Quale che sia il vostro genere musicale di
riferimento, Behind The Music è un
disco che non può mancare sul vostro stereo come in quello di chi non si
accontenta del convento Virgin Radio. Basterebbe Sister Surround, seconda traccia in scaletta, per erigere un
monumento ai Soundtrack Of Our Lives. Una perla Neo-Psichedelica della quale
non si potrà più fare a meno. E’ il classico brano che giustifica le carriere o
le salva dall’oblio. Una di quelle canzoni che le band di pischelli cercano di
comporre nello scantinato di nonna e quando la trovano ecco che la magia del Rock
viene reiterata una volta di più. Attenzione, di brani come questo, i TSOOL ne
hanno composto in grande abbondanza. Ecco perché ritengo che la band di Göteborg
sia una delle più incredibilmente sottovalutate della storia recente.
Behind The
Music avrebbe dovuto essere l’album dello sdoganamento, della consacrazione
anche, per così dire, commerciale. Dopo il grande riscontro in Svezia, la
Universal intuendone le potenzialità, lo distribuì per mezzo mondo. Modesta la
promozione, modesti i risultati. Ok, nel 2003 Ebbot Lundberg (vc), Ian Person (ch), Mattias Bärjed (ch), Martin Hederos (ts), Kalle
Gustafsson Jerneholm (bs), Fredrik Sandsten (dr),
ebbero il classico quarto d’ora di celebrità alla Warhol. Candidatura ai Grammy
nella categoria Best Alternative Music (la medaglietta andò ai Coldplay). In
seguito, niente di più.
L’album uscì lo stesso anno di White Blood Cells dei White Stripes e degli esordi di Black Rebel
Motorcycle Club e Strokes. Sono questi gli artisti che domineranno la scena
Rock del 2001. Copertine sui tabloid che contano, successo di vendite, critica
entusiasta. Indie e Alternative escono finalmente dalle loro camerette, spesso disadorne,
per ritrovare il pubblico affamato di chitarre chiassose ed espliciti
riferimenti al glorioso passato. Tornano di moda, una volta di più, Velvet
Underground, Television, T-Rex, Jesus & Mary Chain, il Blues e il Punk. Terreno
quindi fertilissimo per una nuova e auspicata ondata elettrica. Ma, come ho già
accennato, non fu così per i TSOOL. Rimarranno inspiegabilmente e per tutta la
loro storia, che si concluderà nel 2012 con Throw It To The Universe, un
privilegio per pochi. Una delle più importanti band degli ultimi due decenni
relegata al solito ruolo di culto.
Ma veniamo al disco. Il titolo è di per sé
programmatico, Infra Riot il brano
perfetto per introdurlo. Una Pop song, accattivante e solare nel suo incedere
orientaleggiante, perfetta per qualsivoglia juke-box temporale. Da subito il
sorriso s’impadronisce dei visi, passa qualche secondo e parte Sister Surround della quale abbiamo già
raccontato le meraviglie. E’ fatta, la cotta per i TSOOL non passerà mai più. Se
questi due brani iniziali valgono da soli il prezzo del biglietto da qui in poi,
ci viene regalato, tutto il caleidoscopio sonoro della band. Tutto il manuale. Super
Furry Animals, Gomez, Bevis Frond, le note a margine. Stones, Love, Open Mind,
quelle a piè pagina. Ai momenti più cupi rappresentati da Broken Imaginary Time (non sarebbe dispiaciuta al Robert Wyatt di Shleep e dei lavori più recenti), Tonight e In Your Veins (brividi per voce, piano e grande orchestrazione), si
alternano pezzi incalzanti come 21st
Century Rip Off, Independent Luxury,
The Flood. Difficile comunque escludere
brani da non mandare a memoria. Riascoltato oggi, Behind The Music, restituisce intatta la sensazione di abbagliante splendore
che ci catturò, nel 2001, alla sua uscita. Caratteristica, quest’ultima, che
contraddistingue i capolavori d’ogni epoca.
Se vi è piaciuto o vi piacerà questo fantastico disco
non disdegnate gli Union Carbide Productions, primissima band di Lundberg e
compagni, quattro album di Grande Rock. Le prove generali per lo spettacolo
Soundtrack Of Our Lives. Come dice il mio farmacista: se non ti fa bene neanche
questo, rassegnati!
Porter Stout, martedì 23/02/2016
Mea culpa, mea culpa, non mi fermo mai a commentare per non lasciare il mio solito commento idiota sulla mia ignoranza musicale. Ma poi rifletto sul fatto che io, si sono ignorante, ma tu... tu sei troppo avanti :)
RispondiEliminaUn carissimo saluto.
Francesca
Ehi Francesca, lascia perdere le mie stronzate :) Se ti interessa il genere, il disco è davvero bello.
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