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lunedì 30 maggio 2016

NO SINNER - OLD HABITS DIE HARD



Tra le numerose giovani band che si cimentano nell'arduo compito di replicare il suono vintage anni '70, senza passare per revisionisti del copia incolla, possiamo annoverare i canadesi No Sinner, una delle band più interessanti ascoltate nell'ultimo periodo. Originari di Vancouver, un full lenght all'attivo (Boo Hoo Hoo), datato 2012 e pubblicato, prima dalla piccola etichetta locale, la First Love Records, poi dalla Provogue, che lo distribuisce anche negli Stati Uniti, i No Sinner sono capitanati dalla ventottenne Colleen Rennison, una che prima di calcare i palchi dei festival rock si è costruita una discreta carriera come attrice, sia cinematografica che televisiva (a qualcuno di voi tornerà in mente la conturbante Juliette Lewis). Questo nuovo Old Habits Die Hard conferma quanto di buono già avevamo ascoltato nel loro lavoro d'esordio: un hard rock di derivazione zeppeliniana, ma molto meno scontato di quanto si potrebbe pensare, grazie a qualche intuizione compositiva che spesso porta la band verso territori più marcatamente blues. Niente di nuovo sul fronte occidentale, visto che siamo decisamente in un datato clima seventies; tuttavia, il disco si dimostra vario, nel suo alternarsi fra brani energici e appassionate ballate e, soprattutto, è suonato molto bene. Gran parte del merito va ovviamente alla Rennison, ragazza dalla grande presenza scenica e dalla splendida voce. Un personaggio davvero istrionico, per la quale la stampa specializzata ha già speso fiumi d'inchiostro, paragonando la giovane cantante canadese alla leggendaria icona di Janis Joplin. Il paragone ci sta solo in parte e francamente lascia il tempo che trova; ciò che, invece, piace nella Rennison è, a prescindere da ogni accostamento, la potenza dell'estensione e la capacità di modulare perfettamente il proprio timbro al mood del brano interpretato: caldo e sensuale nei momenti più morbidi, graffiante e incisiva quando si alza il tiro. Da segnalare la classicissima Hollow, ballata bluesy da ascolto compulsivo, il travolgente sleaze rock di Saturday Night e il sinuoso singolo All Woman, che possiede anche un discreto appeal radiofonico. Da ascoltare ad alto volume, Old Habits Die Hard è, in definitiva, un buon disco di classic rock, che entrerà sicuramente nelle grazie dei tanti nostalgici degli anni '70.

VOTO: 6,5





Blackswan, lunedì 30/05/2016

2 commenti:

  1. E anche a sto giro ci troviamo d'accordo. Anzi ci leggiamo nella mente :D
    L'album è comparso stamattina nella Discovery Weekly di Spotify. Notevole, appena terminato l'ascolto e compare il vs articolo. Top.
    Dunque, mi piacerebbe un vostro parere sull'ultimo dei Thrice invece, forse più tosto rispetto ai generi che di solito recensite, ma magari vi garba.
    Al prossimo disco :)

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  2. @ Contz: l'ultimo dei Thrice è in ascolto proprio in questi giorni e mi sta piacendo molto. A breve la recensione. Buona serata :)

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