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martedì 22 luglio 2014

CHIUSO PER FERIE


Dopo un anno tiratissimo, mollo il colpo e vado in ferie. A dio piacendo, ci rivedremo ai primi di agosto, più o meno. Buona continuazione a chi resta, buone ferie a chi va.





Blackswan, martedì 22/07/2014

lunedì 21 luglio 2014

MARY GAUTHIER - TROUBLE & LOVE




La vita di Mary Gauthier sembra un romanzo di Dikens, uno sprofondo di disperazione a cui probabilmente anche la fantasia del grande scrittore inglese non sarebbe stata pronta. Abbandonata quando era in fasce dalla madre, Mary viene data in affido a una coppia di origine italiana. A 15 anni, se ne va di casa e comincia a girare gli States alla ricerca della madre. Droga e alcol sono inizialmente la sua consolazione, poi si trasformano in gravissime dipendenze che la costringono a cercare la via della disintossicazione. Dentro e fuori da centri di riabilitazione, Mary si appassiona alla cucina, prende un diploma in arti culinarie e riesce ad aprire un ristorantino Cajun a Boston. Ma l'alcol resta in agguato e nel 1990 viene arrestata per guida in stato di ebbrezza. Altra disintossicazione, e finalmente inizia a scrivere canzoni, a incidere dischi e a suonare in piccoli locali attirando l'attenzione della critica e ottenendo un discreto successo commerciale, tanto che nel 2009 riceve la telefonata della sua madre naturale che vorrebbe rincontrarla. Mary accetta e inizia così un nuovo periodo tormentato, durante il quale partorisce il suo disco più bello e straziante, The Foundling (2010). La musica come lenimento, la musica che esorcizza i fantasmi, la musica che da un motivo e un'opportunità per tirare avanti, nonostante tutto. Oggi, Mary, vive un momento di vita più sereno, ha superato le dipendenze e chiuso i sospesi con il proprio passato. E in qualche modo ciò si riflette nelle canzoni di Trouble & Love, che non possono e non riescono a esprimere allegria, ma suonano decisamente meno tormentate che nei precedenti dischi. C'è semmai una sorta di pacata rassegnazione, di languida malinconia, di dolore trattenuto e rielaborato, che sottende agli otto brani che costituiscono la scaletta dell'album. Otto brani suonati magnificamente, con arrangiamenti sobri e la voce aspra, esile ma egualmente espressiva di Mary. Folk rock da grandi spazi, musica da viaggio, ballate soffuse, calibrate, impreziosite dalla mitica chitarra di Duane Eddy, che regala un solo memorabile in How I Learn To Live Alone (citando peraltro John Denver). Trentasei minuti di emozioni che ricordano da vicino quelle contenute in Southeastern di Jason Isbell dell’anno scorso, di cui Trouble & Love rappresenta evidentemente la versione al femminile. Emozioni che nascono fragili dal lieve cesello di un songwriting ispiratissimo e poi, si gonfiano, dopo pochi ascolti, lasciandoci stupiti e storditi da tanta intensità.

VOTO: 8





Blackswan, lunedì 21/07/2014

sabato 19 luglio 2014

EVA CANTARELLA – PERFINO CATONE SCRIVEVA RICETTE




Come frequentare la cultura dei greci e dei romani, in un'epoca di polverizzate nozioni e di frantumate informazioni? Eva Cantarella, che ha intrapreso da una decina d'anni un'opera di appassionata e intelligente divulgazione, sembra rispondere che la frantumazione non lavora necessariamente contro la conoscenza. E dunque abilmente seziona, isola in micro racconti un mondo altrimenti confinato nei testi accademici: attinge al materiale immenso dei suoi studi e delle sue predilezioni per consegnarci il mosaico della vita degli antichi, con l'intento dichiarato di farceli sentire "nostri contemporanei". Come vivevano, greci e romani, i sentimenti dentro e fuori la famiglia? Com'era organizzato l'istituto famigliare? A quali immagini affidavano la loro identità? La cucina andava di moda a Roma come da noi? Procedendo per segmenti, per narrazioni, aneddoti, considerazioni morali e politiche, Eva Cantarella ci svela i più diversi aspetti della vita pubblica e privata nell'antichità classica: cibo e banchetti, bellezza e cura del corpo, giochi e sport, superstizione e magia, politica e diritto, nascita e morte. Questi frammenti di vita vissuta offrono il ritratto vivo e palpitante di uomini e donne a noi vertiginosamente vicini, i cui sogni, paure, speranze, aspettative, desideri sono spesso gli stessi che attraversano la mente e il cuore di noi che li guardiamo da una distanza di quasi duemila anni.

Eva Cantarella, per chi non lo sapesse, è una delle più autorevoli latiniste e greciste di sempre. Professore Ordinario di Istituzioni di Diritto Romano all’Università Statale di Milano per una ventina d’anni, ha fatto parte della commissione di laurea che secoli fa (mi sono laureato giovane ;)) benedisse il mio corso di studi universitari regalando, è proprio il caso di dirlo, otto punti otto alla mia tesi sulla figura del liberto. E’ chiaro che da quel giorno, per una sorta di riconoscenza e per un’istintiva simpatia verso la persona, non mi sono perso un suo libro (e ne ha scritti circa una ventina, alcuni davvero imperdibili: cito per tutti I Supplizi Capitali In Grecia e a Roma). Non pensiate però che si tratti solo di saggi per addetti ai lavori. Eva Cantarella infatti ha spesso concentrato la propria attenzione su quegli aspetti della storia, della cultura, della vita pubblica e privata di romani e greci, che possono suscitare interesse in tutti coloro che sono semplicemente appassionati di Storia. Scritti in modo semplice e chiarissimo, ricchi di aneddoti o riferimenti mitologici che alleggeriscono la narrazione, questi libri, di cui Persino Catone Scriveva Ricette è un esempio lampante, riescono a trasmettere integro il fascino di un periodo storico lontanissimo da noi eppure, per certi versi, linguistici e culturali, incredibilmente attuale. Nonostante il titolo che ammicca furbescamente al boom mediatico che oggi giorno hanno i programmi di cucina, la parte dedicata alle abitudini culinarie degli antichi è circoscritta solo a qualche pagina. Il libro, infatti, è strutturato in brevi capitoli e agili racconti che toccano argomenti tra i più disparati, dalla sessualità alla cura del corpo, dai supplizi alla morale, restituendoci con vivida intensità personaggi, storie e miti che la nostra memoria ha probabilmente relegato agli anni delle scuole superiori. Ed è proprio questa la grande suggestione di Persino Catone Scriveva Ricette: ritrovarsi d’incanto su banchi del liceo a rivivere quelle suggestioni formative che hanno contribuito a renderci ciò che oggi siamo. Consigliato a coloro che anche sotto l’ombrellone preferiscono portarsi letture di qualità.


Blackswa, sabato 19/07/2014

giovedì 17 luglio 2014

IT’S ALL OVER NOW, MR. TEXAS BLUES







L’ultima volta che assistetti a un concerto di Johnny Winter era il 2010. Salì sul palco sorretto da altri due musicisti e si capiva lontano un miglio che stava male: l’età, una vita esagerata e l’artrite che l’aveva rattrappito come una foglia secca. Eppure, appena iniziò a suonare, ebbi l’impressione che non fosse passato un giorno da quel mitico 17 agosto del 1969, quando la sua chitarra infiammò il cuore dei ragazzi di Woodstock. 
Winter se ne è andato ieri sera, in una stanza d’albergo di Zurigo, dopo un concerto tenutosi a Vienna.  Non smetteva mai di suonare,  fiaccato dalla vita forse, ma gagliardo come un ventenne quando si trattava di sfoderare assoli. Nonostante tutto.
Sparisce così l’ennesimo pezzetto del mio mondo, del nostro mondo, ed è triste ammetterlo ma ormai iniziano a restare solo tanti ricordi e un pugno di belle canzoni. Stasera, ascolterò le tue, Johnny: Second Winter, dall'inizio alla fine, per l’ennesima volta, per ringraziarti di tutto.





Blackswan, giovedì 17/07/2014

mercoledì 16 luglio 2014

UNA VITA FA,CON QUEI FUMETTI LI' DOVE TUTTO E' COMINCIATO (E CHE NON E' MAI FINITO)





L’invito l’ho ricevuto dall’amico FirmaCangiante (ma il tema del post è ideato da Luigi per il suo blog Prima o poi ) e a certi inviti non riesco proprio dire di no. In primo luogo, perché provengono da una persona che stimo e poi perché questo è il genere di argomento nel quale sguazzo come un pazzo.  Spero solo di essere all’altezza del compito e dell’ottimo lavoro messo in piedi da Firma e Luigi. Buona lettura e, spero, ancor miglior condivisione.

Onnivoro di letture da sempre, da piccolo alternavo, con crescente e famelica passione, i grandi romanzi di Emilio Salgari, Dumas e James Fenimore Cooper alla più modesta letteratura fumettara di Tex e Zagor. Tutti albi nazional-popolari, ovviamente, visto che il Paz e i disegnatori migliori per me arriveranno più tardi. Eppure, fatte le debite proporzioni che solo l'età adulta riesce a rendere precise, sono consapevole che alcuni fumetti abbiano inciso sulla mia crescita di uomo tanto quanto imprescindibili libri di formazione. Probabilmente, ci riflettevo proprio oggi, in virtù di quella retorica un pò tranchant dei buoni sentimenti (di cui i fumetti abbondano), che quando sei grande scassa i maroni, ma da ragazzino solidifica non poco il tuo acerbo impianto etico. Onnivoro, dicevo, sia di fumetti spensierati come Topolino, sia di quelli d'azione del grande Bonelli, come il già citato Tex, sia di quelli dal taglio più marcatamente comico e grottesco, come Alan Ford dell'incredibile Magnus, o il semisconosciuto Johnny Logan (una versione ancora più scalcinata del gruppo TNT). Oggi i fumetti sono retrocessi in cantina (dove tuttavia sono conservati con maniacale precisione e immutato affetto) e le librerie di casa traboccano di libri. D'altra parte il tempo della vita è breve e occorre fare delle scelte, anche per quanto riguarda le letture. Ciò nonostante, conservo un numero di albi da far paura, tanto che se li mettessi tutti in fila e ci camminassi sopra, potrei arrivare fino al mio ufficio senza sporcarmi le suole delle scarpe (e vi assicuro che son dei bei chilometri). Ecco alcune delle raccolte a cui sono più affezionato.

KEN PARKER

Se fra tutti dovessi scegliere il personaggio che mi ha appassionato più di ogni altro, allora sceglierei Ken Parker, al secolo altrimenti noto come Lungo Fucile. Nato editorialmente nel 1977 dalla fantasia di Giancarlo Berardi (testi) e Ivo Milazzo (disegni), il volto raffigurato a immagine e somiglianza del Robert Redford di Corvo Rosso Non Avrai il Mio Scalpo (capolavoro di Sidney Pollack datato 1972) , Ken Parker è un eroe (o meglio, antieroe) inconsueto, psicologicamente complesso, lontano anni luce dalla ruvida virilità di personaggi come Tex e Zagor. Antimilitarista, alfiere dei diritti umani, paladino delle cause perse, protettore delle minoranze, Parker abbatte tutti gli stereotipi del genere, dando vita a un personaggio certamente positivo, ma assolutamente scevro da quel manicheismo morale sul quale erano (e sono) forgiati tanti suoi colleghi che ancora oggi invadono le nostre edicole. E' forse proprio questo l'aspetto che più seduce in Lungo Fucile: un realistico complesso di contraddizioni da cui nascono un'intrinseca fragilità, la capacità di giudicare oltre le apparenze, di porsi costantemente il dubbio, di ammettere le proprie debolezze, di affrontare le avventure con un coraggio mai stolido, ma nascente semmai da un istintivo senso per la giustizia. Utopista, anticonformista e sognatore tormentato, Parker si muove in un far-west i cui connotati, estremamente realistici, si ispirano apertamente alla letteratura e al cinema, con cui il fumetto, forse per la prima volta in modo compiuto, entra in completa simbiosi emozionale.

TOPOLINO

Il Topolino era la lettura della domenica mattina. Mi svegliavo, e con il nuovo albo sotto l’ascella, mutande e maglietta, sciabattavo fino in cucina, per fare colazione (bei tempi: oggi al massimo ingurgito un caffè in tutta fretta prima di accendermi una sigaretta). Tazzone di tè con tanto limone, sacchettone delle Macine posizionato a lunghezza braccio e via di lettura. Una quindicina di biscotti dopo, gli occhi sempre incollati al fumetto, riponevo la tazza nel lavello (onde evitare le randellate di mia madre, vera maniaca dell'ordine e della pulizia), esprimevo con un portentoso rutto tutto il mio apprezzamento per il fiero pasto (e qui il coppino arrivava implacabile) e mi dirigevo verso un’altra tazza, seduto sulla quale davo vita a leggendarie performance che duravano fino all’ultima pagina del fumetto. Lettura imprescindibile della mia formazione, Topolino permane ancora oggi, insieme alla Gazzetta Dello Sport, nei primi posti della mia personale classifica di letture da bagno.

TEX

I Tex occupano gran parte degli scaffali della cantina. Credo di possedere più o meno trecento volumi, ma devo controllare. Me li regalava mio nonno, che per anni non si è mai perso un solo numero del grande pistolero inventato dalla penna di Bonelli. Dopo esserseli letti e riletti, me li passava, con la promessa da parte mia di tenerli da conto. La cosa che mi piaceva di più, quando andavo a trovare il nonno, era condividere il piacere della lettura. In attesa che nonna finisse di preparare il pranzo, ci mettevamo in sala, lui sulla sua poltrona e io sul divano, e continuavamo a leggere fin quando la panza non diceva a chiare lettere (e a volte erano lettere anche molto rumorose) che era ora di un piatto di pasta. Kit Carson era il mio personaggio preferito, El Morisco il nemico che mi teneva sveglio di notte. Una domanda però mi ha sempre tormentato: come mai Tex dopo la morte della moglie Lilyth non ha più avuto una storia d'amore? Voglio dire, nemmeno un breve innamoramento, una vaga simpatia o un'estemporanea trombatina...niente di niente. Non è che il rude Tex, sotto sotto, preferisse stare in compagnia dei suoi pards piuttosto che di qualche piacente donzella ?

ALAN FORD

Comprato per la prima volta nel 1975 su suggerimento degli amici con cui giocavo in cortile. Quando raccolsi i soldi della paghetta, mio padre mi accompagnò in edicola, per accertarsi di persona al momento dell'acquisto che Alan Ford non fosse una lettura diseducativa (a casa mia, vigevano regole dettate da un ferreo oscurantismo democristiano che mi impedivano di approcciarmi a fumetti come Diabolik e Criminal, che io ovviamente leggevo sotto banco, insieme a volumi decisamente più interessanti quali Lando, Jacula, Il Montatore, etc.). Ho continuato a leggere Alan Ford anche dopo che Magnus se ne andò, ma, lo ammetto, con molta meno soddisfazione (Magnus era un genio e il suo texone, La Valle Del Terrore, è di una bellezza pressoché ineguagliabile). Tra tutti, il mio personaggio preferito era, ovviamente Bob Rock, la cui sfiga mi ricordava da vicino quella del mio mito Paperino.

COMIX

Gli anni dal 1992 al 1997, furono cinque anni magici. Non solo perchè mi laureai e inizia a lavorare con uno stipendio decisamente più cospicuo di quello odierno, ma perchè vissi quella che considero l'ultima (mia) grande stagione del fumetto. E questo grazie alla pubblicazione di COMIX, tabloid di strisce a uscita settimanale, edito da Baldini & Castoldi. Disegni & Caviglia (che conobbi personalmente a una Fiera del Libro di Torino), Bonvi (che morì nel 1995 in un incidente d'auto e il cui sinistro mi ritrovai per sorte a dover gestire), Cavezzali, Jacovitti, Schultz, Watterson erano alcune delle prestigiose firme del giornale. Niente male, vero ? La mia striscia preferita, però, era Ernie di Bud Grace, uno dei personaggi più scombinati con il quale abbia avuto a che fare nella mia vita. I COMIX li ho ancora tutti, ma proprio tutti, conservati magnificamente nonostante sia passato quasi un ventennio.

LETTURE SPARSE

Basterebbe dare un'occhiata alla mia cantina, per comprendere quanto il Fumetto sia stato un amore travolgente durato più di trent'anni: migliaia di albi stipati in ogni dove testimoniano di un passato in cui la vita mi lasciava più spazio allo svago e al divertimento. Oltre agli eroi poc'anzi citati, posseggo anche raccolte (incomplete perchè a un certo punto ho smesso di acquistarli) di Nathan Never, Martin Mystere (ho i primi dieci albi originali), Dylan Dog (due volte i primi cento numeri, la seconda raccolta trovata integra presso un raccoglitore della carta), Zagor, Comandante Mark (che passione per Mister Bluff!) e Nick Raider. Pochi supereroi (ma oggi non mi perdo un film della Marvel che sia uno) e tutti gli Asterix, nella mitica versione cartonata, che aveva quell'odore buonissimo che oggi non ritrovo più da nessuna parte, nonostante continui ad avere uno splendido rapporto, anche olfattivo, con la carta. 

PS: Potere evocativo della scrittura: stasera, sono uscito dall’ufficio e sono passato in edicola a comprarmi il Topolino nuovo. Proprio come quando ero ragazzino.


Blackswan, mercoledì 16/07/2014