lunedì 18 agosto 2025

Southern Avenue - Family (Alligator, 2025)

 


Sono passati otto anni dall’omonimo album d’esordio dei Southern Avenue, un tempo in cui la band ha affinato il proprio suono e reso sempre più coeso l’affiatamento che lega i quattro membri della line up. Allora, non è un caso intitolare il quarto album Family, con evidente richiamo alla hit del 1979 a firma Sister Sledge. D’altra parte, il quartetto originario di Memphis è composto dalle tre sorelle Jackson (Tierinii alla voce solista, Tikyra alla voce/batteria e Ava alla voce/violino) e dal marito di Tierinii, uno straordinario chitarrista di origini israeliane, che non ha nulla da inviare ai migliori specialisti del settore (Ori Naftaly).

Come accennato, la band ha perfezionato nel tempo la sua proposta, che ibrida soul, blues, funk, gospel e rock, attraverso album costantemente di altissimo livello e da un lavoro ininterrotto in tournée, che ha conquistato il pubblico con un filotto di concerti al cardiopalma.

Family è inoltre il primo disco pubblicato su una nuova etichetta (i primi album sono usciti per la Stax), l’iconica Alligator, nota per il suo portafoglio di artisti blues e blues-rock, e per un approccio meno convenzionale alla pubblicazione, che consente l’imparentamento fra sonorità classiche e un tocco musicale più contemporaneo e audace.

Bastano pochi secondi dell’iniziale "Long Is The Road" per comprendere la caratura della band: r’n’b sanguigno, interplay fra le voci perfettamente sincronizzato, ritornello scalciante e il lavoro alla sei corde di Naftaly, uno che mastica il blues con un tocco acidulato di rock.

Le canzoni di Family sono all’insegna del groove e del ritornello trascinante e sono immerse nei sentori untuosi del R&B di Memphis, anche quando giocano con il funky in mid tempo, come nella vibrante "Upside" (con un assolo finale di Naftaly scarno e pungente) o nella più carezzevole "Gotta Keep The Love" (qui il tocco della chitarra strizza l’occhio al jazz).

In "Sisters", le tre sorelle armonizzano le tre voci come solo tre sorelle potrebbero fare, e la slide sotterranea e sinuosa di Naftali si connette mentre il trio canta "And together we'll take the world", come se fosse la cosa più ovvia e realizzabile del mondo.

Quando, poi, parte "Flying" e la Tierinii urla "If I die, at least I'll die flying" si apre lo scenario di un blues paludoso e tirato, con la chitarra e l’organo a scavare sedimenti roots. Blues che ritorna, in chiave rock, nel riff cattivo, crudo e ossessivo nelle torbide atmosfere bayou di "Late Night Get Down".

E se "Rum Boogie" arde e fiammeggia, trascinando con un groove scalciante, la batteria militaresca che sostiene la chiusura di "We Are" sembra rubata a "50 Ways to Leave Your Lover" di Paul Simon, prima che il brano si innalzi in un turbinio funky rock, in cui il trio di voci si fonde cantando "We are the music of the soul", per poi concludere a cappella con un esplosivo "We are healing". La musica come guarigione al male di vivere.

Funziona tutto in Family, un disco dalla scrittura classica, ma dall’approccio contaminato, e suonato con una maestria che lascia a bocca aperta. Le armonie vocali delle sorelle, infatti, sono spontanee, organiche e evidentemente influenzate dalla loro educazione religiosa, i comprimari (tra cui Luther Dickinson dei North Mississippi Allstars) interpretano alla perfezione il mood scalpitante del disco e Naftaly è un chitarrista coi fiocchi che, senza strafare, si mette al servizio delle canzoni per metterne in luce la vera anima. Pochi tocchi, ma tutti decisivi.

E’, però, la cantante solista Tierinii il punto focale dei Southern Avenue: la sua voce, grintosa e sicura, sostiene e insuffla di energia la musica, sprigionando scintille, che spesso divampano in incendi emotivi impossibili da spegnere.

Voto: 8

Genere: Blues, Rock, R&B, Funky

 


 

 

Blackswan, lunedì 18/8/2025

Nessun commento: