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venerdì 4 giugno 2021

HE HIT ME (AND IT FELT LIKE A KISS) - THE CRYSTALS (Philles, 1962)

 


Eva Narcissus Boyd, meglio conosciuta come Little Eva, è stata, negli anni ’60, una cantante pop di successo, nota soprattutto per un brano, The Loco – Motion, che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo ascoltato. Una hit da un milione di copie vendute, che nel 1962, arrivò prima in classifica negli Stati Uniti e che nel 1988 tornò nuovamente agli onori delle cronache, grazie all’interpretazione in chiave dance di Kylie Minogue. Per Eva, fu l’inizio di una carriera che durò per tutto il restante decennio, fino a quando, nel 1971, la Boyd si ritirò dalle scene, a soli ventotto anni, senza aver guadagnato, si dice, il becco di un quattrino.

Prima di arrivare al successo, questa giovane cantante di colore, proveniente dalla North Carolina, sbarcò il lunario, facendo i più disparati lavori, tra i quali quello di babysitter a casa della coppia di cantautori Carole King e Gerry Goffin (quelli che, tra l’altro, scrissero per lei The Loco-Motion).

E qui, inizia la nostra storia. Perché Eva, che è una ragazza semplice e solare e si conquista da subito la fiducia e l’affetto delle due stelle del music business, spesso si presenta al lavoro con dei lividi. Alle domande insistenti dei due, Eva ammette candidamente che il suo boyfriend dell’epoca la prende a sberle. La King e Goffin, venuti a conoscenza della cosa, spronano la ragazza (che ai tempi non aveva nemmeno vent’anni) a denunciare il fidanzato alla polizia, ma visto il diniego di Eva, le chiedono come possa sopportare di essere maltrattata in questo modo. Eva li guarda stranita e, come se fosse la cosa più normale del mondo, risponde: “E’ vero mi ha colpito. Ma lui mi picchia solo per dimostrarmi quanto mi ama”.

Dopo l’iniziale sgomento, i due cantautori ripensarono spesso alla risposta della ragazza, finché quella frase, “Mi ha colpito” (He Hit Me), divenne lo spunto per scrivere una canzone. Nasce così He Hit Me (And It Felt Like A Kiss), un brano il cui testo, senza bisogno di essere accanite femministe, oggi come allora, fa letteralmente rabbrividire. Perché quel brano, scritto probabilmente con le migliori intenzioni (la King, dichiarò successivamente, di essere stata anche lei vittima di abusi domestici – ma non da Goffin), diventava, in buona sostanza, una sorta di benedizione a tutti quei vigliacchi che maltrattavano le proprie donne. Il verso centrale, in tal senso, lascia sgomenti: “Mi ha colpito E sembrava un bacio. Mi ha colpito E sapevo che mi amavi. Se non gli importasse di me, Non avrei mai potuto farlo arrabbiare. Ma mi ha colpito Ed ero contenta”. E non ci vuole una sensibilità da poeta per comprendere quanto queste parole, che giustificano un atto ignobile, siano raccapriccianti.

Non solo. Indovinate un po'? A produrre e ad arrangiare la canzone fu Phil Spector, il geniale produttore, che di abusi coniugali e violenza sulle donne non era secondo a nessuno. L’inventore di quello che fu definito “wall of sound”, infatti, oltre che per la propria arte, è passato alla storia anche per i rapporti a dir poco burrascosi con le proprie compagne, culminati, nel febbraio del 2003, con la condanna per l’omicidio dell’attrice Lana Clarkson. Il vertice di un escalation iniziata, però, nel 1968, quando Spector sposò Veronica “Ronnie” Bennett, cantante delle Ronettes, girl group statunitense, divenuto famoso grazie proprio al produttore (ricordate Be My Baby?). Un rapporto, quello tra Ronnie e Phil, caratterizzato dalla gelosia patologica di Spector, il quale costrinse la consorte a vivere reclusa in casa, sottoposta alle sue grottesche bizzarrie (arrivò a chiuderla in un armadio, a nascondere tutte le sue scarpe in modo che non potesse fuggire e addirittura a far costruire una bara d'oro con un coperchio di vetro in cui minacciò di rinchiuderla dopo averla uccisa, nel caso l'avesse lasciato).

Spector, che era un violento narcisista con il vizietto dell’alcol e delle armi da fuoco, aveva tuttavia un talento inarrivabile, capace, negli anni d’oro della sua carriera, di fargli scrivere, arrangiare e produttore un filotto di straordinarie hit. E’ fuori di dubbio che Spector riuscisse a sentire la musica nel profondo, a cogliere l’essenza di una canzone e a cavarne il meglio. Così, affidò He Hit Me alle Crystals, gruppo r’n’b tutto al femminile lanciato dalla sua etichetta, la Philles, e arrangiò il brano come forse nessuno se l’aspettava. Avrebbe potuto giocare con l’ironia, ma non lo fece. Il testo era vergognoso e giustificava la violenza sulle donne. Ecco allora l’intuizione: un basso cupissimo introduce la voce solista (e depressa) di Barbara Alston in una cornice funerea di tamburi e archi taglienti, mentre, in sottofondo, come un coro greco, le altre tre componenti trillano beatamente la loro convinzione che il ragazzo non avesse fatto nulla di male. Tutto inquietante, ambiguo, ma geniale.

Artisticamente ineccepibile, la canzone, però, non ebbe il successo sperato: dopo i primi passaggi in radio, la protesta degli ascoltatori crebbe a dismisura, tanto che il brano lentamente scomparve dall’airplay, per perdersi, giustamente, nell’oblio.

 


 

Blackswan, venerdì 04/06/2021

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