Non ho parole ...che dire di più in questo straordinario pezzo del nostro Black? Leggere , apprezzare, e ammutolirsi. Una piccola precisazione ,l'esosità di Plant è risaputa...Uno che all'ultimo concerto dei Led scappa con la cassa , è già etichettato...Chapeau , darling....
RispondiEliminaCome dire, il plagio c'è e si vede (sente).
RispondiEliminaMi sembra che nel repertorio di Berry ci sia almeno un altro pezzo con il riff mooolto simile a quello di Johnny B. Goode se non ricordo male.
Come ben detto da Blackswan il blues è costruito sulle frasi degli altri (diciamo poi che, negli arrangiamenti ruspanti di quegli anni era anche facile che quelle 5 note della scala potessero, talvolta, ripresentarsi proprio uguali). Pensa che perfino il mio maestro di chitarra mi diceva: "ogni bravo bluesman o jazzman ha una rubrica con le frasi degli altri. A furia di farle le modifichi un po', diventano tue, tanto che non ti sembra neppure che assomiglino alle originali". Invece assomigliano, eccome. Ci si augura che gli artisti abbiano almeno l'onestà intellettuale di dire:"scusate, non l'ho fatto apposta".
RispondiEliminaIo appartengo alla scuola del "fatti, non parole" : non vorrei sentir chiedere scusa ma riconoscere (magari anche in royalties) di aver "tratto libera ispirazione" citando ovviamente l'artista copiato....ok, detto cio' me ne torno su Marte...
EliminaGlisso sui LZ ma, la mia cultura da Settimanaenigmistica mi aveva gia' fatto incontrare, piu' volte, sulla via del plagio, il buon Chuck.
..ovviamente ignoravo tutto... dimmi quel che vuoi, ma i Led, con la loro Whole Lotta Love, plagio o tarocco che sia, sono i numeri 1! Amo questa canzone !
RispondiEliminaMi scombussola tutta quanta :)
@ Nella : a Plant si può perdonare questo e altro :)
RispondiElimina@ La Firma Cangiante : ho come l'impressione che il repertorio di berry sia zeppo di riff molto simili a qualcosa d'altro :)
@ El Gae : di questi tempi al " scusate non l'ho fatto apposta " si è sostituito il " a mia insaputa " che vale per ogni ramo : dalla musica alla politica :)
@ Mary : gli Zep piacciono molto anche a me.Ma un plagio resta un plagio. Quando ascolto You Need Loving degli Small Faces ( grandissimo gruppo, peraltro ) mi inquieto non poco.E' uguale.
@ Iriverent :come si sta su Marte ? C'è un pò di fresco almeno lì ? :) Il glissando sugli Zep è dovuto ad amore o odio ?
@Blackswan. Mentalmente su Marte, fisicamente in vacanza. Caldo anche qui, con la differenza che a Milano, cercare refrigerio nella Martesana garantirebbe leptospirosi...qui mi butto in acque simil caraibiche ;-)
EliminaNella battaglia fra Rockers e Mods io sto con i Mods. Adoro Small Faces ( li ho scaricati anche sull' mp3 della piccola belva da madre premuosa e attenta all'educazione musicale della figlia).
Ascolto da sempre LZ ma, onestamente li ho sempre condiderati dei "furbetti". Ecco qua.
Vado forse controcorrente dicendo che io sono favorevole al plagio. Assolutamente. Non c'è grande opera che non sia stata ispirata in qualche modo da qualcos'altro. Non solo in musica, ma anche in letteratura, matematica, filosofia. Ma rimaniamo in tema. Il pezzo di Muddy Waters posso ascoltarlo mille volte ma passa come acqua fresca (con tutto il rispetto), Whole Lotta Love basta sentirlo una volta e non te lo scordi più per tutta la vita. Vogliamo fare a meno di Whole Lotta Love? Non se ne parla nemmeno. La canzone dell'amore perduto di De Andrè è papale papale l'adagio di un concerto per tromba di Telemann. E allora? La differenza sta nel fatto che Telemann non pretende risarcimenti. Perché gira e gira, sempre di soldi si va a parlare.
RispondiEliminaViva il plagio, dunque. Vero è, come dice Irriverent, che sarebbe carino dichiarare d'essersi ispirati a questo o a quello. De Andrè l'ha fatto. Ma forse per il fatto che non gli costava niente. Se non avessero rischiato di dover versare qualche sterlina, forse anche i LZ avrebbero messo le carte sul tavolo. Una ragione in più per liberalizzare il plagio, dunque.
Così se mi ispiro a te, e lo dichiaro, ti faccio anche pubblicità e ci guadagnamo in due.
Non sarebbe bello?
E si eviterebbero anche plagi da quattro soldi, quelli in cui sarebbe stato meglio non aver plagiato. E ce ne sono tanti.
Buona serata! :-)
Mamma mia, di storia della musica non so proprio niente, che vergogna! Che vergogna più che altro perché sono pezzi che conosco benissimo...no comment, torno al posto senza voto (inqualificabile!) e invece tu ti meriti un bel 10, come sempre negli ultimi tempi :)
RispondiEliminaCiò che conta ai fini dell'originalità di una canzone è la linea melodica: Johnny B. Goode in questo lo è senza ombra di dubbio. E se qualcuno si prende la briga di andare ad ascoltare le differenze tra l'intro del brano di Jordan e quello di Berry si accorgerà con le proprie orecchie quanto quest'ultimo fosse diverso ed innovativo, suonando alle orecchie dei ragazzi degli anni '50 probabilmente allo stesso modo in cui la chitarra di Hendrix suonò a quelle dei ragazzi di fine anni '60: rivoluzionario. Quanto a Johnnie Johnson, il grande pianista non scrisse mai un brano che abbia lasciato il segno rivelandosi per quello che era: un grandissimo side-man ma non certo un autore. Saluti. Gionni Trigud
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