Le menzogne di Berlusconi si stanno sciogliendo come neve sotto il sole caldo di questo inizio aprile.Le 48-60 ore che sarebbero state necessarie per evacuare i migranti da Lampedusa sono trascorse invano.I profughi tuttora sull’isola sono 4000.E non più accondiscendenti e speranzosi come la settimana scorsa.Ieri infatti si sono verificati i primi incidenti,come succede tutte le volte che prometti ad un disperato e poi non mantieni la parola data.Il cibo peraltro scarseggia e quello distribuito pare sia prossimo,per sapore e odore, al pastone del cane.Intanto sul molo sono fermi i tir della Caritas contenenti una cucina da campo in grado di preparare mille pasti al giorno.La lasciano lì.Non l’hanno mai montata perché i migranti avrebbero dovuto lasciare l’isola in un paio di giorni.Non è certo migliore la situazione della tendopoli lager di Manduria, da cui i migranti fuggono in massa verso l’agoniata meta francese ( forse con la connivenza delle stesse forze dell’ordine ).Ma le patacche che Berlusconi ha rifilato agli italiani sono più d’una.La villa che Cerottone avrebbe dovuto comprare sull’isola per sentirsi lampedusano a tempo pieno,alla fine non l’ha comprata ( pare che la zona fosse eccessivamente rumorosa ),mentre l’accordo sbandierato non più tardi di un giorno fa con la Tunisia per i rimpatri degli immigrati è stato sbugiardato dallo stesso governo tunisino,che ha smentito di aver firmato alcunchè.Il fiume in piena delle menzogne usate come spot elettorale somiglia tristemente a quello che si era riversato sugli aquilani nei giorni immediatamente successivi al terremoto.Oggi,a due anni esatti dal quel disastro,i numeri della ricostruzione sono questi: 19 insediamenti costruiti lontano dalla città,38.057 persone mai più rientrate nelle proprie abitazioni,1300 persone vivono ancora in alberghi o nelle caserme,5 le attività commerciali riaperte in centro su 1500 funzionanti prima del sisma.Nel frattempo,la zona rossa è ancora chiusa ed è presidiata dai militari giorno e notte e dei lavori di ricostruzione non c’è traccia.C’è un ulteriore dato che agghiaccia il sangue:il consumo dell’acqua a L’aquila è lo stesso di due anni fa,quando in città vivevano 14.000 persone oltre agli studenti universitari provenienti da fuori. Questo succede perché le tubature spaccate a seguito del terremoto non sono mai state riparate.Le bugie di Berlusconi sono come l’acqua che fuoriesce inutilmente da quelle condutture: è la macabra offesa alla dignitosa disperazione di tanti uomini e donne segnati irrimediabilmente dalla tragedia.Uomini e donne che,lontani dalla luce dei riflettori degli spot elettorali,sono stati abbandonati nella ricostruzione delle proprie dolorose esistenze.
Blackswan, domenica 03704/2011
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