"Lo spettro" si chiudeva con una scena pietrificante. Harry Hole che,
centrato al petto da tre colpi di pistola, cadeva pensando: "E finita,
finalmente è tutto finito". "Polizia" ricomincia da lì, qualche mese
dopo, con un uomo in coma piantonato giorno e notte in ospedale. E Oleg,
il ragazzo che gli aveva sparato, spedito a disintossicarsi in una
clinica svizzera, e poi Rakel, fidanzata storica di Harry, con un lavoro
a Ginevra. Oslo nel frattempo è stata sconvolta dai delitti bestiali di
un serial killer che si accanisce proprio contro la polizia. Il
macellaio dei poliziotti, l'hanno soprannominato. Perché, dopo averli
attirati sul luogo di omicidi irrisolti, letteralmente ne spappola i
corpi. La polizia ha perso Harry Hole, il suo esperto in fatto di
assassini seriali. E anche ammesso che Harry sia ancora vivo, sarebbe
disposto a occuparsi del caso? Nessuno si sarebbe mai più trovato in
situazioni limite, questo Harry aveva promesso a Rakel. E una volta
tanto sembrava deciso a mantenere la promessa. Ma l'amore di una donna è
sufficiente a salvare un uomo da se stesso e dai propri fantasmi?
Ogni volta che mi approccio a un nuovo romanzo di Jo Nesbo, provo
due sensazioni fra loro antitetiche. La
prima è quella di sedermi al tavolo della trattoria sotto casa, un luogo
frequentato ormai da anni, di cui so che i piatti sono sempre gli stessi, è
vero, ma di ottima qualità. Per converso, la seconda, è quella di dubitare che
lo chef riesca a essere sempre all’altezza, temendo che prima o poi ti serva
gli avanzi del giorno prima o sbagli la cottura della pasta o stia troppo indietro
col sale. Così succede che ogni volta che torno al mio amato Harry Hole, lo
faccia sempre chiedendomi preventivamente se non sia il caso provare il
ristorante del centro di cui tutti mi hanno parlato bene. Poi, basta un
assaggio, e so per certo che non c’è partita e che anche oggi mi alzerò dal
tavolo soddisfatto della mia scelta. E questo, perché Nesbo appartiene alla
ristretta cerchia degli scrittori che non deludono mai, anche quando non sfoggiano
un brillantissimo stato di forma (vedi Il Cacciatore Di Teste). Così, Polizia,
seguito del capolavoro Lo Spettro, non solo regge il confronto con il suo
predecessore, ma a tratti è anche meglio. L’impressione, infatti è che il
livello di scrittura sia ulteriormente migliorato e che i colpi di scena,
invece di ripetersi o diminuire di numero, come sarebbe anche legittimo dopo
una carriera sempre sul pezzo, si riproducano in nuove fogge e alla velocità
della luce. Impossibile sottrarsi a un ritmo così serrato, impossibile non
essere affascinati da un intreccio di vicende così abilmente tessuto. Tanto
che, se proprio occorre fare uno sforzo per trovare un difetto al libro,
potremmo dire che verso il finale la testa gira un po’ troppo per le tante
emozioni e qualche passaggio può sfuggire. Per il resto, non c’è che dire: un
gran thriller e un libro di intrattenimento sopra la media. Come di consueto.
Buon appetito!
Blackswan, giovedì 27/02/2014