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martedì 31 maggio 2011

FOEURA DE BALL !


A volerla commentare come già fece al primo turno Denis Verdini,coordinatore nazionale del PDL,potremmo dire che:" sostanzialmente abbiamo pareggiato 6 a 0 per noi ".A parte la battuta,anche ieri,dopo un risultato elettorale che dava poco adito ad interpretazioni,la tracotanza del potere ( allo sbando ) si presentava con la faccia di gomma della menzogna.Su Rai 3,poco dopo l'annuncio del risultato definitivo,l'onorevole Mantovani,quello che organizza la claque davanti al Tribunale durante i processi di B.,ostentava una sicumera incapace però di celare il profondo disagio di una consistente intrusione anale: "I risultati fanno riflettere,ma abbiamo tenuto,siamo ancora il primo partito a livello nazionale ".Ancora meglio ha fatto Lupi che, con un contorsionismo degno di un fachiro,si inventava un'esilarante performance che lasciava attonita Bianca Berlinguer : " Il centrodestra ha espugnato città a tutti care come Cesenatico e San Giovanni Rotondo".Me cojoni ! verrebbe da esclamare se la sconfitta dei berluscones,come un'emorragia, non fosse copiosa,diffusa,inarrestabile.Soprattutto,palese oltre ogni ragionevole dubbio.Come abbiamo sempre sostenuto,non siamo però di fronte solo ad una vittoria del centrosinistra,ma soprattutto ad un desiderio trasversale di cambiamento,ad un risveglio della speranza,ad una svolta di civiltà.Le campagne elettorali effettuate dagli opposti schieramenti nelle due principali città ( Milano e Napoli ),rispecchiano con chiarezza la scelta degli elettori che,quantunque tinta di rosso,non è connotata esclusivamente da motivazioni politiche.A Milano, il Pdl e la Lega hanno puntato tutto sull'insulto e la menzogna,appellandosi prevalentemente a un presunto sentimento xenofobo degli elettori nei confronti di rom e mussulmani.Una campagna,dunque,priva di contenuti e brutale,fondata sull'odio e il disprezzo,aggrappata con tutte le forze alla speranza di sobillare il disagio sociale e sfruttare il degrado etico.La gente,invece,voleva altro e ha individuato in Pasapia una netta svolta verso una politica che parla alla gente dei problemi della gente,che non cerca un nemico a tutti i costi,che è capace di programmare un futuro di integrazione multietnica.Ha vinto il sorriso,la gentilezza,l'ironia,l'educazione,la capacità di farsi ascoltare senza alzare la voce,ma con la sola forza del ragionamento.Nella Napoli delle eco-balle e della camorra,Lettieri era l'impresentabile candidato di una connivenza di interessi fra potere politico e malavita organizzata.Berlusconi pensava di acquisire consensi,appellandosi ancora una volta ad una presunta tendenza del popolo italiano a compiacere la logica dell'illegalità spicciola,ammiccando all'evasione fiscale e ad una sorniona tolleranza verso la prepotenza del furbetto.I Napoletani hanno invece scelto le istituzioni,incarnate nell'ex giudice De Magistris,e quindi il desiderio di uscire definitivamente dall'impianto di corruttele,di scambio di favori,di raccomandazioni e di correità coi traffici camorristi che da tempo contrassegnava la politica locale.
Quello che si pensava fosse il vento del cambiamento si è gonfiato tanto da divenire tempesta.Un tempesta trasversale,come dimostrano i risultati di questo ballottaggio,nel quale i candidati del centrosinistra sono stati premiati anche dai voti dei centristi,della destra liberale,dell'antipolitica a cinque stelle e, soprattutto, della delusa base leghista.Berlusconi non ha solo perso,è stato tritato ( anche Arcore è passata al centrosinistra ).E a nulla valgono le consuete deresponsabilizzazioni ( " Non è colpa mia " ) o i soliti messaggi obliqui a metà fra la minaccia e l'invettiva ( " I milanesi preghino ", " I napoletani se ne pentiranno "):ciò che è evidente è che il popolo italiano ha detto in modo inequivocabile che del berlusconismo non ne vuole più sapere.Anzi,il messaggio è così chiaro e stentoreo che a pagarne le spese di riflesso è stata anche la Lega,a cui l'alleanza con il cainano  e i malcelati appetiti centralisti ( i due ministeri da spostare a Milano ) hanno fatto perdere migliaia e migliaia di consensi,tanto da consegnare nelle mani della sinistra alcune storiche roccaforti come Novara e Gallarate.
La nave governativa imbarca acqua e naviga a vista,sperando in un approdo che in questo momento appare sempre più un miraggio.Ma non illudetevi di un subitaneo naufragio.Una falla è stata aperta a prua,ma il lavoro da fare è ancora tanto.Soprattutto perchè Cerottone cercherà di restare aggrappato al potere con ogni mezzo per non soccombere innanzi ai propri guai giudiziari.Poichè è impensabile attendere che l'anagrafe faccia il suo corso ed è deprimente aspettare un'implosione interna alla maggioranza,per liberarci di Al Nanone non ci resta che lo strumento democratico del referendum.Fra dieci giorni,recarsi alle urne e votare quattro splendidi SI non è soltanto un'opportunità per dare una svolta ecologista alle politiche energetiche del paese,ma è soprattutto un dovere di ogni cittadino che abbia intenzione di completare l'intrapreso cammino di civiltà.Un ultimo definitivo colpo al regime per mandarli tutti a casa.Foeura de ball !
Blackswan, martedì 31/05/2011 

lunedì 30 maggio 2011

FRANCIA CONNECTION

La buona notizia è di qualche ora fa.La Germania sarà la prima potenza industriale a rinunciare definitivamente al nucleare,che allo stato copre il 22% del suo fabbisogno energetico.Entro il 2022 tutti i reattori tedeschi saranno chiusi.La notizia brutta invece è che in Italia ancora non sappiamo se potremo andare a votare anche ( a favore o )  contro il nucleare nella tornata elettorale prevista per il 12 e il 13 giugno.Tutti sappiamo dello scippo perpetrato dal governo Berlusconi nei confronti del popolo italiano:mettere una moratoria di un anno o due sulla reintroduzione dell'atomo nel nostro paese,per poi poter ripresentare il progetto di legge quando l'emotività scaturita dalla tragedia di Fukushima sarà scemata,significa eliminare l'oggetto che motiva i due quesiti referendari sui quali saremo chiamati ad esprimerci fra poco più di dieci giorni.La decisione circa la validità o meno del referendum spetta alla Cassazione,che si esprimerà entro la giornata di mercoledì.Qualunque sia la decisione della Corte,non potremo però esimerci di andare alle urne per votare sulla privatizzazione dell'acqua pubblica.Se infatti la scelta intrapresa oggi dalla Germania traccia in modo chiarissimo quale sarà il futuro del nucleare nei paesi industrializzati ( non escludo nel prossimo futuro un effetto domino che coinvolgerà inevitabilmente anche il nostro paese ),resta invece aperta e delicatissima la questione dell'acqua,un bene,anche in prospettiva futura,sempre più prezioso.In provincia di Arezzo,dove la privatizzazione è stata introdotta nel 2001 come progetto guida,le bollette nel giro di dieci anni si sono quadruplicate,passando dai circa 200,00 euro all'anno che si pagavano ad inizio progetto fino ai 1.000,00 euro pagati nel 2011.Una risorsa,dunque,che fa gola a molti e che in molti vogliono sfruttare a detrimento economico del popolo italiano.E sapete chi è in prima fila per la privatizzazione dei nosti acquedotti ? La Francia.Qualche giorno fa scrivevo su questa pagina di articolati business fra il governo Berlusconi e la Repubblica Francese ( con tanto di spot pubblicitari annessi ) per la costruzione di centrali atomiche sul territorio nazionale italiano e il conseguente smaltimento delle scorie radioattive.Accordi che vedevano in cabina di regia oltre al nostro premier anche la EDF,Electricitè de France,la maggior azienda francese per la produzione e la distribuzione di energia,capace di un fatturato annuo ( stimato al 2009 ) di 66 miliardi di euro,e con a capo Henri Proglio,nella doppia veste di presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato.E la Francia gode di un percorso privilegiato anche per lo sfruttamento della privatizzazione degli acquedotti italiani. Con Veolia,per la precisione,azienda francese di trattamento delle acque,che vanta un fatturato annuo di 33 miliardi di euro,ed è già ben radicata sul nostro territorio tramite Veolia Acqua,che controlla numerose aziende specializzate in quasi tutte le regioni italiane.Chi è presidente di Veolia ? Henri Proglio.La stessa persona cioè è a capo di entrambe le multinazionali francesi che vogliono controllare la nostra energia e la nostra acqua.Qualcosa evidentemente non quadra,qualcosa di losco che deve imporci di non disertare i seggi domenica 12 e lunedì 13 giugno.Che si voti sul nucleare o meno.
 
Blackswan, lunedì 30/05/2011

In ricordo di Srebrenica

Il post di Blackswan mi ha riportato alla mente quei giorni terribili.
A pochi chilometri dai nostri confini popoli fratelli fino al giorno prima (almeno così sembrava) si scannavano come nei secoli bui.
Allora ho voluto saperne di più e mi sono documentato leggendo un bellissimo libro che consiglio a tutti.
Si tratta di "Maschere per un massacro", l'autore è Paolo Rumiz, oggi slavista di Repubblica ma allora in forza al Piccolo di Trieste.
Leggetelo, se vi capita, perchè è un ottimo manuale su come si possa facilmente scatenare una guerra soffiando su vecchie braci mai sopite.
E qui vengo al nodo.
Premessa n.1: Ratko Mladic è certamente un macellaio merdoso, un sadico che si eccita all'odore del sangue come purtroppo sempre accade in guerra.
Premessa n.2: altrettanto certamente Borghezio è un povero scemo che straparla, ormai talmente bollito che non conta più nulla nemmeno nella Lega, e proprio perchè è scemo usa a capocchia un termine come "patriota" che già di per sè nel mio personale vocabolario non ha diritto di cittadinanza.
Ferme le due premesse, Mladic non è un alieno ma un figlio della sua terra tormentata, in cui hanno forzatamente convissuto gruppi etnico religiosi tenuti insieme solo dal pugno di ferro di Tito.
Il cosmopolitismo di Belgrado riguardava solo Belgrado, e anche lì non era tutto oro quel che luccicava.
Appena fuori dai grandi centri, la gente si guardava con sospetto e rancore.
Mladic è il responsabile principale di Srebrenica, ma quello che ha fatto lui lo hanno fatto, su scale diverse, tutte indistintamente le fazioni in gioco.
Lo hanno fatto i serbi, i croati, i bosniaci, i montenegrini, i kosovari stessi non appena ne hanno avuto l'occasione.
Per dare il via alla prima grande contrapposizione, quella tra serbi e croati, fu sufficiente ai leader ex titini aizzare le tifoserie della Stella Rossa Belgrado (uno dei capi era Arkan, allora rapinatore di banche e spacciatore) e della Dinamo Zagabria.
Per scatenare la caccia ai musulmani bastò ancora meno: Milosevic cominciò a rinfocolare una vecchia tradizione serba che celebrava (per la verità in modo ormai piuttosto blando) la battaglia di Kosovo Polje, la Piana dei Merli, in cui l'esercito serbo fu sbaragliato da quello ottomano nel 1389.
Nel dopo Tito la gente aveva poco cibo e poco denaro, e fu facile indirizzare l'odio dei serbi verso chi, seicento anni prima, aveva invaso le loro terre e non se n'era più andato.
Ma il vero problema è che nello scenario della ex Jugoslavia è davvero difficile tracciare la consueta linea divisoria tra buoni e cattivi.
Laddove questa linea è più chiara, le atrocità note sono sempre e quasi solo quelle commesse dagli sconfitti.
Il che, per inciso, non giustifica marchette editoriali alla Giampaolo Pansa ma dovrebbe comunque stimolare ad approfondire in tutte le direzioni e non solo in quelle che piacciono di più.
Nel caso della ex Jugoslavia, dire che Mladic sia un criminale è scontato al punto da apparire banale.
Ma si è trattato di eventi bellici che hanno visto le tristi gesta di decine, forse centinaia, di Ratko Mladic, dei quali invece non si saprà mai nulla.
Quello che oggi si trascina davanti al Tribunale dell'Aja non è un alieno.
E' il figlio di una terra unita a forza sebbene dovesse essere e rimanere divisa.
E' quindi anche uno strumento della storia, o del destino.
Lo si può dire, dato che le separazioni decise dai suoi referenti politici e da lui attuate con i cannoni sono divenute definitive.
Però è stato certamente un macellaio, ed era su questo che si sarebbe dovuto intervenire.
Oggi, per dare una chance ai ribelli libici, aerei a tutto spiano contro le forze di Gheddafi.
Qualcuno dei meno giovani ricorda i caschi blu olandesi a Srebrenica?
Quattrocento sbarbati, con armi leggere, messi a presidiare la sede della più massiccia offensiva serba.
Gli uomini di Mladic li hanno praticamente sequestrati, messi in un recinto, e sbeffeggiati invitandoli ad intervenire.
Le guardie serbe tiravano addosso ai caschi blu mozziconi di sigaretta e bucce di mela, mentre i loro compari nei boschi circostanti massacravano la popolazione inerme.
L'occidente che oggi giudica Mladic è lo stesso occidente che allora si rese protagonista di quella tragica farsa.
L'orco serbo è colpevole, ma nessuno è davvero innocente.

Ezzelino da Romano

domenica 29 maggio 2011

L'AMICO PADANO DEL MACELLAIO

<<Non ho visto le prove, i patrioti sono patrioti, e per me Mladic è un patriota. Quelle che gli rivolgono sono accuse politiche. Sarebbe bene fare un processo equo, ma del Tribunale dell’Aja ho una fiducia di poco superiore allo zero.I serbi avrebbero potuto fermare l’avanzata islamica in Europa ma non li hanno lasciati fare. E sto parlando di tutti i serbi, compreso Mladic. Io comunque andrò certamente a trovarlo, ovunque si troverà». Queste parole ovviamente non le ho pronunciate io,ma sono tutte farina del sacco di Mario Borghezio,deputato leghista,il quale parla di Mladic come di un Braveheart serbo,combattente senza macchia e senza paura per la libertà della propria terra.Questo fiorellino di campo che porta il nome di Ratko Mladic e che Borghezio osanna come se fosse un eroe,altri non è invece che un sanguinario macellaio,il quale durante la guerra di Bosnia ed Erzegovina, si rese colpevole del massacro di Srebrenica.Forse i killers più giovani non si ricordano molto di quegli avvenimenti risalenti alla metà degli anni ’90,per la precisione al luglio del 1995,ma a voler approfondire c'è di che ghiacciarsi il sangue per l'orrore.Mladic,a capo delle truppe serbe e con l’appoggio delle squadracce paramilitari di Arkan,spietato mafioso locale con il pallino degli squartamenti,entrò a Srebrenica, dopo un assedio durato un paio di giorni.Gli uomini della città,dai 14 ai 65 anni,vennero rastrellati e separati delle donne,dai bambini e dagli anziani,con la scusa di essere deportati in campi di concentramento ( ideati e voluti fortemente dallo stesso Mladic ).Invece,questa povera gente veniva portata nei boschi e massacrata,mentre i cadaveri venivano occultati in fosse comuni frettolosamente scavate per l’occasione.Nel corso degli anni,dopo la fine della guerra,sono stati riesumati e identificati, grazie all’esame del DNA, 6.414 cadaveri,ma si pensa che ne manchino all’appello almeno altri 4.000.Borghezio,che dice di non aver visto le prove,è probabile che si sia immaginato il più grande suicidio collettivo che la storia ricordi:i diecimila cittadini di Srebrenica,peraltro strettamente sorvegliati dalle truppe serbe,una volta giunti nei boschi,in preda ad un raptus collettivo,si sarebbero tolti la vita a fucilate,nonostante i tentativi disperati di Mladic e dei suoi uomini di scongiurare il suicidio. Peccato per Borghezio e per lo stesso Mladic che le prove ci siano. Un video che mostra l'"evidenza dei fatti" fu trovato in possesso di Nataša Kandić, un'abitante del luogo, e ritrasmesso dai media,oltre ad essere utilizzato come prova nel processo contro Slobodan Milosevic ( altra personcina per bene ) intentato dalla corte Internazionale dell'Aja.Giova ricordare a Borghezio che il patriota Mladic fu anche l’ideatore dei cosidetti stupri etnici,attività entusiasticamente realizzata anche durante la presa di Srebrenica,su cui fortunatamente il demente in camicia verde non si è espresso (ma solo perché evidentemente nessuno gli ha ancora spiegato il significato della parola etnico ).Dal mio punto di vista,e lo dico senza mezzi termini,gente come Borghezio dovrebbe passare la vita con la testa infilata nel culo, in modo che i gas tossici che emana ogni volta che apre bocca possano confondersi con le più nobili fragranze intestinali.Poichè in Italia fortunatamente c’è ancora libertà di pensiero e di espressione ( anche per stronzi così ),il rischio sarà quello in futuro di ascoltare nuovamente farneticazioni simili.A meno che le persone per bene non utilizzino l’unico mezzo democratico a loro disposizione per far sparire questa gente dalla faccia della politica:il voto.Il paese non può essere più rappresentato da avanzi di galera che si fanno forti quando si tratta di bruciare pagliericci di poveri disgraziati indifesi o di vantarsi degli abomini commessi da qualche criminale di guerra,ma che poi sono impalpabili o pericolosi ogni volta che si misurano con la storia,le istituzioni e il vivere civile.Non votiamoli più.



Blackswan, domenica 29/05/2011

venerdì 27 maggio 2011

LA PATETICA FINE DI UN UOMO RIDICOLO

Chi ha avuto modo di vedere le immagini di ieri relative al G8 francese,quelle che immortalavano Berlusconi mentre sputtana le nostre istituzioni  infastidendo il povero Obama con la balla dei giudici comunisti,si sarà reso conto di due cose.La prima è che Al Nanone ha sbroccato completamente,ha perso davvero ogni rapporto con la realtà circostante,non è più orientato nel tempo e nello spazio.In preda ad un delirio fobico,questo incrocio fra un Alberto Sordi al botulino e un Alvaro Vitali strafatto di ecstasy,imperversa ormai nelle conferenze intenazionali come se fosse al bar con gli amici.Infischiandose del protocollo e ritardando i lavori del consesso,va in giro ad importunare i capi di stato ( non male anche il fuorionda con Mevdev ),mendicando un’attenzione che nessuno gli vuol più dare.Sembra uno di quei vecchi parenti, rincoglioniti e un pò brilli,che alle cene di Natale ti blindano in un angolo raccontandoti come un disco rotto sempre la solita storia,l’unica che una mente intorpidita dall’alcol e dagli oblii della vecchiaia riesca ricordare.La seconda cosa che salta all’occhio poi è che ormai Berlusconi non se lo fila più nessuno.Anzi lo si cerca di evitare,così come si sfugge la iattura di un attacco di diarrea quando si soffre di emorroidi.Le immagini,lo dicevano molto chiaramente:la cortesia imbarazzata di Obama e lo sguardo a metà tra lo spazientito e il compassionevole di Sarkozy e della Merkel erano tutto un programma.Per non parlare di Carla Bruni,che nei rituali saluti di fine congresso,bacia tutti con l’unica eccezione di Cerottone.Le cose per Silvietto nostro però non vanno meglio sul suolo patrio.Il Vaticano si sta smarcando a colpi di dribbling e rabone con i suoi avanti migliori:Bagnasco,la Cei,Tettamanzi,Avvenire(  una mezza parola in tal senso è scappata pure al Santo Padre ).La Confindustria lo tratta come un appestato,con la Marcegaglia in prima fila a randellare sull’immobilismo decennale della politica italiana.E pure i pifferai di regime cominciano a suonare note stonate: Sallusti prende le distanze dal padrone sulle pagine di Vanity Fair,Giuliano “ grasso che cola “ Ferrara critica la televendita a reti unificate,e pure Vespa a Porta a Porta riesce a fargli un paio di domande ( roba da non credere ).Ormai gli restano solo Cicchitto, Stracquadanio,la Santanchè e pochi altri stipendiati che ancora non si sono accorti che la fine è arrivata.Ma quando la caduta sarà conclamata e irreversibile saranno questi i primi a sferrare il colpo di grazia.Potete scommetterci.


Blackswan, venerdì 27/05/2011

giovedì 26 maggio 2011

SPAGNA AZZURRA

La bruciante sconfitta del PSOE alle elezioni regionali e municipali di domenica 22 Maggio, colora la Spagna dell’azzurro della bandiera del Partido Popular (PP).




A livello municipale, ll PSOE perde praticamente ovunque anche nelle citta' storiche. Clamorosa e' la "caduta" in Catalunia, a Barcellona e Gerona, dove i nazionalisti del CiU ottengono la maggioranza relativa (29% e 32% rispettivamente). Il PSOE si assesta secondo ma perde una storica leadership in una regione importante a favore del partito nazionalista catalano. Perde anche con i nazionalisti baschi sia a Bilbao (contro PNV e terzo dopo un clamoroso secondo PP) sia a San Sebastian a favore del neonato partito nazionalista Bildu (che si affianca al PNV) ma rimanendo secondo partito.A livello regionale ancora peggio. Tutte le regioni come si vede nella mappa sopra a sinistra in mano al PP, anche storiche come la Mancha o Extremadura. 
Un risultato che si aspettavano in molti ma  forse non in una forma cosi accentuata.
A mio avviso preoccupanti le vittorie dei nazionalisti vasco/catalani. Sicuramente una bella gatta da pelare per il ormai quasi sicuramente prossimo (tra un anno le elezioni generali) governo dei Popolari. Ma soprattutto un brutto segnale politico e sociale in generale, particolarmente in quelle regioni.

Zapatero paga cara la crisi. Almeno questa la magnanima autocritica fatta dallo stesso Jose Luis. In realta’ ZP paga anche una certa cattiva immagine lasciata dal suo Governo durante il secondo mandato, soprattutto in relazione alla previsione e gestione della crisi ai suoi albori, quando sembrava quasi negare l'esistenza della stessa con previsioni in ribasso ma ottimistiche. Per alcuni mesi sono davvero sembrati allo sbaraglio. La realta' dei fatti fu diversa, come sappiamo, la crisi fu ed e' ovunque piu' lunga e grave, mentre la ripresa e' sempre piu' lontanta ed imprevedibile.  Paga anche scelte di politica economica e riforme per la correzione del deficit, necessarie in Europa, ma che come si puo' immaginare sono state molto impopolari. Oltre che sorpendentemente "disinvolte" per un governo di sinistra (tagli agli stipendi pubblici). Ma si sa che in molti Paesi si sono fatte scelte simili. Insomma crisi ed altro. Quando il PSOE vinse le elezioni generali del 2004 si disse che fu una vittoria "emotiva", per le scelte guerrafondaie di Aznar e le vittime del tragico attentato di Atocha. Eppure il PSOE vinse anche quattro anni dopo, nel 2008,  pur riducendo il distacco dal PP da 1.3 milioni di elettori del 2004 al appena 1 milione nel 2008 (-20% circa). Dal 2008 pero' l'economia ha subito una recessione piu' accellerata. Il dato sulla disoccupazione spagnola arrivata ad otre il 20% lo testimonia in modo allarmante. E non appena  l'economia e' precipitata il malcontento, che gia' aleggiava,  si e' diffuso maggiormente e si e' iniziato a guardare a destra, come testimoniano queste recenti elezioni. Come se e' li che si trovassero le risposte giuste per definizione. Psicologia della massa a me spesso incomprensibile. 

I risultati elettorali, dicevo, sembrano quasi chiaramente indicare l'esito delle prossime generali: Il futuro della Spagna si tinge dell'azzurro popolare. Rajoy (presidente del PP) sorride contento e chiede gia' a voce alta dimissioni ed elezioni subito. Ovviamente, c'era da aspettarselo.





 

Zapatero, capitano di una barca che affonda, molto meno sorridente, nega rotundamente la necessita' di elezioni e considera un dovere politico/morale terminare la legislatura per portare a termine il processo di rinnovamento e di crescita iniziato dal suo Governo con le riforme poste in essere.  Killers, quante volte abbiamo visto questo film?  Nel frattempo si deve anche decidere all'interno del PSOE chi sara' il successore alla testa del partito e candidato alla presidenza del Governo, visto che ZP ha dichiarato che non si ripresentera'. Forse prende tempo anche per questo. O  per decidere il successore o per rimanere lui stesso (magari presentando altri doveri politico/morali). Ancora, Killers, quante volte abbiamo visto questo film? 

Il Movimento del 15-M di cui abbiamo parlato domenica sembra non avere influito affatto sull'esito elettorale. Percentuali di astensionismo e voti nulli vicine al passato (nelle municipali inferiori)  indicano che l'apartitismo del movimento non ha spinto un aumento dei non votanti o verso altri partiti. E dubito possano in alcun modo aver spinto a destra, verso il PP. Un movimento che comunque a mio avviso lascia il segno nella politica spagnola, per avere sollevato un nuovo dibattito, nuove riflessioni e soprattutto aver segnalato un nuovo modo di aggregazione e di protesta dei cittadini. Peccato solo che i politici non lo abbiano capito affatto. Rajoy che invita ZP ad prestare orecchio alla gente della Puerta del Sol dimostra di non aver proprio letto il vero messaggio della protesta (se leggesse le loro proposte non sarebbe d'accordo con nemmeno una). Ma l'importante e' che lo abbia capito la gente. Che ci sia stata risonanza ma soprattutto la solidarieta' spontanea che abbiamo visto in tutto il Paese settimana scorsa.

Io ormai mi rassegno ai giochi della politica ed alla psicologia di massa. Aspetto curioso gli eventi. Non credo che il ZP e il suo governo riusciranno a fare cambiare idea agli elettori in un anno. Vedremo, allora,  quali proposte e quali soluzioni sara' in grado di porre in essere la destra, che in questi quattro anni si e' limitata ad una opposizione a volte puerile di puro alterco e contrasto.

Ma se pensiamo che addirittura si parla (dati Ocse) di  un possible  inizio di ripresa in Spagna alla fine del 2012 (con disoccupazione  al 19.3%) e una crescita dal 2015 (con disoccupazione al14.5%) la luce alla fine del tunnel pare essere ancora lontana. L'azzurro dei popolari si oscura, assomigliando piu' a un blu notte. 

Offhegoes

STEFANO FERRIO - LA PARTITA

C’è un momento,poco prima di scendere in campo per l’inizio della partita, che appartiene solo all’allenatore.Hai già dato la formazione,spiegato moduli e schemi,distribuito le maglie,fatto tutte le raccomandazioni del caso.Dopo che la squadra si è scaldata e che l’arbitro ha declinato la chiama,lo spogliatoio, all'improvviso,si quieta,il vociare scema in sommesso brusio e il tempo viene scandito solo dal battito dei cuori e dal respiro dei giocatori che si fa sempre più rapido.Manca poco all’inizio.Uno o due minuti,non di più.Un lasso di tempo breve come una sfuriata hardcore-punk,oppure lunghissimo se non hai le parole per riempire quel silenzio.Sono gli attimi della motivazione,pochi momenti in cui spesso si fa la differenza fra vincere una partita o perderla.Devi parlare alla squadra e trovare le parole giuste che tirino fuori il meglio da tutti.E’ un esercizio oratorio difficilissimo,che dipende in parte dalla tua credibilità e molto dalla tua passione, e che si svilluppa su un breve ma impervio percorso a filo di precipizio,dove retorica,epica e psicologia procedono a braccetto,col rischio che una di queste,perdendo l’equilibrio,trascini le altre nell’abisso.E’ per una sorta di immedesimazione,quindi,che a pagina 146 de “La partita “, ultimo libro di Stefano Ferrio, il cuore mi è balzato in gola.Poco prima di scendere in campo,l’allenatore nonché capitano dell’Inghilterra, Beppe Russo,pronuncia brevi ma sentite parole per caricare la squadra : “ E’ esattamente questo il senso della sfida che siamo chiamati a giocarci…se lo faremo dedicando ogni stilla del nostro sudore non a mille noti campioni ma a un gioco reso immortale da milioni di giocatori sconosciuti,vinceremo.Nel nome di infiniti e oscuri portieri che pregano,terzini che picchiano,mediani che sanguinano,laterali che inciampano,centrocampisti che annaspano e attaccanti che non sanno mai come diavolo girarsi verso quella stramaledetta porta.I nostri compagni,in campo e nella vita.Quelli a cui si deve la misteriosa,stupenda e democratica bellezza del Calcio “.Questo è solo un breve passaggio di un libro straordinario e perfetto,semplice nella struttura narrativa e nel linguaggio,eppure così determinante per rielaborare e ripensare a tutto quel groviglio di ardore,felicità,amarezza,epica,sudore,sangue,poesia,fierezza,dignità,rabbia che il calcio alimenta in ogni sportivo a qualunque età.Anni ’70,nel cuore del profondo Veneto,due squadre amatoriali rivaleggiano in tornei canicolari e campetti di provincia,divisi non solo da una diversa concezione del calcio,ma soprattutto da opposte idee politiche.L’inghilterra,che gioca un calcio solido e scontroso,è composta dai figli della classe operaria,comunisti per indole o vocazione,mentre il Bar Fantasia,che si ispira al gioco spumeggiante della nazionale brasiliana, è la squadra dei figli di papà,giovani rampanti con un futuro già scritto da dirigenti.Durante l’unica partita in cui l’Inghilterra sembra poter avere la meglio sugli avversari,il pallone si smarrisce in un campo di grano a pochi minuti dalla fine.Impossibile recuperarlo.Si dovrebbe decretare il pareggio,ma il capitano dell’Inghilterra propone di ritrovarsi tutti dopo trentatre anni e rigiocarla.Stesso campo,stesse formazioni.Trentatre anni però sono quasi una vita e la vita,si sa,regala infinite sorprese…Non aggiungo altro per non togliere la suspence a chi avesse intenzione di cimentarsi nella lettura del libro.Una lettura che vi travolgerà,ve lo assicuro,dalla prima all’ultima pagina,predisponendovi,in un crescendo rossiniano di emozioni,alla risata,alle lacrime,al palpito,alla riflessione filosofica e politica.E,soprattutto,a riconsiderare con altri occhi il vostro amore per lo sport più bello del mondo,che si sublimerà in una partita finale,epica come una battaglia dell’Iliade.
Blackswan, giovedì 26/05/2011


mercoledì 25 maggio 2011

MA QUALE CRISI


A Sestri Ponente e a Castellammare,la Fincantieri ha chiuso due stabilimenti,uno lo ha dimezzato, e con un bel calcio nel culo ha lasciato nella merda 700 famiglie.Ma la crisi non c'è.L'Inps ci comunica che la metà dei pensionati percepisce una pensione mensile inferiore ai cinquecento euro,mentre il 79% degli assegni è inferiore ai mille euro lordi.Ma la crisi non c'è.L'Istat rileva che le vendite al dettaglio sono calate del 2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno e che la contrazione riguarda soprattutto il comparto alimentare.Anche l'Ocse rincara la dose e sottolinea che l'Italia continua a non crescere o a crescere a rilento e certifica la conclamata e diffusa disoccupazione.Ma la crisi non c'è.L'agenzia di rating,Standard and Poor,ha declassato il trend italiano dell'economia da stabile a negativo,ma quelli sono dei cialtroni che non ne azzeccano mai una,e la crisi quindi non c'è.La Corte dei Conti avvisa il governo che siamo alle pezze e che serve un'altra manovra da 46 miliardi.Ma la crisi non c'è.Insomma,basta con il solito disfattismo,perchè in Italia va tutto bene.Se no,come sarebbe possibile affrontare un guerra contro la Libia che ci costa milioni di euro ogni mese ? Se non avessimo infinite risorse,come sarebbe possibile buttare via 350 milioni di euro per affossare un election day che avrebbe accorpato elezioni provinciali e referendum,con grande risparmio di soldi pubblici ? Ragionate,gente, e non fatevi subornare dalle solite sirene comuniste.La crisi non c'è.In tutta europa forse,ma in Italia no.Cosa credete che Berlusconi sia così folle da spendere milioni di euro per aumentare il numero dei sottosegretari e dei ministri,se non ne avessimo da buttare ?Quello sa bene come si gestisce una nazione:ha fatto i miliardi con le sue imprese,eccheccazzo ! E non venite a dirmi che il decretone omnibus con cui il governo aumenterà le accise sulla benzina e affosserà definitivamente il referendum sul nucleare sia una porcata commessa alle spalle dei cittadini.Sareste ipocriti,con tutti i privilegi di cui godete, a lamentarvi per qualche centesimo in più al litro di benzina o a protestare perchè finalmente viene tolto un referendum che voleva tarpare le ali alle centrali nucleari,che sono l'affare del secolo,fidatevi.Se ci fosse la crisi,La lega e il PDL farebbero ben altro,provvederebbero al nostro futuro.Scusate,ma non vedete quanto sono tranquilli ?Secondo voi,se ci fossero problemi seri,invece di disquisire sullo spostamento di due dicasteri a Milano o su zingaropoli e la moschea, non appronterebbero immediate contromisure per il bene del paese ?Abbiate fede:il peggio che vi può capitare è trovarvi addebitate sul canone Rai le multe prese da TG1 e TG 2 per aver mandato in onda a reti unificate una splendida intervista del premier.E non è certo di Berlusconi la colpa se in questo paese non c'è democrazia nè libertà di espressione a causa dei soliti comunisti.State sereni,amici,chi parla di crisi è in malafede e vuole solo affossare il governo.In Italia,la crisi non c'è.
Blackswan, mercoledì 25/05/2011

NON C'E' DA STARE ALLEGRI

Ieri sera,entro sul sito di Repubblica e leggo fugacemente questa dichiarazione di Allegri : " Ogni tanto è patetico. Ripete sempre continuamente le stesse cose, diventa anche banale. Credo che sia molto bravo ma dietro la sua arroganza nasconde delle insicurezze"."Woaww ! Grande Allegri ! " ho pensato " Finalmente dimostra di non essere uno zerbino e gliene canta quattro a Berlusconi".Quasi emozionato da cotanta alzata d'orgoglio,mi fiondo a leggere tutto l'articolo e scopro che Allegri non ce l'aveva con il suo datore di lavoro,ma con Mourino( santo subito ).Salvo poi,more domino,ritrattare tutto dicendo:" Stavo solo scherzando".L'intervista di cui si tratta è stata rilasciata per il programma Le Iene e andrà in onda questa sera in versione integrale su Italia 1.Le perle regalateci dall'allenatore della squadra campione d'Italia non si limitano a quella già citata, ma spaziano sui più disparati argomenti.Alcuni imperdibili esempi : " Berlusconi non mi ha mai chiamato per suggerirmi chi far giocare" ( è vero,veniva direttamente nello spogliatoio a dare l'undici titolare ) ;" Moggi ? Geniale,quello che ha fatto nel calcio è stato eccezionale ! " ( chiudere nello spogliatoio gli arbitri non compiacenti,comprare le partite,implementare l'uso del doping...un vero genio.D'altra parte,da uno che è stipendiato da un piduista che ha più processi a carico che capelli in testa era difficile aspettarsi qualcosa di diverso );" Il punto debole di Leonardo? Troppo gentiluomo " ( c'era un mondo,tempo fa,un mondo alla rovescia,in cui essere galantuomini era un punto di forza.Pensa te come stavamo messi... ) ;" Berlusconi e Cellino sono i presidenti più simpatici" ( chissà quelli antipatici ); "Non ci sono giocatori comunisti al Milan " ( perchè,hai mai forse visto un operaio metalmeccanico sedere al fianco della Marcegaglia durante un congresso di Confindustria ?);" Darei due bottarelle a Belen,che è veramente bella " ( che classe,che stile..mi ricorda un pò Silvio,l'allenatore del Milan.Mancava solo che raccontasse la barzelletta sulla mela che sa di fica,e poi era un clone perfetto..  ).E per finire,alla domanda " Qual è la prima cosa che hai detto quando hai vinto lo scudetto ? ", Allegri risponde : " Che culo ! ".Come dargli torto. 
 
Blackswan, mercoledì 25/05/2011

martedì 24 maggio 2011

LIKE A ROLLING STONE


Settant'anni e non sentirli.O forse sentirli,ma fottersene beatamente e continuare a presidiare il palco,come se fosse un avamposto della vita al limitare degli inferi.Per i grandi rocker funziona così: o muori giovane e divieni leggenda, o la leggenda la costruisci anno dopo anno,continuando a tenere una chitarra in mano anche a quell'età crepuscolare in cui la maggior parte dell'umanità passa le proprie giornate tra il divano e la panchina di un parco.Non è una questione di denaro o di fama,perchè quando sei Dylan e hai settant'anni anni,di certi riconoscimenti non hai più bisogno.Semmai, in un circolo vizioso che si perpetua senza sosta, l'arte diventa come droga salvifica: suonare per sentirsi vivo,sentirsi vivo per pensare a un futuro di musica,e quindi tornare a suonare.Dylan di canzoni ne ha suonate tante,tutte importanti,come dimostrano quei cinquantotto lavori che ne costituiscono la mastodontica discografia e che stupiscono per numero ancor più della sua veneranda età.Una carriera forse non tutta centrata,costellata anche da momenti di impoverimento creativo e da una conversione religiosa al limite del grottesco,ma talmente decisiva nel suo complesso da far pensare a Dylan come l'icona più rappresentativa della storia della musica rock.Come spesso accade in questi casi,come è già accaduto ad esempio per Beatles e Rolling Stones,la leggenda finisce per sovrastare l'arte,il discorso su Dylan procede per stereotipi cristallizzati,si banalizza su episodi,su parole chiave,facendo perdere di vista il respiro artistico e il linguaggio universale di un'opera strabiliante.Il menestrello folk di Duluth,la creatività sbrigliata del Greenwich Village,la liaison sentimentale e artistica con Joan Baez,l'attivismo antimilitarista,la deriva rock di Newport,l'incidente in motocicletta e il mistero della presunta morte,l'inno di speranza di "Blowin' in the wind",il tormentone prossimo all'eternità di "Knockin'On Heaven's Door".Quante volte abbiamo focalizzato l'attenzione su questi mantra come fossero prova tangibile della grandezza dell'artista?Quante volte ne abbiamo accettato la celebrità in modo aprioristico,dando tutto per scontato,come se essere Dylan fosse un dogma evangelico ?Così tante volte,credo,da aver sbiadito la consapevolezza di ciò che Dylan è stato ed è tuttora per la cultura occidentale.Non solo un grande musicista,che ha tracciato le coordinate della musica americana partendo dal folk delle radici per giungere ad eleborare un'idea di rock a cui nessuno ha mai potuto sottrarsi;ma,soprattutto, il crooner,il narratore più attento e sensibile di cinquant'anni di storia a stelle e strisce.Una sorta di romanziere on the road,e non solo metaforicamente,in grado con la propria chitarra,l'armonica e la caratteristica voce aspra e sgraziata,di incarnare i turbamenti di più generazioni,di farsi portavoce della rabbia e delle frustrazioni di una gioventù stroncata dal fallimento del sogno americano,di essere la bandiera più sventolata dai movimenti culturali del 68,dei quali, grazie ad una sensibilità e ad intelligenza acuta come poche, è stato anche il lungimirante anticipatore.Quando Dylan,è il 1965,entra negli Studi A della Columbia di New York,per registrare " Highway 61 Revisited " non solo è una star di prima grandezza,ma ha già segnato irrimediabilmente la storia della musica americana.Ha scritto "Blowin' in the wind","Mr tambourine Man","Chimes of freedom","The time they are a- changin","Maggie's farm","It's all over now, baby blue".Un filotto di cavalli di battaglia così,basterebbe a chiunque per fermarsi e godere di un' imperitura gloria.Invece,Dylan non si sente arrivato,bensì solo all'inizio di un nuovo capitolo.Arruola i migliori musicisti in circolazione( Al Kooper e Mike Bloomfield,che saranno in seguito protagonisti assoluti della scena blues ) e registra in sei giorni il suo disco più bello,forse uno tra i più belli di tutti i tempi.Dylan non si limita a fare Dylan:da un colpo di spugna al passato,si crea una nuova identità,segue solo il suo istinto artistico perfettamente in sincrono con i tempi che cambiano.Imbraccia la chitarra elettrica,si prende gli insulti dei puristi a Newport,e traccia le coordinate della musica che sarà."Like a Rolling Stone",l'incipit del disco, è la vetta poetica più alta di un'ispirazione che sembra non avere limiti,il simbolo di una controcultura che da voce non più solo alla protesta giovanile ma soprattutto alla rancorosa ( o disperata )disillusione dell'intero universo umano."Miss Solitudine",protagonista del brano,è il simbolo di un America ricca e opulenta che cade in disgrazia,perde ogni riferimento culturale e ideologico e rotola,no direction home,pietra senza meta,verso un futuro su cui incombe la guerra,la miseria,il terrore nucleare.Un futuro che Dylan aveva intuito e preconizzato perfettamente, e nel quale oggi vive,ancora da protagonista,suonando la propria musica in Cina, l'ultima frontiera degli esploratori del rock.Come se a settant'anni ci fosse ancora un domani da costruire e qualcosa per cui rischiare.Grazie di tutto,Bob,grazie ancora.Buon compleanno.
Blackswan, martedì 24/05/2011

Riflessioni a margine di un'elezione

Hi killers,
me ne vengono in mente due o tre e le sparo così, in coda di giornata.
La prima: la Lega la mena per mesi e mesi e mesi sulla tutela del nord e poi Lufthansa se ne va da Malpensa e loro zitti.
Ma già, c'è da difendere Milano da Pisapia, che vuole portare in città due milioni di zingari, alcuni anche omosessuali!
Non vorremo mica perdere tempo a difendere l'ex mitico hub della Padania quando i cosacchi incombono ai confini, no?
La seconda: la Moratti commenta la politica di Pisapia, a suo dire deficitaria nella parte propositiva, e lo apostrofa dicendo che lui e la sua parte quanto a sviluppo ed investimenti sono "zeru tituli".
Ora, a parte l'uso improprio delle parole del nostro unico dio Josè Mourinho, ma uno che sta all'opposizione che sviluppo e che investimenti può fare?
Ma collegare il cervello alla lingua pare brutto?
La terza: vedo in tv una trasmissione con una marea di ospiti prevalentemente pro Pisapia e tra questi spicca in collegamento esterno una tizia, di circa 60 anni, di cui non ricordo il nome ma che precisa con enfasi di essere una docente e figlia di un noto critico d'arte, che a un certo punto se ne esce dicendo che la percentuale di voti per Pisapia cresce, statisticamente, con l'aumento del tasso di scolarità dei votanti.
E mi chiedo perchè nessuno la picchi in diretta, magari con le immortali parole di Nanni Moretti "Ma come parli?!? Le parole sono importanti!".
Dopo tanta fatica per riprendere la gente, e fare intravedere che un'alternativa è possibile, perchè questa imbecille avverte il bisogno di parlare con la puzza sotto il naso?
E' così bello vedere Tafazzi a destra, che varrebbe la pena di lasciarlo lì più a lungo possibile, o no?
Ecco, ora vado a casa contento, sempre che Pisapia non mi abbia rubato la macchina.

Ezzelino da Romano

lunedì 23 maggio 2011

23 MAGGIO 1992 - 23 MAGGIO 2011

LORO LI CHIAMANO GOLPISTI,EVERSORI,CANCRO.




NOI OSTINATAMENTE CONTINUIAMO A CHIAMARLI EROI.

COME PIPPO INZAGHI,MA PIU' SURREALI


Stiamo assistendo in quesi giorni all'esplorazione dell'ultima frontiera in materia di persuasione elettorale.Dopo gli insulti,le promesse menzognere,l'apologia del razzismo e l'appello all'illegalità,il Pdl e la Lega,con un colpo da teatro dell'assurdo, introducono un nuovo elemento di propaganda,e cioè l'aggressione farsa.Il piano è complesso e ben architettato:si inizia insultando l'avversario,anche pesantemente,esacerbando così i toni del confronto all'inverosimile.Dopo aver creato artatamente un diffuso clima di tensione,ne si attribuisce la responsabilià a Pisapia, il quale non avendo il favore dei media,viene accusato di ogni tipo di nefandezza,ultima delle quali quella di aver sobillato i propri sostenitori allo scontro fisico.Non serve a nulla che il poveretto continui a predicare la non violenza,anche verbale,e ad invitare i propri elettori a porgere l'altra guancia ( per tanto evangelismo ormai lo chiamano Pisa-pio ).Le trombe di regime continuano ad insinuare che ormai Milano è in mano a facinorosi brigatisti che pestano a sangue tutto quello che non è colorato di rosso.Tuttavia,non basta continuare a martellare gli italiani sostenendo che Milano( ribattezzata la Stalingrado d'Italia ) è messa a ferro e fuoco dal subcomandate Giuliano e dai suoi trucidissimi sgherri ( c'è il rischio infatti che qualche persona intelligente non ci creda ).Bisogna passare anche ai fatti.Ecco allora la trovata.La mamma di Alan Rizzi,candidato pidiellino al comune milanese, mentre segue il codazzo di fans della sublime Letizia,viene aggredita e picchiata selvaggiamente dal solito leoncavallino al soldo di Pisapia.Un'aggressione brutale,raccontata da un accorato De Corato con tanto di particolari granguignoleschi.La poverina viene poi ricoverata pesta e dolorante all'Ospedale San Carlo,dove riceve la visita di un addolorato premier in camicia nera.Insomma,un episodio riprovevole,reso ancora più vergognoso dal mancato intervento di Batman in difesa della madre e dell'ingioiellata claque.Peccato,che quasi nell'imediatezza del fatto,i vigili che hanno redatto il rapporto del sanguinoso pestaggio,parlino invece di un semplice diverbio. E ancora più peccato per i cicisbei di regime che hanno inscenato la farsa,che salti fuori una testimone,evidentemente non stipendiata dal marchettaro di Arcore,che per amor di verità rilascia una versione dei fatti leggermente diversa e si dice disposta a presentarsi davanti ai giudici per fare chiarezza.Cosa sarebbe quindi successo alla sig.ra Rizzi?La teste così racconta :l'ultrà forzitaliota si sarebbe scaraventata su un sostenitore di Pisapia che se ne stava per i cazzi suoi a fare volantinaggio,strattonandolo e spingendolo.Poi,all'improvviso,senza essere stata nemmeno sfiorata,si sarebbe accasciata a terra come un Pippo Inzaghi qualsiasi,denunciando il pestaggio o invocando alternativamente un chiarissimo calcio di rigore.Riassumendo: farlocco il clima di tensione,farlocca la notizia,farlocco il pestaggio e farlocca la visita del premier alla poverina,che perlatro sta occupando abusivamente un letto d'ospedale a spese dei contribuenti.In questo bel clima grazie al quale ogni elettore fatica a distinguere la pantomima dalla realtà,viene aggiunto anche qualche tono di surrealismo che non guasta mai.L'ennesima panzana ci viene offerta dalla premiata ditta dell' indomito Borghezio che,ai microfoni di Klauscondicio,suggella una vita all'insegna della moderazione e del buon senso affermando che " Al Qaeda tifa perchè vinca Pisapia ".A parte il fatto che Al Qaeda probabilmente non esiste più dal 2002 e che anche ammesso esistesse,in questo momento avrebbe ben altri pensieri che occuparsi dell'elezione del sindaco di Milano,la realtà è che questi son talmente stupidi che sbagliano anche quando insultano.Se infatti i qaedaisti stessero dalla parte di Pisapia,converrebbe a tutti votarlo.A Milano,di sicuro,di attentati non ce ne sarebbero mai.
Blackswan, lunedì 23/05/2011

domenica 22 maggio 2011

RUTTO LIBERO

La controffensiva mediatica messa in atto l’altra sera da Berlusconi a reti unificate s’è rilevata un flop senza precedenti.La gente vede la faccia al botulino e i capelli bitumati del nano e cambia canale.Un disgusto che ormai è anche fisico,una vera e propria ripulsa,insomma.Tant’è che lo share di quattro dei cinque telegiornali ammorbati dai deliri naneschi precipita durante l’intervista di almeno un punto,che viene riacquistato subito dopo,quando Cerottone sparisce.Tiene solo Studio Aperto che grazie alla consueta dose di chiappe e zinne compensa l’emorragia di spettatori.Mentre Berlusconi fa perdere punti e consensi al centrodestra ogni volta che apre bocca,i suoi compari di partito si dannano l’anina per cercare di restare a galla.Il metodo è quello conosciuto dell’appello all’illegalità,delle promesse fraudolente e dell’insulto a strascico.Depressa sempre più da una marea di fischi che l’accoglie ogni volta che esce di casa,Letizia(ma poca gioia) e il suo pool di persone perbene promette l’abolizione dell’ecopass,peraltro da lei stessa introdotto,e la sanatoria di tutte le contravvenzioni stradali irrogate nel comune di Milano( fottitene della legge,baby ! ).Geniale poi è l’apporto dato dai pennivendoli di regime.Libero ( di sparare cazzate )titolava ieri a pagina 6 : “Modello Pisapia.Milano diventerà la Mecca Gay.”Il moderato Amigone,un uomo che respira medioevo a pieni polmoni,dalle pagine di “ Tempi “ sbrodolava un “ Pisapia è l’Anticristo !” che è tutto un programma.Anche La Russa non si tira indietro e regala il suo bel contributo : “A Milano si respira il clima degli anni ’70 ( anni in cui Gnazio era protagonista assoluto a colpi di molotov e spranga ) “ e aggiunge “ è un cattivo presagio di quello che potrebbe accadere a Milano se la sinistra andasse al governo “.Ma la fantasia non si ferma a questo.I pretoriani di lady Moratti si inventano anche finte e truculente aggressioni,come quella nella quale sarebbe incorsa la mamma di Alan Rizzi,giovane assessore pidiellino.Racconta il vicesindaco De Corato  : “ Un sostenitore di Pisapia l’ha colpita con ginocchiate che l’hanno buttata a terra e mentre era a terra questa persona le ha tirato ulteriori calci in faccia e nello stomaco “.A parte il fatto che non si comprende perché Batman non sia prontamente intervenuto a mettere fuori uso il picchiatore comunista,ma la relazione dei vigili,avvalorata dalla deposizione di parecchi testimoni,parla solo di semplice diverbio.Anche la Lega ci mette del suo e tappezza Milano di manifesti pregni di moderazione e buon senso: “Zingaropoli con Pisapia “ ( Woaww !! ).Non paghi,i dementi in camicia verde promettono anche il trasferimento di due dicasteri a Milano( evidentemente gli vien scomodo andare rubare fino a Roma) ma vengono spernacchiati addirittura da Alemanno,che parla di una “colossale balla “.E mentre a Milano la battaglia infuria,anche a Napoli non si scherza.Tanto che Giovanardi,sotto-segretario alla famiglia e sotto-sviluppato mentale all’idiozia,in questo modo delira: “ Se a Napoli vincerà De Magistris,favorirà femminielli,gay e trans “.E poco importa poi se il candidato sindaco del centrodestra Lettieri sia sponsorizzato dal camorrista Cosentino o se Marco Nonno,il candidato pidiellino che ha preso il massimo di preferenze a Napoli, già accusato per devastazione in relazione ai fatti di Pianura,ieri sia stato beccato a circolare in motorino in compagnia di altre due persone( tutte sullo stesso motorino,of course ),peraltro senza indossare il prescritto casco ( quale fulgido esempio di legalità ).Ha comunque ragione Giovanardi.Meglio camorristi che gay.
Blackswan, domenca 22/05/2011 

SPANISH REVOLUTION AL KM ZERO

Madrid 15 Maggio 2011, ad una settimana dalle elezioni municipali, che si svolgono oggi 22 Maggio, qualche migliaio di persone del movimento Democracia Real Ya! si concentrano nella piazza Puerta del Sol, cuore pulsante della capitale e KM zero della penisola iberica, per manifestare la propria profonda indignazione nei confronti del sistema economico politico e sociale. E' un movimento che si dichiara apartitico, ma non apolitico ci tengono a sottolineare. E' contro tutti i partiti in generale, dai quali non si sentono rappresentati ("El pueblo unido funciona sin partidos"). E' contro l'attuale politica, incapace di risolvere la grave crisi economica ed offrire soluzioni plausibili ed orizzonti nuovi, soprattutto ai piu' giovani, ai disoccupati ai precari. Reclamano una democrazia piu' partecipativa, considerando l'attuale forma politica una finta democrazia ("la llaman democracia y no lo es"). Altro obiettivo palesato dal movimento, nelle pagine di Facebook Democracia realYa! che hanno usato per diffondere il "llamamiento", e' quello di chiedere alla classe politica che legisli contro l'usura bancaria e a favore dei cittadini.  E' una manifestazione di protesta totalmente pacifica e non violenta sul modello Gandhi o MLK. L'idea e' accamparsi nella piazza ("yes we camp") per manifestare il proprio malcontento e la propria indignazione, sollecitare le coscienze dei cittadini, chiedere una maggiore partecipazione democratica e soprattutto riflettere tutti insieme (reflexionar) organizzando dibattiti ed asseblee tra chiunque voglia partecipare e su qualsiasi tema. Il movimento si ispira a quel Stephane Hessel di cui ci ha parlato Blackswan il 3 Marzo scorso, nel post INDIGNEZ-VOUS!.

I giovani del movimento 15-M hanno fatto proprio il messaggio del 93enne francese ed hanno preso la piazza, piantato le loro tende e deciso far sentire la propria indignazione.  Il popolo degli indignati (los indignados) ha intorno i 34 anni, nati pertanto dopo il 1977. Sono dunque i figli della Costituzione. Non hanno vissuto la Spagna franchista e le privazioni di liberta' del regime. Hanno vissuto nella Spagna democratica, ma da questa democrazia non si sentono rappresentati e soprattutto si sentono esclusi. Di questo sistema politico e partitico non si sentono parte in quanto late la vera partecipazione. La separazione tra gli organi di potere e politici ed i cittadini, e' semplicemente talmente ampia da non consentire una vera democrazia partecipativa.  Lamentano la politica legata solo ai poteri forti, banche in particolare, e lontanissima dagli interessi veri dei cittadini.

Sarebbe forse solo un'altra manifestazione di malcontento giovanile da raccontare se non fosse per quanto successo nei giorni seguenti a seguito dello stupido intervento della polizia. La notte stessa del primo giorno di accampamento, la polizia decide di sgomberare la piazza per motivi di ordine pubblico, con i loro tipici modi garbati fatti di mangannello in mano (vedi video):

 





Madrid 21 Maggio 2011-  Puerta del Sol
Nel nuovo millennio degli smartphones e social network dove e' impossibile che anche una scoreggia del vicino di casa passi inosservata, arriva immediato il tam-tam mediatico: video su youtube, messaggi sui social network, sms, blogs oltre ai tg nazionali. Il clamore dello sgombero violento contro una manifestazione totalmente pacifica risveglia le coscienze di molti, non solo giovani. E' un risveglio trasversale, davvero apolitico. L'indignazione cresce  in tutta la penisola e moltissimi madrilegni decidono di andare al KM zero a dare il proprio sostegno morale presenziando. Stessa cosa in moltissime altre citta' spagnole (saranno oltre 60 alla fine), da Barcellona a Valencia a Malaga, dove si organizzano adunate di sostegno nelle principali piazze. Da alcune migliaia si arrivera' a Madrid agli oltre 21.000 cittadini di sabato 21 notte, accampati sotto la torre dell'orologio piu' famoso di Spagna (60.000 in tutto il Paese). Il tam-tam supera i Pirenei e la notizia di una Spanish Revolution inizia a diffondersi sui media mondiali. In molte citta' di fronte ai consolati o ambasciate spagnole si organizzano manifestazioni di sostegno. Da Berlino a Roma, da Parigi a New York la gente scende in strada per dare il proprio appoggio morale al movimento de los indignados. Tutti indignati, trasversalmente e globalmente. El pueblo unido y sin partidos.


 
Momento del Grito Mudo, Puerta del Sol
Mercoledi la Giunta elettorale di Madrid aveva ribadito l'ordine di sgombero anche dopo le polemiche suscitate dalle manganellate del primo giorno. La motivazione della delibera era fondamentalmente di ordine pubblico, potendo la manifestazione in qualche modo ostacolare il regolare svolgimento delle elezioni comunali. Venerdi a mezzanotte la piazza avrebbe dovuto essere sgomberata. La polizia ha pero' deciso di non fare nulla lasciando che l'accampamento degli indignanti continuasse, motivando la scelta (intelligente) come minor danno. Temevano giustamente che se avessero cercato di sgomberare gli incidenti sarebbero stati imprevedibili e probabilmente numerosi. I cittadini da parte loro hanno continuato a manifestare in modo estremamente civile dando vita ieri alla giornata della riflessione e del grido muto. Non si sono registrati incidenti, feriti, provocazioni o il benche' minimo scontro con le forze dell'ordine dopo il primo giorno. Al fine di evitare di lasciare in piazza tonellate di pattumiera dopo una settimana di accampamento i manifestanti raccolgono i rifiuti costantemente.  Altro segno di estrema civilta' del movimento e degli spagnoli in generale.

Oggi sara' l'ultimo giorno del movimento. Una settimana accampati in piazza per dire qualcosa di forte alla classe politica e dirigente. Per dire siamo indignati e ci siamo anche noi, non ci rappresentate, siamo contro la dittatura dei mercati, la politica e' asservita ai poteri economici e non fa mai gli interessi dei cittadini, il sistema va cambiato, la politica deve legiferare a favore dei cittadini e non a favore delle banche. Questi i link per i dettagli del Manifesto e delle Proposte del Movimento. Cose semplici e banali canterebbero gli Afterhours ma che sappiamo non essere ne' semplici ne' banali. Le rivendicazioni sono forse molto simili a quelle del movimento 5 stelle (i grillini) in Italia ma con una differenza fondamentale: qui non hanno un Grillo per la testa (scusate il facile gioco di parole). Qui il movimento nasce  davvero dal basso, da popolo, dai giovani, e non dallo sdegno di un famoso comico che canalizza i malumori di molti tra una battuta e l'altra. Differenza importante perche' in qualche modo lo legittima ancor di piu'. E' davvero el pueblo che si e' alzato da solo, senza necessita' di un urlatore sul palcoscenico e senza la necessita' di un V-day. Anzi. Invece di un vaffanculo sonoro hanno preferito l'urlo muto. Differenza sostanziale.

La mia speranza e' che sia contagioso. Che non si fermi a questa settimana ma che questo sdegno ed indignazione continuino a generare questo tipo di iniziative pacifiche in tutto il mondo e soprattutto continuino a motivare una lotta che sara' dura ma che continuando cosi, forse, davvero, potremo vincere. La revolucion e' cominciata e siamo al KM zero!

Chiudo con un paio di  video intervista di Jose Luis Sampedro, filosofo e scrittore e uno dei firmatari del manifesto del movimento Democracia real Ya!  (in spagnolo ma credo comprensibile). 

"Una cifra decisiva: per salvare le banche a pochi giorni della crisi finanziaria si sono raccolti centinaia di milardi di dollari. Negli stessi giorni la FAO chiedeva 12.000 milioni di dollari per corregere la fame nel mondo: non li ha ottenuti!"





"La cultura occidentale ha una crisi di valori brutale perche' ha sostituito i valori con gli interessi. Oggi cio' che muove la gente e' l'interesse economico"



Questo sembra essere il video "ufficiale":






Offhegoes - 22 Maggio 2011

sabato 21 maggio 2011

I RANTOLI FINALI

Ci sono giornate buone,quando il sole splende alto e tira il vento del cambiamento.Giornate in cui pensi,e se non fossi scaramantico ne saresti anche sicuro,che il regime sia ai suoi rantoli finali.E poi ci sono giornate meno buone, in cui la dittatura della merda si rimaterializza in tutto il suo tragicomico splendore.Come ieri,ad esempio,giornata in cui cinque reti televisive hanno passato un comizio clone di Berlusconi,dopo che il coniglio era rimasto nascosto tutta la settimana per non confrontarsi con lo sgretolamento del proprio consenso.Cinque comizi identici,a reti unificate,che a Bersani hanno ricordato la Bielorussia,e a me,che sono un po’ più libero di usare le parole,hanno fatto tornare in mente l’iconografia grigia e depressa della Russia brezneviana,quella del pensiero unico firmato Pravda.Cosa ha raccontato il nostro premier ai propri elettori ? Niente di nuovo: il solito trito pistolotto contro i comunisti e i soliti attacchi ( già reiterati perlatro da un Bossi ormai sotto la soglia della farneticazione ) nei confronti di Pisapia. Un po’ il nano lo capisco:non avendo un programma e lo straccio di un’idea,non avendo modo alcuno di sviluppare un discorso sulla vuota plutocrazia della cotanata Letizia,nonostante abbia fatto trapelare la volontà di abbassare i toni,è ricorso nuovamente all’insulto.A Pisapia,Al Nanone e la sua accolita di smargiassi e faccendieri,hanno attribuito proprio di tutto:ladro d’auto,drogato,terrorista,quedaista e da ultimo, amico degli zingari ( che pare sia peggio di essere amico dei camorristi ).Quasi che,dietro questa menzognera lista di comportamenti riprovevoli,si nasconda anche una certa invidia da parte di chi ha sviluppato la propria carriera criminale in modo più convenzionale,tra i ben poco glamour reati di corruzione,falso in bilancio,concussione e induzione alla prostituzione minorile.Se fossi di destra e stupido,visto il presunto curriculum penale del povero Pisapia assolutamente in linea con quello del governo, quasi mi verrebbe voglia di votarlo per allargare la grande famiglia dei correi.Ma se fossi di destra e intelligente,mi verrebbe voglia di votarlo egualmente,perché è troppo palesemente falsa e artificiosa la delegittimazione messa in opera dall’entourage berlusconiano per poter abboccare.Quel che è certo è che la campagna elettorale pidiellina,priva com’è di contenuti,fa leva per l’ennesima volta sugli istinti peggiori dell’elettorato.L’attacco frontale su zingari e mussulmani è il tentativo della disperazione di racimolare un po’ di voti sfruttando Il consueto leit motiv razzista,tanto caro alla Lega.Oltretutto,nascondendo agli elettori che proprio il Pdl il 22 giugno 2010 aveva approvato un emendamento al piano di governo del territorio di Milano in cui erano previste la costruzione di moschee e aree di sosta per i nomadi( inserisco qui il link di approfondimento :http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/20/moschee-e-aree-di-sosta-per-i-rom-a-milano-il-pdl-le-ha-approvate-nel-pgt-2010/112648/ ).Di programmi,però,nemmeno l’ombra.E per programmi intendo anche quelli televisivi,con particolare riferimento a”Ci tocca anche Vittorio Sgarbi”,voluto fortissimamente da Berlusconi e chiuso anzitempo da Rai1 per essere sceso,già alla prima puntata,sotto lo share del 10% ( nemmeno Ferrara con Radio Londra ci era riuscito ).Una figuraccia terrificante di cui ovviamente Sgarbi,come è solito fare il suo editore di riferimento,non si è assunto la responsabilità.Anzi,come capita in tutti i regimi che si rispettino,i colpevoli del flop sono già stati individuati.Il primo è Saviano,che a detta di Sgarbi,ha fatto milioni di ascolti parlando dell’Italia che non va,mentre lui parla di cultura (????? ) e quindi non è compreso ( che colpe abbia Saviano è un vero mistero ).Il secondo colpevole,invece,sarebbe Il Fatto Quotidiano,reo di aver pubblicato alcuni articoli in cui si evidenziavano le frequentazioni di Sgarbi,in veste di sindaco di Salemi,con alcuni personaggi legati a doppio filo con la mafia siciliana.Concludo ricordando che Sgarbi (condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, per produzione di documenti falsi e assenteismo nel periodo 1989-1990, mentre era dipendente del Ministero dei Beni Culturali ),ha fatto causa al Fatto e ha dichiarato che cercherà in tutti i modi di farne chiudere tanto la testata quanto il sito on-line.Insulti e censura.Siamo ai rantoli finali.

Blackswan, sabato 21/05/2011

giovedì 19 maggio 2011

L'A.C. MILAN MERITA ALTRO

Non se lo meritano i tifosi rossoneri,sostenitori appassionati e corretti,rivali di tante epiche battaglie.E non se lo merita l'A.C.Milan,squadra leggendaria,che ha reso onore al proprio pubblico e all'Italia con strepitose vittorie.Non bastava Lassini,la canaglia dei manifesti anti PM, a festeggiare sul pullman rossonero o i cori deliranti di Gattuso,ad amareggiare la stragrande maggioranza di tifosi civili.Adesso,arriva l'ennesima porcata,questa volta ad opera dell'Associazione Italiana Milan Clubs,che vi propongo scevro da ogni rivalità calcista,ma disgustato da tanto incivile opportunismo.

La maglia è sacra,chi la usa per i propri interessi non merita alcun rispetto.Cugini,mandatelo a cagare.


Blackswan, giovedì 19/05/2011

SPOT-ATOMICI

Quanta pubblicità ci passa davanti agli occhi tutti i giorni ? Un'infinità,direi.La più perniciosa,lo sappiamo tutti,è quella che interrompe il nostro programma preferito o che ti sparano durante le partite alla prima pausa di gioco.Riflesso condizionato di molti di noi:quando passa uno spot,si cambia canale.Ieri,invece,stravaccato sul divano dopo una giornata devastante,ero così stanco da non riuscire nemmeno a prendere in mano il telecomando.Così,con un occhio chiuso e uno aperto,lascio che il carosello pubblicitario faccia il suo corso.Eppure,ad un certo punto,gli occhi li apro entrambi.Passa uno spot sulle energie rinnovabili molto propositivo e rassicurante:musica coinvolgente,slogan che arriva dritto al cuore e che ti suggerisce il futuro ecologico dei tuoi sogni.Lo spot in questione pubblicizza la Gdf Suez.Che cazzo è la Gdf Suez ? Decido di perdere un pò di tempo e verificare sul web.La Gdf Suez è un'azienda energetica francese che opera nel settore della produzione e della distribuzione dell'energia elettrica,gas naturale e delle energie rinnovabili.Azionista di maggioranza è la Repubblica Francese,mentre altro azionista è Areva,multinazionale francese che opera nel settore dell'energia nucleare.Gdf Suez, che sta invadendo i nostri teleschermi con una progressista proposta ecologica,è uno dei maggiori sostenitori del Forum Nucleare Italiano,organizzazione non a scopo di lucro( ah,ah,ah !!! ),che sostiene la reintroduzione del nucleare in Italia ed è presieduta da Chicco Testa ( quello che dava degli sciacalli agli antinuclearisti dopo il disastro di Fukushima ).Il Forum,guarda caso,ha tra i suoi maggiori sostenitori anche Areva,Alstom Power( gruppo industriale francese per la produzione di energia ),Edf (azienda francese produttrice di energia elettrica ) e Technip ( colosso francese nel settore petrolchimico ).Come mai tanti interessi francesi sul territorio nazionale ? Perchè la Francia ha interesse che il progetto sull'atomo in Italia prenda piede ? Perchè la Francia ha venduto a Berlusconi,tramite Areva, 4 nuove centrali e ha intrecciato rapporti economici anche per lo smaltimento delle scorie nucleari.Gdf Suez quindi con una mano sponsorizza le centrali atomiche ( a insaputa del grande pubblico ) e con l'altra si vende in Italia come azienda che lavora sulle rinnovabili.Prendetene nota per il futuro,killers,perchè tramite pubblicità stanno cercando di far passare un'immagine menzognera del colosso francese,i cui interessi in Italia sono tutti legati al nucleare.
Altra interruzione pubblicitaria, altra carrellata di spot.Anche questo mi fa sobbalzare: la faccia di Veronesi e quella pulita di tanti attori in camice bianco,musica strappalacrime in sottofondo e voce suadente fuori campo che ti invita a versare un contributo alla fondazione Veronesi per sostenere la ricerca sulle malattie incurabili.Umberto Veronesi,essendo uno dei maggior oncologi al mondo,non ha bisogno di presentazione.Bisogna solo ricordare che negli ultimi mesi ha messo la propria professionalità e la propria faccia a disposizione del governo per sostenere la reintroduzione dell'atomo in Italia ( arrivando a sostenere che non avrebbe problemi a dormire in una camera da letto stipata di scorie nucleari ).La pubblicità che promuove la fondazione Veronesi è sponsorizzata e sostenuta da Mediobanca.E già mi tocco i coglioni perchè mi tocca ripensare a Cuccia,e non è un bel pensiero.Ma indovinate un pò chi siede nel consiglio di amministrazione di Mediobanca ? Marina Berlusconi e Ennio Doris,cioè Mediolanum ( che è anche azionista ),cioè Silvietto nostro.Un caso ? Può essere.Ma a voler pensare male,si potrebbe sospettare di uno scambio di sponsorizzazioni fra il governo italiano e il noto oncologo: metti la tua faccia a favore del nucleare che noi ti restituiamo il favore in moneta sonante.Ma questo,solo a voler pensare male.
 
 
 
 
 
Blackswan, giovedì 19/05/2011

mercoledì 18 maggio 2011

IL SINDACO EREDITARIO E IL MINISTRO PIRLA

Due notizie,apparentemente disgiunte fra loro,ma che lette una a fianco all'altra, la dicono lunga sul diverso modo di percepire la responsabilità dei politici in Italia e all'estero.
La prima ci porta a Bonea,piccolo centro in provincia di Benevento ( millecinquecento abitanti ),famoso per il falanghina,vino bianco eccellente che trova la culla di produzione proprio nel beneventano.In questo piccolo paese è stato sindaco per dieci anni,Gennaro Paradiso,esponente del locale centrosinistra.Impresa,quella di Paradiso,non particolarmente titanica,dal momento che nel 2006 a contendergli lo scranno c'era una sola lista,capitanata indovinate un pò da chi ? Dalla moglie.Tuttavia il sindaco uscente,nonostante la scadenza dei due mandati quinquennali,non aveva proprio intenzione di dismettere la fascia tricolore.Cosa fa quindi il buontempone ?Alle elezioni comunali svoltesi domenica scorsa candida il figlio,una sorta di trota del sud,che viene facilemnte eletto.Fin qui,in astratto, nulla di male.Peccato che il ragazzino abbia solo diciotto anni,frequenti l'ultimo anno di liceo e di politica non capisca una ceppa.Illuminanti a tal proposito le dichiarazioni del paparino : "Mio figlio non deve essere nemmeno nominato,perchè lui non dovrà fare nulla...Quella di mio figlio è stata una candidatura simbolica...ovviamente un ragazzo appena maggiorenne non può sapere nulla di cosa sia una delibera,ma non è un problema,come ho detto lui non dovrà fare nulla,mi occuperò di tutto io ". Alla faccia della sincerità e alla faccia del principio che sottende al vincolo dei due mandati,volto ad impedire che il potere si concentri nelle stesse mani per troppo tempo.
La seconda notizia,invece,ci porta nella terra d'Albione.Chris Huhne,ministro dell'ambiente inglese,ha una discreta propensione a schiacciare il piede sull'acceleratore quando si mette alla guida della propria automobile.Nel 2003,lo beccano a sfrecciare come un siluro in autostrada.Foto della targa e infrazione da tre punti,che accumulati a quelli già perduti,avrebbe comportato la sospensione della patente per sei mesi.Il pirla che fa ? Ciò che in Italia fanno tutti ma che da quelle parti è considerato un peccato capitale:dice che alla guida si trovava la moglie,la cui patente era ancora ricchissima di punti.Dopo otto anni Huhne pensava di averla fatta franca.E invece il pirla ne combina un'altra. Si fa beccare dalla moglie in atteggiamenti intimi con una donna di quattordici anni più giovane in forza al suo staff politico.Vicky Price,questo il nome della ex consorte,non ci pensa due volte e per vendetta spiffera alla stampa la storia della patente.Apriti cielo.Il Ministro allora telefona all'ex coniuge e la prega di non rilasciare più dichiarazioni alla stampa che possano ulteriormente comprometterlo.La Price,invece,registra la telefonata e la passa ai media.L'opinione pubblica insorge,Huhne è attaccato a destra e a manca dai colleghi politici e a breve,salvo miracoli dell'ultima ora,sarà costretto a dare le dimissioni.Per una cosa del genere in Italia ti becchi un applauso dall'emiciclo in sessione plenaria.Nella patria del punk ti fanno un culo così.

Blackswan, mercoledì 18/05/2011