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lunedì 26 gennaio 2015

IL MEGLIO DEL PEGGIO




Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo

Strano Paese, il nostro. Un giovanotto rampante, divenuto Premier per volere di un Re, in tempi non sospetti, arringava le folle invocando il cambiamento. "Ai teorici dell'inciucio, diciamo: vi è andata male", si vantava. "Penso che dopo 18 anni, abbiamo il diritto di parlare di altro. Non si può parlare di futuro con i protagonisti del passato". Così, il Matteo nazionale fece breccia nel cuore di tanti italiani delusi e rassegnati. Correva l'anno 2014 e iniziava l'ascesa di questo giovane virgulto della politica italiana, strappato al desco di Firenze per occupare quello romano di Palazzo Chigi. Vincente nei sondaggi, idolatrato dalla intellighenzia e da Confindustria, ha sbancato per consensi persino tra mamme, nonne e zie. Pure i mass media sono stati sedotti dal fascino di questo bambino prodigio. Dai programmi televisivi, passando per le testate giornalistiche, non c'è stato un solo telegiornale o talk show che non abbia fatto di tutto per accaparrarsi la presenza del giovin Matteo. Con buona pace della par condicio di berlusconiana memoria. E lui, con quella faccia un po' così, ha dispensato per il Rinascimento italiano ricette infarcite di citazioni a volte "colte", a volte pop. Un maitre a penser de' noantri, scomodando Robert Frost, Jovanotti e persino Gigliola Cinquetti.
Renzi l'innovatore, quello delle quote rosa, quello che si faceva le docce gelate per la raccolta fondi in favore dei malati di Sla, quello che riformava la scuola, il lavoro, la pubblica amministrazione, la giustizia. Quello che mangiava il gelato alla faccia dell'Economist, quello dei tweet con la gente comune e con le Barbara D'Urso. Quello che gigioneggiava da Amici, al fianco di Maria De Filippi. Quello che disse che per Berlusconi era game over. La gente lo guardava come l'uomo della Provvidenza, il salvatore della patria."E' giovane, avanti i giovani!", si sentiva spesso dire, come se gioventù facesse rima con rinnovamento.
La verità si è rivelata tutt'altra cosa. Si danno le "manine" agli evasori, si usano i voli di stato per andare in vacanza, si stringono patti d'acciaio con i condannati, si emarginano le minoranze intellettualmente oneste e si predilige il dialogo con individui eticamente compromessi. Si dà il benservito ai Cofferati che non sanno perdere. Si tira a campare, si getta fumo con annunci di sfracelli, salvo poi ridimensionare i toni facendo ricorso alla prudenziale locuzione "passodopopasso". Quel tanto strombazzato cambio di verso si è sciolto come neve al sole. Nulla di vero, a parte la conservazione di prebende, impunità e poltrone. 
L'altro Matteo (Salvini) affila le unghie sfruttando lo smarrimento dei renziani delusi e l'inconcludenza grillina. Il Trota e le lauree albanesi, i Belsito e i diamanti, sono solo un lontano ricordo. La gente pare aver dimenticato tutto.
Ora, il dibattito politico si concentra sulla nomina del nuovo inquilino del Quirinale. Condivisione sul nome del candidato (e non sulla statura morale della persona), è la parola d'ordine. L'inciucio è nuovamente servito. Tutto il resto può attendere. 

Antonio Razzi (FI): "Berlusconi è il solo genio che abbiamo in questo momento sulla terra. Se mi chiede di votare Totò Riina, lo voto. Io sono fedele".

Maurizio Gasparri, in un tweet, a proposito delle due cooperanti italiane: "Vanessa e Greta, sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo!".

Luca Zaia (Lega Nord): "In Italia, si introduca una norma per cui chi si mette nei guai, si arrangi a tirarsi fuori. Quindi, nei confronti di queste ragazze si faccia una confisca a vita fino a che si raccoglieranno 12 milioni di euro".

Mario Adinolfi (ex deputato PD): "La moglie sottomessa cristiana è la pietra fondante, la pietra su cui si edifica la famiglia".  

Pippo Civati (PD): "I miei genitori e la mia fidanzata vogliono che io esca dal PD, ma io resisto".

Cleopatra, lunedì 26/01/2015

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