Le trombette di regime l'hanno chiamata aggressione,rapina a mano armata,persecuzione,scippo.Pur rendendomi conto che mentire è il loro mestiere e che sono pure pagati profumatamente per farlo,mi permetto di suggerire che quella della seconda sezione civile del Tribunale di Milano possa essere chiamata semplicemente sentenza.Una sentenza sacrosanta,peraltro,che cristallizza principi giuridici già accolti dal giudice Mesiano in primo grado e che trova il proprio presupposto in tre gradi di giudizio penale.La vicenda che vede coinvolto Berlusconi e la CIR di De Benedetti dura da vent'anni,è estremamente complessa nel suo divenire processuale,ma maledettamente semplice nei sui snodi essenziali.Cercherò di riassumerla in soldoni e in modo comprensibile a tutti.De Benedetti e Berlusconi sono entrambi azionisti della Mondadori,ma De Benedetti è azionista di maggioranza.Quest'ultimo per consolidare la propria posizione si accorda con la famiglia Formenton,che si impegna a vendergli il proprio pacchetto azionario.La famiglia Formenton cambia poi idea,e si schiera con Berlusconi, che diviene presidente della casa editrice.Il patto stipulato fra i Formenton e De Benedetti è però valido,e lo stabiliscono anche tre arbitri scelti dalle parti in causa ( c.d. Lodo Mondadori ).A Berlusconi non va bene e impugna il lodo davanti alla Corte d'Appello di Roma,che gli da ragione.Tuttavia,in base ad alcune dichiarazioni testimoniali di Stefania Ariosto,si scopre che il giudice relatore della sentenza d'appello,Vittorio Metta,era stato corrotto dal Cavaliere per tramite di Previti e Pacifico( pensate che le motivazioni della sentenza,circa 150 pagine,furono depositate il giorno dopo la Camera di Consiglio,e quindi si può desumere che la sentenza fosse già stata scritta da tempo ).Lo stabiliscono tre gradi di proceso penale,in cui vengono condannati tutti i protagonisti della vicenda ad eccezione di Berlusconi,che pur essendo riconosciuto come il mandante della corruzione,viene prescritto.La Mondadori,in poche parole,era stata scippata al suo legittimo proprietario,Carlo De benedetti.Che adesso,nel nuovo procedimento civile instauratosi avanti il Tribunale di Milano,si vede riconosciuti finalmente i propri sacrosanti diritti,che in soldoni fanno all'incirca,sconto compreso, 560 mln di Euro.Detta somma,checchè ne dicano i cicisbei del premier,è corretta,e lo è al ribasso.La stessa infatti si riferisce non solo al valore dell'azienda implementato dagli interessi,ma pure ai mancati introiti di De Benedetti in tutti questi anni,il così detto lucro cessante.
Solito accanimento giudiziario ?Soliti giudici comunisti ?Non è invece che la maggioranza di governo,a partire dalla testa,puzza come un pesce putrefatto ?Che questi signori che hanno fatto a fette il codice penale pensando di restare impuniti grazie ai cavalli di frisia del potere,ora stiano iniziando a pagare il proprio conto alla giustizia?La schiera dei diversamente onesti si arricchisce ogni giorno di nuovi personaggi o di nuove fattispecie penali che riguardano i soliti noti.Berlusconi,Maroni,Bossi,Fitto,Letta,Matteoli,Milanese,Romano,Scilipoti,Tremonti,Papa.Non è l'undici titolare della squadra di calcio di Montecitorio,ma l'elenco di alcuni degli appartenenti alla maggioranza degli onesti che ci governa,e che ha avuto o ha problemi con la giustizia.Un elenco che giustificherebbe per Alfano una luminosa carriera da grande comico:la sua boutade sul partito degli onesti è la miglior barzelletta degli ultimi vent'anni.
Blackswan, domenica 09/07/2011
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