Una delle poche certezze acquisite nella mia ormai più che trentennale carrriera di appassionato di musica ( ho avuto un’inizio molto precoce ) è il fatto, a mio avviso incontrovertibile, che gli Smiths siano stati uno dei pochi gruppi della scena musicale inglese ad essere davvero seminali. Ad avere inventato cioè un linguaggio universale ( alcuni altri gruppi hanno fatto cose egregie nel sottobosco indie ) dal quale ha attinto, rielaborandolo, un’intera generazione di musicisti ( si pensi agli Stone Roses o ai Suede, ad esempio ).Non solo gli Smiths aprirono le porte al movimento brit pop ( che trovò qualche anno più tardi il proprio manifesto nel primo e unico lavoro dei La’s ) e diedero visibilità a livello sociale al tema dell’omosessualità e della diversità in genere , ma grazie all’estro di Johnny Marr riportarono al centro della canzone lo strumento chitarra. Non però i riff rabbiosi del punk o gli assoli incendiari degli anni ’70 e nemmeno le contorsioni noise di derivazione garage di Thurston Moore e soci .Nossignore. Le canzoni degli Smiths si sviluppano su un chitarrismo colorato, luccicante, a volte addirittura stralunato, giocato tutto su cascate di morbidi arpeggi che vestono alla perfezione, esaltandone la drammaticità, il canto monocorde e dolente di Morrissey.Di chiara derivazione Byrdsiana, la peculiarità del suono di Marr ( che influenzerà in seguito giovani musicisti come Noel Gallagher, Bernard Butler e John Squire ) è determinata dall’utilizzo di una Rickembacker 300 a dodici corde ( un tempo appertenuta a Pete Townshend ) su cui il chitarrista sfoggia un’invidiabile tecnica, sia col plettro che con le dita. Musicista intuitivo e moderno, Marr, a differenza dell’istrionico Morrissey, amava una posizione defilata ( chi trova un suo primo piano in un video ufficiale vince una birra! ), mettendosi al servizio della canzone piutosto che del proprio ego. Ecco perché durante la sua militanza con gli Smiths si cimenta in solo due assoli ( uno in “ Shoplifters Of The World Unite “ e l’altro in “ Paint a Vulgar Picture “ ) preferendo “marchiare a fuoco “ i brani con una vasta gamma di tecniche diverse che vanno dal glissando scintillante di “ How Soon Is Now ? “, al folgorante riff di “ Bigmouth Stikes Again “ fino al wah wah epocale dell’attacco di “ The Queen Is Dead “.
Blackswan, domenica 30/10/2011
Marr, uno dei miei chitarristi preferiti. Concordo in pieno con quanto scritto nel post.
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RispondiEliminaEclettico e intelligente.
RispondiEliminaIl nostro chitarrista ai tempi andava invece frenato perché gli partiva l'assolo in automatico. :)
Sono stati e rimangono uno dei gruppi che preferisco dal lontano 1984! Gli arpeggi di Johnny Marr e le liriche di Morrissey sono davvero uno stile musicale in grado di fare scuola ancora oggi
RispondiEliminaSono completamente d'accordo con te sugli Smiths
RispondiEliminaMi piace passare da queste parti e leggere di buona musica...Ben raccontata...avevo dimenticato gli Smiths,bel gruppo cavolo!
RispondiEliminaLa mia preferita:
http://youtu.be/gMY4W0l4peY
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RispondiEliminaThis Post Has Opened My Eyes :))
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=Z3bCWRLS6Eo&feature=related
@Overthewall : anche per me Marr è unico e gli Smith continuano ad avere un fascino particolare...
RispondiElimina@ Lucien : non so perchè ma il tuo post mi ha fatto venire in mente il chitarrista interpretato da Jack Black in School Of Rock :)
@ Popale :Concordo.Dei due ho la discografia al completo con gli Smith e post Smiths.Da provare gli electronic di Marr e Sumner.
@ Baol : grazie.Ad ascoltare tanti musica di oggi è inevitale trovare riferimenti agli Smiths
@ Mr. Hyde : ti ringrazio e sappi che ricambio.Quando Morrissey due anni fa venne a suonare a Villa Arconati,praticamente sotto casa mia, fra i pochi pezzi degli Smiths in scaletta c'era proprio Ask.
@ Rouge : :) di This Night has opened my eyes ne fecero una cover eccellente gli At The Drive In.Vale la pena andarla ad ascoltare.
Anche qui c'è grande musica e il mitico Frank, protagonista inarrivabile della mia musica. Ciao Frank.
RispondiEliminaDevo dire che non lo conosco molto. Una buona occasione per documentarsi meglio ^^
RispondiEliminaE.
@ George : Grazie mille :) prevedo scambi proficui in futuro.
RispondiElimina@ Emanuele : gli Smiths meritano davvero.Uno dei pochi gruppi che ha fatto la differenza.
Devo dire, Caro il mio Killer, che sei una fonte inesauribile di conoscenza musicale! Io adoro la musica, ma aimè non sono minimamente ai tuoi livelli, roba da veri intenditori! complimenti, a presto! Stefy
RispondiEliminaTi ringrazio,Stefy,delle belle parole.In realtà,io sono solo un appassionato che ama follemente la musica e si diverte a raccontarla.Ma saperne è un'altra cosa...
RispondiEliminaDirei che come immagine ci sei molto vicino! Azzeccato al 99% :)
RispondiEliminaIl brit pop a cui gli Smiths hanno praticamente dato i natali non mi ha mai davvero conquistato, seppur ne ho ascoltato e ne ascolto ancora moltissimo, però quel che è innegabile è che le melodie e in generale il sound degli Smiths ha giustamente segnato un'intera generazione,se non addirittura 2....
RispondiElimina@ Lucien : Allora il tuo chitarrista mi sarebbe stato molto simpatico:)
RispondiElimina@ Lozirion : Non che straveda per il Brit Pop, ma in realtà la musica degli Smiths è difficilmente catalogabile...