La storia discografica dei losangelini Quiet Riot inizia nel 1978, con due album omonimi, pubblicati a un anno di distanza l’uno dall’altro, che ottennero un ottimo riscontro in Giappone, ma senza una vera e propria hit che permettesse loro di agganciare il mercato statunitense ed europeo. Il successo, quello rotondo e appagante, arrivò solo nel 1983 con la pubblicazione del best seller Metal Health, il primo album heavy metal della storia ad aggiudicarsi la posizione più alta di Billboard, con oltre sei milioni di copie vendute.
Merito dell’exploit è dovuto soprattutto a Cum On Feel The Noize, cover di un grande successo dei britannici Slade, pubblicato dieci anni prima, nel 1973. Un brano glam rock, potente e innodico, dai colori sgargianti e dall’impatto energico devastante, che valse alla band anglosassone la prima piazza delle classifiche inglesi, raggiunta la settimana stessa della pubblicazione (cosa che non succedeva dai tempi, era il 1969, di Get Back dei Beatles).
Dal momento che le grandi canzoni sono in grado di attraversare il tempo senza mai perdere un briciolo della loro originale bellezza, la cover di Cum On Feel The Noize realizzata dai Quiet Riot riuscì a scalare le classifiche americane fino al quinto posto, nonostante i Quiet Riot fecero di tutto per non farla pubblicare.
Già, perché la band capitanata da Kevin DuBrow e Carlos Cavazo, quella canzone, non voleva proprio registrarla. Era stato, infatti, il produttore della band, Spencer Proffer, a spingere affinchè la cover del brano entrasse in scaletta, generando parecchi malumori da parte del gruppo, che voleva registrare solo canzoni originali. La cosa incredibile era che più il produttore insisteva, più i quattro ragazzi cercavano di prendere tempo. Quello gli chiedeva: “Allora, è pronta Cum On Feel The Noize, possiamo registrarla?”, e quelli, di rimando: “Sta venendo una favola, ci siamo quasi, manca davvero poco!”. In realtà, i Quiet Riot stavano cercando di sabotare l’idea di Proffer, sperando che tergiversando, il produttore si sarebbe arreso o dimenticato della canzone.
Alla fine, però, non fu più possibile procrastinare. La band entrò in studio scazzatissima, dicendo all’ingegnere del suono che quella registrazione sarebbe stata solo uno scherzo, nulla che bisognasse davvero prendere sul serio. Insomma, una cosa del tipo: “Registra, che ci facciamo due risate”. Quando il nastro partì, fu il batterista Frankie Banali a iniziare tenendo il ritmo, a cui si unirono il basso e la chitarra, mentre DuBrow se ne stava in disparte a ridacchiare, pensando a un clamoroso disastro. Ma disastro non fu, tanto che Proffer esclamò: “E’ fantastica! Peccato non averla registrata!”. Il nastro della registrazione, invece, c’era, cosa che fece imbestialire DuBrow, che fu quindi costretto a registrarvi sopra le parti vocali.
A prescindere dalla diversità di suono, le due versioni non combaciano completamente: i Quiet Riot, infatti, aggiunsero l’introduzione di batteria, che nell’originale manca, e siccome conoscevano poco il brano, omisero una strofa e un ritornello.
Anni dopo, Frankie Banali, intervistato, riconobbe la lungimiranza di Proffer, ammettendo che il produttore aveva fatto bene a inserire in scaletta quella canzone, che rappresentava la certezza in un songbook ancora tutto da scoprire di una giovane band alle prime arti: “La realtà è che, se non avessimo fatto quella canzone, probabilmente, in questo momento, stareste intervistando il batterista di un'altra band.”
Attenzione: se cercate su internet la canzone con il suo titolo originale, ben difficilmente la troverete. La parola ”cum”, che nel linguaggio comune indica lo sperma, è stata, infatti, sostituita con la più accomodante “come”.
Blackswan, mercoledì 29/06/2022
Du Brow ha una voce molto simile a quella di Noddy Holder, il cantante storico degli Slade. Un'ottima cover, e bravo il produttore ad insistere perchè la facessero. Suggerimento: andatevi a rivedere i vecchi filmati degli Slade perchè oltre ad essere bravi avevano degli outfit incredibili.
RispondiEliminaLa fantasia al potere.
@ Ezzelino: erano davvero fighissimi!
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