giovedì 30 aprile 2015

ROSSO VERGOGNA






Che Renzi avrebbe chiesto la fiducia, lo sapevano anche i bambini. E’ state pur certi che non è stato né un atto di debolezza, né tanto meno uno spregiudicato colpo di mano (non ne ha bisogno). Semplicemente, conoscendo bene con chi ha a che fare, sapeva benissimo che avrebbe vinto la partita. Facile, facile, e senza perdere tempo. Dal momento che l’uomo non prova il benché minimo rispetto per le regole costituzionali e  per il contraddittorio parlamentare, ha solo scelto la strada più rapida per portare a casa una riforma inutile, anzi perniciosa, per i cittadini, ma alla lunga assai proficua per le proprie aspirazioni presidenzialiste.  La sinistra PD (diciamo: presunta sinistra), i cosiddetti “dissidenti”, hanno quindi calato in blocco le brache: in parte hanno risposto positivamente al quesito del Governo, altri, in minor numero, ma non per questo meno significativi, si sono astenuti. Inutile ricordare ai primi, che per comodità chiamerei i Poltroneros, che in Italia non esiste vincolo di mandato e che lor signori sono al servizio dei cittadini, non del PD o del Governo (rectius: della poltrona). Se una legge fa schifo, non hanno solo la facoltà, ma il dovere di non votarla. I secondi, che per comodità chiamerei invece Chihuahua, ricordano quei cagnolini, più simili ai topi invero, che da dietro una cancellata, baldanzosi, abbaiano con strepiti indicibili, ma quando ti avvicini loro, coda tra le gambe, guaiscono di paura e fuggono alla velocità della luce. A costoro suggerirei un uso costante dello specchio: oggetto utile non solo a rassettare acconciature e chieriche, ma soprattutto a indurre quel senso di disgusto contiguo allo sputo, che si prova ogni volta che ci troviamo di fronte a un uomo senza dignità. In entrambi i casi, questi presunti “dissidenti”, possiedono l’impalcatura etica di un paramecio. Con rispetto parlando, ovviamente, dei parameci. E già che ci siamo, qualcuno mi saluti Mattarella. A proposito: è ancora vivo?

Blackswan, giovedì 30/04/2015

SCHOOL OF ROCK: LA MACCHINA DEL TEMPO - QUARTA E ULTIMA PUNTATA

Il Renzino Biricchino

Ho visto questo video solo ieri su Facebook. Lo cerco oggi su youtube e noto che fu pubblicato il 17 Gennaio 2015, che in un mondo globale ad alta velocita' come il nostro lo rende parecchio obsoleto. Ciononostante, credo meriti di essere visto, da chi non lo avesse ancora fatto, o di essere rivisto, da chi invece ha gia' avuto modo  ma non ricorda bene....o ha cercato di dimenticare. E vorrei che questo post aiuti la sua diffusione visto che su youtube ha avuto "appena" 175mila visualizzazioni. Meglio diffondere il verbo dunque.

Il video fu trasmesso da CANAL+ francese e mostra i modi molto educati del nostro  capo del governo italiano in visita nella capitale belga.
Modi tutti nostri, tipicamente italioti, che danno davvero noia e che si commentano da soli
E meno male che Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo, se la ride....

Il dubbio che sorge e' vecchio come l'uovo e la gallina: era meglio quando si stava peggio?? (cum Silviettum nostrum)

ai posteri l'ardua sentenza

Certo e' che noi, cittadini onesti con senso civico, non possiamo proprio "stare sereni".........


Offhegoes
30.04.15

mercoledì 29 aprile 2015

WAXAHATCHEE - IVY TRIPP

Fortunatamente il moniker di Katie Crutchfield lo devo scrivere e non pronunciare, perchè se no sarebbe un bel casino. Ma è anche vero che Waxahatchee (il nome di un affluente del Coosa River, fiume dell'Alabama) sia la cosa più originale inventata da questa giovane ragazza americana, arrivata qui alla terza prova in studio. Un po’ cattivello come inizio, vero ? Forse ho esagerato, però è anche vero che Waxaequalcosa non faccia nulla per modificare un suono smaccatamente derivativo dagli anni '90 (Weezer, Breeders, etc…) nè, mi pare, che cerchi quello scatto decisivo per uscire da un torpore che continua a produrre brani indie rock innocui e scontati. Si sa, però, che certi artisti molto indie fanno tendenza proprio perchè indie e che buona parte della stampa specializzata proprio non riesce a parlarne male, anche se onestà vorrebbe. Anzi, si snocciolano paragoni sempre più insistenti (e improbabili) con le varie Sharon Van Etten e le PJ Harvey di turno. Ma al di là delle iperboli trendy con cui la critica lustra il proprio curriculum a discapito degli ascoltatori, basta qualche ascolto di Ivy Tripp per comprendere che toni tanto entusiastici sono quanto meno impropri. Oddio, alla Crutchfield perdoniamo la giovane età e un approccio acerbo alla composizione (quindi confidiamo che il tempo possa portarle consiglio), riconosciamo il merito di misurarsi con sonorità lo-fi che tengono basso il tiro e apprezziamo la capacità di inventarsi ritornelli a presa facile, buoni per una fischiatina sotto la doccia. Ma il quadro d'insieme ci impone di parlare di un album altalenante, illuminato talvolta da sprazzi di luce (La Loose) ma spesso propenso ad annoiarci, privo com'è di picchi compositivi e in balia di una mediocrità che solo un pò di coraggio in più potrebbe emendare. In prospettiva ci sono indubbi margini di miglioramento, ma forse non vale la pena perdere tempo e ascolti preziosi per qualcosa che ora non c'è e che forse non arriverà mai.

VOTO: 5,5





Blackswan, mercoledì 29/04/2015


martedì 28 aprile 2015

MURDER BY DEATH – BIG DARK LOVE



Indie rock, indie – folk, alt-country, goth folk. Scegliete a caso una di queste definizioni comunemente usate per inquadrare la musica dei Murder By Death e mettere in conto che probabilmente avrete scelto il termine sbagliato. Soprattutto avendo riguardo a quest’ultimo Big Dark Love, settima fatica in studio della band proveniente da Bloomington (Indiana) e capitanata da Adam Turla, voce tenebrosa e songwriting cristallino, uno dei dischi stilisticamente meno coerenti ascoltati quest’anno. Meglio, quindi, partire dalle poche certezze, da quei pochi dati di fatto che sono le costanti di un disco altrimenti eccessivamente disomogeneo: da un lato un mood  crepuscolare e malinconico che si mantiene intatto per tutta la mezz’ora di durata dell’album; dall’altro, una ricchezza di strumentazione e arrangiamenti (il violoncello di Sarah Balliet, soprattutto, è una presenza decisiva nello sviluppo melodico di molti brani) che rendono il suono pieno e corposo. Fine delle certezze. Big Dark Love, infatti è un disco umorale, che modifica continuamente canoni espressivi, che confonde le idee spaziando fra diversi registri, che cambia le regole del gioco in corso d’opera e mette tanta carne al fuoco, riuscendo miracolosamente a non suonare mai sovrabbondante (aiuta la contenuta lunghezza dei brani che solo in un caso superano i quattro minuti). Nella prima parte del disco, infatti, sembra talvolta di ascoltare i The National (Strage Eyes), ma approfondendo gli ascolti si percepiscono anche echi molto british (la title track) e sonorità rasenti al soul, come nella doppietta centrale, assai brillante a onor del vero, di Dream In Red e Solitary One. Nella seconda parte, invece, si vira verso un suono decisamente più americano, rielaborato modernamente (Send Me Home mi ha fatto pensare ai Richmond Fontaine), levigato col pop per passaggi radiofonici (Last Thing), ossequioso verso la tradizione (Natural Pearl possiede lo stesso dna del Boom Chika Boom di Johnny Cash) e di derivazione cinematografica (Morricone e il western della conclusiva, splendida, Haunted). In definitiva non c’è nulla di lineare e scontato in Big Dark Love, e soprattutto all’inizio il rischio è quello di perdere il bandolo della matassa; eppure, sorprende il fatto che, nonostante la mancanza di coerenza stilistica, il risultato finale suoni tutt’altro che confuso. Fascinoso, semmai. Bisogna solo lasciarsi andare a qualche volo pindarico e sbrigliare un po’ la fantasia: le suggestioni arriveranno senz’altro.

VOTO: 7





Blackswan, martedì 28/04/2015

lunedì 27 aprile 2015

IL MEGLIO DEL PEGGIO





"Ma chi se ne frega di Gianni Morandi. Che si faccia una cantata. Lui fa lezioni di generosità agli altri con decine di milioni di euro sul conto corrente...Gianni Morandi me lo ascolto mentre si fa mandare dalla mamma a prendere il latte....Se è così attento alle esigenze degli immigrati, dia il buon esempio: accolga, ospiti, mantenga e paghi di tasca sua" . (Matteo Salvini)

Quando si dice, tirarsi la zappa sui piedi. Fossi stata al posto di Salvini, avrei evitato ogni riferimento al latte semplicemente per una questione di buon senso. Lo scandalo legato alle quote latte e al sostegno della Lega agli allevatori fuorilegge, rei di avere superato il limite di produzione imposto dalla Commissione Europea, sono ancora attuali e nonostante l'ingente danno economico causato allo Stato, Salvini, anzichè indossare la felpa con la parola "Abbiamo sbagliato", persevera nel solito becero battibecco sugli immigrati. Del resto, incombono le elezioni regionali e per il leader felpato non c'è tempo da perdere. Quel che conta è fare impressione sulla massa con parole e gesti simbolici. 
Tutto fa brodo per la causa, dunque: proporre l'affondamento dei barconi, respingere gli immigrati e, se necessario, guidare pure le ruspe, come è accaduto a Scandicci, in un campo rom. "Ringrazio la Livorno democratica, diamo una lezione di democrazia a questi sfigati", rintuzza il ruspante Matteo rivolgendosi a un gruppo di contestatori, armati di uova, durante il suo comizio nella città toscana. Se dissenti da qualcuno, ti tirano le pietre. Quando va bene si è apostrofati come sfigato, gufo o rosicone. Quando va male si è oggetto di offese riprovevoli come quelle rivolte dal candidato sindaco per la Lega Nord di Canossa alla opinionista Selvaggia Lucarelli, che esprimendo un'opinione sul dramma dell'immigrazione, le è stato scritto su Facebook: " Zitta, puttana".
E' la politica dell'hate speech, degli insulti da tifoseria da stadio. L'offesa come strumento di comunicazione sembra, ormai, prevalere sul confronto moderato e civile. In Parlamento e sulla rete. Sui giornali e nei programmi di approfondimento. Da destra a sinistra si irride l'avversario con insulti e provocazioni. Neppure i defunti sono risparmiati dalla violenza verbale.
Come le frasi oltraggiose rivolte da Fabio Tortosa (il poliziotto che, durante il G8 di Genova, partecipò al blitz alla scuola Diaz) a Carlo Giuliani con tanto di placet di una certa parte politica, onorevole Santanchè in testa. Il sanguigno Tortosa è stato sospeso.
La Santanchè, purtroppo, rimane al suo posto, pagata da noi italiani, mentre i talk show se la contendono come ospite.
Restano poltronati anche tutti quei "signori" della politica che, pur rappresentando le istituzioni, si rendono complici e, a volte, ispiratori di una deriva morale ormai irreversibile.  

Daniela Santanchè sugli immigrati: "Tutta questa gente dove trova i soldi per pagare gli scafisti? Io ho un sospetto: molte di queste persone sono pagate perchè vogliono farle venire in Italia per invaderci, per conquistarci".

Silvio Berlusconi ai deputati di Forza Italia: "D'ora in poi farò solo convegni al chiuso: sono tra gli obiettivi dell'Isis, sono in cima ai loro bersagli".

Antonio Razzi su Twitter: "Vi rendete conto, mi hanno proposto con tanta crana un film porno!"

Renato Brunetta, in un'intervista al Corriere della Sera: "Siamo di fronte alla rinascita di Berlusconi...ora, (estinta la pena) cambia tutto. Adesso, finalmente, è il tempo della rinascita".

Cleopatra, lunedì 27/04/2015