La canzone che Sarah McLachlan ama di più, quella che amano di più i suoi fan. La classica signature song, quella che identifica la storia di un artista, un successo clamoroso, che spinse l’album da cui è tratta, Surfacing (1997), fino alla prima piazza delle classifiche canadesi, vendendo, poi, nei soli Stati Uniti ben otto milioni di copie (disco di platino).
Una canzone scritta di getto, in poche ore, in un momento, come talvolta capita, in cui la felicità di sentirsi vivi e musicisti riesce a compiere autentici miracoli. Eppure, questa canzone, nata in un momento di assoluta felicità, tratta un tema dolorosissimo. La McLachlan, infatti, scrisse Angel per raccontare la lotta di un tossicodipendente con il mondo che lo circonda, mentre l’angelo, che non ha nulla di spirituale, simboleggia le droghe a cui il tossicodipendente si arrende ripetutamente.
Il
brano fu ispirato al tastierista degli Smashing Pumpkins, Jonathan
Melvoin, che andò in overdose di eroina e morì nel 1996. McLachlan non
lo conosceva personalmente, ma quando lesse della sua morte su Rolling
Stone, sentì una forte connessione, dato che era appena uscita da due
anni on the road in cui "non c'è nulla di costante ma tutto diventa uguale".
La musicista canadese affermò che quella canzone nacque per cercare di
comprendere quali fossero i motivi che spingono un essere umano a
diventare dipendente dall’eroina: “Anch'io sono stata così con le
spalle al muro e fottutamente persa da non sapere più chi ero, ti senti
sperduta, ed è allora che cerchi una via di fuga. Non sono mai ricorsa
all'eroina, ma a tante altre cose nel tentativo di scappare"
La canzone ha avuto una popolarità duratura, perché, oltre a essere bellissima, nel corso degli anni è stata utilizzata in molti modi diversi, sia nelle colonne sonore di film (City Of Angels del 1998) e di serie tv, che in programmi per bambini, ai funerali o ai matrimoni, tutte occasioni in cui il senso della canzone è stato completamente frainteso. Alla McLachlan questa circostanza non è mai importata e non si è mai risentita del fatto che un brano sulla droga potesse essere utilizzato in contesti agli antipodi del suo effettivo significato: “Penso che una volta che un artista pubblica una canzone”, ebbe a dire, “questa diventa aperta all'interpretazione, e lascio di proposito una certa ambiguità nelle canzoni in modo che le persone possano mettere in relazione le canzoni con se stesse e con le loro storie".
Non c’è da stupirsi, allora, se Angel,
negli Stati Uniti, sia diventata la sigla degli spot pubblicitari
dell'ASPCA (American Society for the Prevention of Cruelty to Animals)
che hanno iniziato a circolare nel 2007. Queste pubblicità, grazie alla
canzone, si sono rivelate incredibilmente efficaci, generando donazioni
per oltre trenta milioni di dollari, e hanno collegato indissolubilmente
McLachlan alla difesa dei cani e dei gatti maltrattati.
Angel, inoltre, è stata anche una canzone molto importante per il rapper dei Run-DMC, DMC, che l'ha ascoltata più e più volte mentre combatteva contro la dipendenza e la depressione. "Non poteva liberarmi dalle ferite, ma 'Angel' era come un salvagente lanciatomi durante una tempesta", ha scritto nel suo libro di memorie del 2016, Ten Ways Not To Commit Suicide. "Non mi ha tirato fuori dall'acqua, ma mi ha aiutato a rimanere a galla finché non è arrivato altro aiuto." Potere della musica.
Blackswan, lunedì 07/04/2025