La bruciante sconfitta del PSOE alle elezioni regionali e municipali di domenica 22 Maggio, colora la Spagna dell’azzurro della bandiera del Partido Popular (PP).
A livello municipale, ll PSOE perde praticamente ovunque anche nelle citta' storiche. Clamorosa e' la "caduta" in Catalunia, a Barcellona e Gerona, dove i nazionalisti del CiU ottengono la maggioranza relativa (29% e 32% rispettivamente). Il PSOE si assesta secondo ma perde una storica leadership in una regione importante a favore del partito nazionalista catalano. Perde anche con i nazionalisti baschi sia a Bilbao (contro PNV e terzo dopo un clamoroso secondo PP) sia a San Sebastian a favore del neonato partito nazionalista Bildu (che si affianca al PNV) ma rimanendo secondo partito.A livello regionale ancora peggio. Tutte le regioni come si vede nella mappa sopra a sinistra in mano al PP, anche storiche come la Mancha o Extremadura.
Un risultato che si aspettavano in molti ma forse non in una forma cosi accentuata.
A mio avviso preoccupanti le vittorie dei nazionalisti vasco/catalani. Sicuramente una bella gatta da pelare per il ormai quasi sicuramente prossimo (tra un anno le elezioni generali) governo dei Popolari. Ma soprattutto un brutto segnale politico e sociale in generale, particolarmente in quelle regioni.
Zapatero paga cara la crisi. Almeno questa la magnanima autocritica fatta dallo stesso Jose Luis. In realta’ ZP paga anche una certa cattiva immagine lasciata dal suo Governo durante il secondo mandato, soprattutto in relazione alla previsione e gestione della crisi ai suoi albori, quando sembrava quasi negare l'esistenza della stessa con previsioni in ribasso ma ottimistiche. Per alcuni mesi sono davvero sembrati allo sbaraglio. La realta' dei fatti fu diversa, come sappiamo, la crisi fu ed e' ovunque piu' lunga e grave, mentre la ripresa e' sempre piu' lontanta ed imprevedibile. Paga anche scelte di politica economica e riforme per la correzione del deficit, necessarie in Europa, ma che come si puo' immaginare sono state molto impopolari. Oltre che sorpendentemente "disinvolte" per un governo di sinistra (tagli agli stipendi pubblici). Ma si sa che in molti Paesi si sono fatte scelte simili. Insomma crisi ed altro. Quando il PSOE vinse le elezioni generali del 2004 si disse che fu una vittoria "emotiva", per le scelte guerrafondaie di Aznar e le vittime del tragico attentato di Atocha. Eppure il PSOE vinse anche quattro anni dopo, nel 2008, pur riducendo il distacco dal PP da 1.3 milioni di elettori del 2004 al appena 1 milione nel 2008 (-20% circa). Dal 2008 pero' l'economia ha subito una recessione piu' accellerata. Il dato sulla disoccupazione spagnola arrivata ad otre il 20% lo testimonia in modo allarmante. E non appena l'economia e' precipitata il malcontento, che gia' aleggiava, si e' diffuso maggiormente e si e' iniziato a guardare a destra, come testimoniano queste recenti elezioni. Come se e' li che si trovassero le risposte giuste per definizione. Psicologia della massa a me spesso incomprensibile.
I risultati elettorali, dicevo, sembrano quasi chiaramente indicare l'esito delle prossime generali: Il futuro della Spagna si tinge dell'azzurro popolare. Rajoy (presidente del PP) sorride contento e chiede gia' a voce alta dimissioni ed elezioni subito. Ovviamente, c'era da aspettarselo.
Zapatero, capitano di una barca che affonda, molto meno sorridente, nega rotundamente la necessita' di elezioni e considera un dovere politico/morale terminare la legislatura per portare a termine il processo di rinnovamento e di crescita iniziato dal suo Governo con le riforme poste in essere. Killers, quante volte abbiamo visto questo film? Nel frattempo si deve anche decidere all'interno del PSOE chi sara' il successore alla testa del partito e candidato alla presidenza del Governo, visto che ZP ha dichiarato che non si ripresentera'. Forse prende tempo anche per questo. O per decidere il successore o per rimanere lui stesso (magari presentando altri doveri politico/morali). Ancora, Killers, quante volte abbiamo visto questo film?
Il Movimento del 15-M di cui abbiamo parlato domenica sembra non avere influito affatto sull'esito elettorale. Percentuali di astensionismo e voti nulli vicine al passato (nelle municipali inferiori) indicano che l'apartitismo del movimento non ha spinto un aumento dei non votanti o verso altri partiti. E dubito possano in alcun modo aver spinto a destra, verso il PP. Un movimento che comunque a mio avviso lascia il segno nella politica spagnola, per avere sollevato un nuovo dibattito, nuove riflessioni e soprattutto aver segnalato un nuovo modo di aggregazione e di protesta dei cittadini. Peccato solo che i politici non lo abbiano capito affatto. Rajoy che invita ZP ad prestare orecchio alla gente della Puerta del Sol dimostra di non aver proprio letto il vero messaggio della protesta (se leggesse le loro proposte non sarebbe d'accordo con nemmeno una). Ma l'importante e' che lo abbia capito la gente. Che ci sia stata risonanza ma soprattutto la solidarieta' spontanea che abbiamo visto in tutto il Paese settimana scorsa.
Io ormai mi rassegno ai giochi della politica ed alla psicologia di massa. Aspetto curioso gli eventi. Non credo che il ZP e il suo governo riusciranno a fare cambiare idea agli elettori in un anno. Vedremo, allora, quali proposte e quali soluzioni sara' in grado di porre in essere la destra, che in questi quattro anni si e' limitata ad una opposizione a volte puerile di puro alterco e contrasto.
Ma se pensiamo che addirittura si parla (dati Ocse) di un possible inizio di ripresa in Spagna alla fine del 2012 (con disoccupazione al 19.3%) e una crescita dal 2015 (con disoccupazione al14.5%) la luce alla fine del tunnel pare essere ancora lontana. L'azzurro dei popolari si oscura, assomigliando piu' a un blu notte.
Offhegoes
Offhegoes
Nessun commento:
Posta un commento