Presi
singolarmente Les Claypool e Sean Lennon non hanno certo bisogno di
grandi presentazioni. Il primo, ha attraversato due decenni alla guida
dei Primus, proponendo una miscela sperimentale e azzardatissima di
rock, funk e hardcore; il secondo, come è intuibile dal cognome, è il
figlio di John e di Yoko Ono, e ha alle spalle un pugno di album segnati
in modo evidente dai cromosomi di papà, da cui ha preso il timbro
vocale e il gusto per la melodia.
Insieme,
invece, rappresentano più o meno una novità, visto che hanno iniziato
quasi per caso nel 2016, pubblicando un primo album sotto l’egida
Claypool Lennon Delirium, che molti avevano ritenuto una bizzarria
estemporanea senza alcun futuro. Invece, Monolith Of Phobos
(questo il titolo del loro primo disco) ha funzionato così bene che il
carrozzone si è rimesso in marcia, regalando ai fan un secondo,
splendido lavoro.
Spiegare cosa contenga South Of Reality
non è compito semplice: ci sono le esperienze di entrambi, ovviamente,
c’è il nume tutelare Zappa, ci sono i Beatles più psichedelici, c’è una
musica ricca di sperimentazione e intuizioni, suonata magistralmente
(Les Claypool è senza ombra di dubbio uno dei più grandi bassisti rock, a
cui bastano poche note per definire uno stile) e, particolare non di
poco conto, irresistibili melodie di derivazione lennoniana, che rendono
l’ascolto piacevolissimo anche a orecchie non particolarmente allenate.
Rispetto
al primo disco, le canzoni sono più lunghe e meglio definite nei
dettagli, ma concettualmente i contenuti sono i medesimi, come evidente
dallo straniante opener Little Fishes, costruita sul basso
elastico e potentissimo di Claypool (Mamma mia che suono!), che
funkeggia sulle aperture melodiche e sognanti di Sean. Tutte le canzoni
sono firmate da entrambi, ma appare chiarissimo chi ha avuto maggior
influenza nella costruzione dei singoli brani: Boriska, ad
esempio, risente maggiormente dell’influenza di Lennon e nonostante
l’architettura ardita del pezzo, è una melodia di chiara matrice
beatlesiana a fare la parte del leone, mentre Easily Charmed By Fools
spinge potentissima su un groove funky (e una chitarra acidissima) che
richiama alla mente l’approccio surreale e ironico alla composizione che
ha sempre segnato la produzione Primus.
Ogni
strumento è suonato dal duo, che ha curato anche la produzione del
disco, lavorando di cesello sui suoni e arricchendo i brani con sovra
incisioni e tocchi bizzarri che trasformano ogni singola canzone in una
cornucopia di sorprese da scoprire ascolto dopo ascolto (consiglio
l’utilizzo delle cuffie per una resa massimale).
Nove canzoni bellissime, seducenti e complesse, che trovano il loro zenith nella splendida Blood And Rockets, nipotina di A Day In The Life, che suona esattamente come suonerebbero oggi i Beatles di Sgt. Pepper.
Quindi,
non drogatevi, non serve. Per viaggiare e viaggiare benissimo
ascoltatevi Claypool e Lennon: a sud della realtà il delirio è
garantito.
VOTO: 8
Blackswan, martedì 23/04/2019
come diceva il grandissimo fantozzi a proposito della famosa corazzata...questo disco è una ....ta pazzesca
RispondiEliminaPsichedelici ed esoterici.
RispondiEliminaPresentissima l'immagine di Aleister Crowley, che c'era anche sulla copertina di Sgt. Pepper.
Interessante.