Se vi mettete all’ascolto di questo disco, sappiate che vi aspetta un viaggio lungo e impervio, alla fine del quale potreste rimanere interdetti, oppure sedotti da un fascino inaspettato. Changeling, che prende il nome dal progetto, si snoda lungo un percorso di svolte brusche, di tornanti, di accelerazioni e di quiete, di ferocia belluina e di melodie cullanti.
Tom Geldschläger, il nocchiere della nave, ha vissuto molte vite musicali, sia con il suo pseudonimo “Fountainhead", collaborando con artisti acclamati come Obscura e Ingurgitating Oblivion, sia come performer e ingegnere del suono.
E ora, con l’ensemble Changeling,
Geldschläger cerca di bilanciare in un’unica proposta il proprio credo
musicale, il death metal, con la volontà di sperimentare, attraverso lo
stile unico della sua chitarra fretless, esplorando (a)simmetrie
progressive e costruzioni orchestrali.
Per realizzare quest’opera ambiziosa, ha chiamato a sè Morean (voce, Alkaloid, Dark Fortress), Arran McSporran (basso fretless, Virvum, Vipassi) e Mike Heller (batteria, Fear Factory), oltre a una cinquantina di musicisti di diversa estrazione, compresa quella classica.
Ne risulta un disco dalla forma mutevole, avventuroso e intriso di virtuosismo, che guarda al passato, pescando dagli elementi distintivi di un funambolico shred e dall’urgenza feroce del death, imboccando, però, una traiettoria innovativa e indossando abiti progressivi in una visione che urla, corre e scalcia, in un contesto, però, di accurato e intelligente songwriting.
Così,
sebbene il progressive e il technical death metal inizino a definire i
primi brani, nella lunga scaletta, grazie a una visione più ragionata e
complessa, vengono introdotti ensemble d'archi giocosi ("Falling in
Circles"), partiture di oud che deformano il ritmo ("World? What
World?") e cori guidati dalle tabla ("Changeling").
Naturalmente, la dissonanza eccessiva e gli avanguardismi possono spesso rappresentare pesanti barriere al godimento a lungo termine, soprattutto per chi predilige sonorità estreme tout court. E sebbene Changeling punti molto sia sul carisma vocale eccentrico ed emotivo di Morean ("Abyss" e "Abdication" ospitano i momenti salienti), sia nelle esplorazioni tonali aliene ("Cathexis Interlude"), il peso dei riff e la potenza stupefacente delle anomalie fretless di Geldschläger ancorano il disco a una magistrale abilità nella scrittura, in cui ogni idea è elaborata con incisiva scaltrezza.
Nonostante
questa coesione generale perfettamente riuscita, ogni traccia del
disco, come accennato, introduce un nuovo elemento, che sia semplice
utilizzo degli ottoni ("World? What World?"), l'inseguimento di
percussioni traballanti ("Changeling"), o un’orchestrazione onirica
("Abdication").
Changeling non è solo un’opera complessa, ma possiede anche un lungo minutaggio (dura più di un’ora), circostanza che rende l’ascolto ancora più ostico. Ci vuole tempo, ci vuole pazienza, ci vuole attenzione. Non tutti avranno voglia di affrontare un simile viaggio sperimentale, in cui le asprezze estreme del metal si intrecciano alle coordinate ingarbugliate di una scrittura indifferente all’ovvio e alla prevedibilità. Chi avesse voglia di avventurarsi, però, potrebbe rimanerne stregato. Vale la pena fare un tentativo.
Voto: 7,5
Genere: Progressive Death Metal
Blackswan, giovedì 21/08/2025
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