Sesta traccia da Beggars Banquet (1968), settimo album in studio dei Rolling Stones, "Street Fighting Man" è una canzone che parla dei disordini civili verificatisi in Europa e America, durante il 1968. In quell’anno, ci furono numerose rivolte studentesche a Londra, Parigi e negli Stati Uniti contro la guerra del Vietnam.
L'evento specifico che spinse Mick Jagger a scrivere il testo del brano fu una manifestazione avvenuta a Grosvenor Square, a Londra, il 17 marzo 1968. Jagger (insieme a Vanessa Redgrave), si unì a circa venticinquemila dimostranti per condannare il conflitto nel sud est asiatico. I dimostranti marciarono verso l'ambasciata americana, dove la protesta divenne violenta. La polizia a cavallo caricò la folla, che rispose lanciando pietre e fumogeni. Circa 200 persone furono portate in ospedale e altre 246 arrestate.
Jagger,
però, non arrivò fino all'ambasciata: prima che la protesta diventasse
violenta, la abbandonò, tornando a casa sua nella vicina Cheyne Walk,
sostenendo, in seguito, che la sua celebrità, l’essere fermato e
riconosciuto ogni dieci metri, era un ostacolo alla manifestazione,
poiché la sua presenza distoglieva l’attenzione dei manifestanti dal
vero obbiettivo.
"Street Fighting Man" è stata la prima canzone degli Stones a prendere una precisa posizione politica, sebbene il testo lamenti una certa rassegnazione di fondo. Jagger, infatti, apre la canzone cantando "perché l'estate è arrivata ed è il momento è giusto per combattere in strada", ma subito dopo sembra quasi mollare il colpo, quando il testo recita "Ma cosa può fare un povero ragazzo, se non cantare in una rock and roll band, Perché nella sonnolenta Londra non c'è posto per un combattente di strada".
Questo senso di frustrazione, l’idea sottesa che comunque tutto è inutile e che nulla potrà mai cambiare le cose, potrebbe essere il motivo per cui i Rolling Stones sono diventati nel tempo apolitici, concentrando le loro liriche su temi diametralmente opposti alla militanza. Decisamente più probabile, però, è che la fama, la ricchezza, l’essere amati trasversalmente da destra e sinistra, abbia spinto la band a non esporsi per non indispettire una parte dei fan. Non è un caso che "Street Fighting Man", non appena pubblicata, scatenò numerose polemiche.
Negli Stati Uniti, la canzone uscì come singolo il 31 agosto 1968, solo pochi giorni dopo la Democratic National Convention, che si era tenuta dal 26 al 29 agosto. La convention venne funestata da numerosi atti di violenza, culminati con feroci cariche della polizia di Chicago nei confronti dei manifestanti. Quando la canzone venne pubblicata, tutte le stazioni radio di Chicago (e la maggior parte nel resto del paese) si rifiutarono di trasmetterla per paura che avrebbe rinfocolato l’odio e istigato altri disordini. Negli Stati Uniti o a Chicago non ci fu alcun divieto ufficiale di trasmette il brano, ma le stazioni radio sapevano che era nel loro interesse evitare di passare canzone, il che spiega il motivo per cui "Street Fighting Man" si attestò a una misera posizione in classifica (si fermò al numero 48). Tra l'altro, negli States, il singolo fu pubblicato originariamente con un'immagine sulla copertina della polizia che picchiava i manifestanti a Los Angeles. Questo singolo fu rapidamente ritirato dalla casa discografica, ed è ora un raro oggetto da collezione.
Se il testo fu scritto da Jagger, Keith Richards si dedicò alla composizione del brano a partire dalla fine del 1966, e fu un lavoro davvero impegnativo, perché non riusciva a farlo suonare come avrebbe voluto. La svolta arrivò quando acquistò un registratore a cassette Philips e si rese conto che poteva ottenere un suono asciutto e nitido suonandoci la sua chitarra acustica (una Gibson Hummingbird), che poteva poi distorcere riproducendola attraverso un altoparlante e in un registratore da studio. E così fece. Tra l’altro, l'unico strumento elettrico dell'intera canzone è il basso, e anche la batteria di Charlie Watts consisteva in un piccolo kit da batterista risalente agli anni ‘30.
Curiosità. Prima della sua versione definitiva e politicizzata, la canzone si sarebbe dovuta intitolare "Did Everybody Pay Their Dues?" e il testo avrebbe dovuto raccontare la storia di un capo indiano e della sua famiglia. Ma pensa te!
Blackswan, martedì 09/09/2025