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domenica 24 febbraio 2013

COVERLAND



NICK CAVETHE MERCY SEATJOHNNY CASH

Quando nel 1988 entra in studio per registrare Tender Prey, Nick Cave sta camminando sull’orlo del precipizio: sarebbe sufficiente un soffio di vento per farlo precipitare nell’abisso. Il male oscuro del rocker australiano si chiama eroina. Fin dai tempi dei Birthday Party, ne assume in continuazione e in quantitavi industriali. Non è l’artista a pagarne le conseguenze ( Cave rilascia un disco più bello dell’altro) ma l’uomo, che è diventato irrazionale, violento, sempre più succube dei propri fantasmi. Quando manca un mese all’uscita del disco, Cave viene arrestato per possesso di eroina (884 grammi!) e condannato a diciotto mesi di reclusione, poi commutati in un periodo di disintossicazione forzata. Sono giorni travagliati e dolorosi, giorni di lacrime e sangue, in cui il cantante combatte una battaglia impari contro l’astinenza e il male di vivere. Ne riemergerà vincitore, raccontando la propria rinascita ( New Morning) e il proprio travaglio interiore nelle dieci canzoni che compongono Tender Prey. Non semplicemente un disco, ma il disco : il percorso dalla tenebra alla luce, da “un letto di malato e insonne”(Garcia Lorca) fino alla speranza della guarigione e della resurrezione. Il sacro e il profano, il divino e il blasfemo, il diavolo che morde forte alla gola con le lusinghe dell’eroina, il giogo dal quale è impossibile liberarsi se non attraverso la misericordia di Dio. The Mercy Seat, il blaterare confuso di un condannato a morte che prende coscienza, nota dopo nota, dei propri peccati, è l’emblema di questa lotta fra il bene e il male (“La mia mano assassina si chiama M.A.L.E. Porta una fascia nuziale che è B.E.N.E. Sono i ceppi dell'eterna sofferenza Che incatenano tutto quel sangue ribelle”). La Sedia Della Pietà rappresenta i due volti della giustizia: quella umana, la sedia elettrica, che elimina fisicamente il criminale in funzione retributiva verso le vittime (“E il trono di misericordia attende/ E credo che la mia testa bruci /E in un certo senso ho una gran voglia/ Di farla finita con questa prova della verità/ Vita per vita/ Verità per verità”), e quella divina, il trono di Dio, che attende l’uomo e forse saprà perdonare (“Nei cieli il Suo trono è fatto d'oro/ E l'arca del Suo testamento è ben custodita/Da quel trono, mi è stato detto/Discende tutta la storia/Quaggiù ci sono soltanto legno e cavi/E il mio corpo va a fuoco/E Dio non è mai lontano”).






Il peccatore Cave, orgogliosamente consapevole e sicuro di inizio canzone (“Occhio per occhio/Dente per dente/E comunque ho detto la verità/E non ho paura di morire”), crolla progressivamente innanzi al tormento del dubbio (“E in certo senso contribuisco/A farla finita con questa distorsione della verità/Menzogna per menzogna/Verità per verità”), fino all’agghiacciante resipiscenza finale ( “Occhio per occhio/Dente per dente/E comunque ho detto la verità/Ma ho paura di avere mentito”).
La canzone venne reinterpretata nel 2000 da Johnny Cash e la cover si trova nell’album “American III: Solitary Man”. Il vecchio Cash, ormai al limitare della propria esistenza (morirà tre anni dopo al Baptist Hospital di Nashville), mette a fuoco la melodia carezzandola di intimismo e trasforma The Mercy Seat in una struggente litania del perdono e in una malinconica riflessione sulla vita e sulla morte. 










Blackswan, domenica 23/02/2013

4 commenti:

  1. Beh, ma i geni che sono anche bravi ragazzi lasciano sempre un po' il dubbio sulle loro reali qualità, per non parlare del fascino. Se esistono geni che sono bravi ragazzi..
    Non conoscevo la canzone né l'album, e mi piacciono entrambe le versioni, entrambe le voci. Una però, inevitabilmente, più dell'altra :)

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  2. Fai bene ha pensare alla musica, in politica gli italioti preferiscono in politica uomini come Berlusconi, Bersani e quell'instabile di Grillo che gente che vuole davvero il bene del popolo italiano come Rifondazione e Antonio Ingroia. ORMAI LA SINISTRA ITALIANA NON ESISTE PIU'. E MORTA CON BERLINGUER PURTROPPO. Non ci si può far più niente... Comunque sempre fedeli agli ideali della Rivoluzione.

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  3. Due belle interpretazioni di questo ottimo brano.
    L'originale molto più cruda e realistica, quella di Cash più intimista, come hai scritto.
    Cash l'ha interpretata in un momento della sua vita dove certe sensazioni erano solo un ricordo e quindi ha interpretato con la pacatezza, anche se il ricordo dello smarrimento rimane ben presente in lui.

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