Recensire Mint Condition,
terzo lavoro a firma Caroline Spence, giovane songwriter di stanza a
Nashville, potrebbe sembrare la cosa più semplice del mondo, tanto sono
dirette e sincere le undici canzoni che compongono il disco. In realtà,
c’è invece molto da dire su questi brani, le cui perfette melodie
entrano nel sangue alla velocità della luce, facendo circolare, dalla
testa al cuore, emozioni vere e una musica dalle radici evidenti, ma
collocata a mezz’aria in una dimensione di atemporale bellezza.
Caroline
Spence è un talento puro, una cantautrice nel senso stretto della
parola, che cura, con attenzione, tanto la musica quanto i testi,
entrambi componenti essenziali della sua musica. L’equilibrio perfetto
di ogni singolo brano, la ricerca della melodia in purezza, gli
arrangiamenti discreti e minimali, eppure tutti decisivi, e le liriche
pervase da un ingenuo romanticismo e da uno spleen contemplativo,
producono come risultato un pugno di canzoni più adulte della giovane
età di chi le ha scritte.Canzoni, che la Spence addomestica grazie a un
soprano dolcissimo, all’apparenza delicato ed esile, ma che alla resa
dei conti suona potente per estensione e incisivo per espressività.
Mint Condition è il seguito ideale dello splendido, Spades & Roses
(2017), ma rispetto al precedente, come avviene in ogni processo di
crescita, c’è una maggiore consapevolezza delle proprie indubbie doti e
un più articolato lavoro in fase di produzione, curata con efficace
eleganza dal polistrumentista Dan Knobler (Lake Street Drive, Erin Rae,
etc.).
Il
risultato è una raccolta di canzoni di fattura artigianale, intime e
introspettive, ma capaci di parlare un linguaggio universale che evita
accuratamente ogni sdolcinatezza per arrivare dritto e diretto al
bersaglio. Caroline indaga sui propri sentimenti, scruta all’interno del
proprio cuore che è anche il cuore di ogni donna, e intreccia storie di
amori, spesso tanto dolorosi, da ritenere preferibile la solitudine (“A volte una donna sta da sola, perché trasformeranno la sua gioia in dolore” canta nella lenta, struggente Sometimes A Woman Is An Island).
Ci sono un paio di episodi elettrici in Mint Condition, e nonostante non sia la dimensione preferita dalla Spence, entrambi suonano meravigliosamente, sia l’iniziale What You Don’t Know che l’accattivante Who’s Gonna Make My Mistakes,
che ricorda la Sheryl Crow più ispirata. La maggior parte del disco è
però segnata da ballate che coagulano echi del Tom Petty più morbido
intorno a un melange appassionato di folk, country e pop.
Non
c’è un solo filler in scaletta e ogni canzone è così buona che non
smetteresti mai di ascoltarla. E poi, quella voce, unica, vibrante,
dolcemente malinconica, trova la via del cuore con incredibile facilità,
sia quando canta l’amore per l’amore in Sit Here And Love Me (I don’t need you to solve any problems at all, i just need you to sit here and love me)
sia quando, nella title track, posta a chiusura del disco, celebra una
relazione che dura tutta la vita, commovendo alla lacrime con quel verso
sublime: “some things they last and some things they won’t/ But nothing about you ever gets old”.
Mint Condition
non è solo un disco splendido ed emozionante, ma è un’opera
indispensabile per chi ama il cantautorato femminile proveniente dagli
States, genere di cui, Caroline Spence, non solo incarna con freschezza e
sincera ispirazione il presente, ma, in tutta evidenza, ne traccia
anche la strada per il futuro. Imperdibile.
VOTO: 9
Blackswan, mercoledì 22/05/2019
splendido fantastico meraviglioso bellissimo
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