mercoledì 23 novembre 2011

DALLA PARTE DI NAPOLITANO ( E DELLA CIVILTA' )


Chi legge questo blog da un po’ di tempo sa che a Napolitano non abbiamo mai fatto sconti. Non gli abbiamo perdonato l’atteggiamento troppo passivo tenuto nella difesa della Costituzione e della democrazia ( balbettava quando occorreva tuonare ) né la supina acquiescenza a decreti legge spazzatura firmati in virtù di una tendenza al quieto cerchiobottismo. Ieri, però, il nostro Presidente, incontrando la Federazione delle Chiese Evangeliche ha detto cose sacrosante : “Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione “. Parole chiare, precise nel loro nitore, parole che esprimono un concetto di un’ovvietà disarmante: l’impossibilità per un consesso civile di prescindere da un processo di integrazione, di eguaglianza, di convivenza multiculturale non più demandabile ( il principio della cittadinanza ius soli è recepito in Canada, negli States, in Brasile, etc., tutti paese ad alta intensità di immigrazione ). Il ragionamento che sta alla base del concetto è banale ma inoppugnabile : se fai sentire lo ”straniero “ parte del tutto, se lo parifichi nei diritti e nei doveri al cittadino, se lo rendi proprietario delle tue stesse cose, sarà il primo a sacrificarsi pur di difenderle; se lo tieni ai margini, se lo ghettizzi, se lo costringi ad una vita di sfruttamento e squallore, lo spingi verso un baratro dal quale cercherà di sfuggire in tutti i modi, anche tramite il crimine o la violenza. Ovviamenti, concetti così pregni di buon senso e umanità hanno fatto esplodere l’indignazione della corte berlusconiana di nani, ballerine, prosseneti e ciucchettoni, i quali si dannano l’anima quando c’è da salvare il culo a mafiosi ed evasori, ma quando c’è da pensare al futuro del paese fanno spallucce. Sentite un po’ la sfilza di illuminanti dichiarazioni. Roberto “ Bianchino “ Calderoli, stappa una boccia di Ceschia e rutta : “La Lega su questa materia è pronta a fare le barricate in Parlamento e nelle piazze. E non vorrei che questa idea altro non sia che il 'cavallo di Troia' che, utilizzando l'immagine dei 'poveri bambini', punti invece ad arrivare a dare il voto agli immigrati prima del tempo previsto dalla legge.”. Il pirletta con l’occhialino fashion, Maroni, si ricorda invece che in Italia esiste la Costituzione ( la stessa con la quale si è mondato le chiappe per anni ) e sbotta : “ Il principio dello Ius Soli sarebbe uno stravolgimento dei principi contenuti nella Costituzione “.Igsniffo La Russa, ex manganellatore e bombarolo, non riesce a contenere le sue prurigini eversive : “Se c'è qualcuno che fa finta di sostenere appassionatamente Monti, ma in realtà vuole già creare le condizioni perché cada subito ha trovato la strada giusta: quella di proporre che questo governo affronti il tema della legge sulla cittadinanza “.Cicchitto, detto Er Gallina, si ricorda, invece, di quando era bambino e lo mettevano in porta perché come attaccante faceva cagare ( "il pallone è mio e non vi faccio più giocare" ) : “Il tema della cittadinanza è fuori dall'agenda del governo e ci auguriamo che non ci siano forzature perchè altrimenti anche noi proporremo altri temi come la giustizia e le intercettazioni che sono fuori dall'agenda economica del governo “. Non male, vero ? Fesserie che si potrebbero smontare in un nano secondo, se si volesse dar un minimo di credito a questi parvenù della politica. Ma io ai razzisti non replico mai, non ne vale la pena. Mi limito a suggerire loro, in un attacco di luogo- comunismo, di disertare Chiese e messe di Natale, prima di dire queste stronzate. Anche se so che è inutile. Per questa gente vale il motto : “ Got Mit Uns “ ( Il “Dio è con Noi” di hitleriana memoria ).Si fottano.

Blackswan, mercoledì 23/11/2011

19 commenti:

Zio Scriba ha detto...

Cittadinanza: Terrestre.
Riuscirà l'Homo (mica tanto) Sapiens ad arrivarci, prima che sia troppo tardi per tutto?

economistapercaso ha detto...

...culturalmente, questo paese è fermo a 300 anni fa...

Massi ha detto...

Un bel dito medio alla Bossi a tutti sti geni che,ringraziando Dio,non coprono più cariche ministeriali

Ezzelino da Romano ha detto...

Questo è anche un paese che in cent'anni è passato dal fornire emigranti agli altri al riceverne, e sono fenomeni che possono spaventare.
Sono ovviamente d'accordo con Sir George, ma al netto delle beceraggini leghiste o cicchittiane credo che il parere di chi è contrario sia dettato non tanto dal razzismo quanto dalla paura.
Il paese dispone di risorse decrescenti e molta gente teme nè più nè meno che la "concorrenza" degli stranieri nel fruire di quelle risorse e dei servizi pubblici sempre più scarsi.
Il fenomeno alligna tanto più pericolosamente nelle fasce sociali più disagiate.
L'immigrato non convive con chi ha sei locali, tre cessi e doppio box in Corso Magenta a Milano.
Convive con chi sta in affitto a Quarto Oggiaro, sempre a Milano, in una casa di edilizia popolare e con lo spacciatore di zona davanti al portone.
Questo genere di persona stenta a tirare fine mese, fa fatica a mandare il figlio piccolo al'asilo perchè non c'è posto, e se ha bisogno di una visita medica specialistica deve sobbarcarsi mesi di attesa.
E' con quest'ultimo che l'immigrato va a competere, non con quello di Corso Magenta, al quale costa dunque molto poco essere liberal ed inclusivo.
Tre estati fa a NY ho visitato Ellis Island,luogo di approdo dei bastimenti che arrivavano dall'Europa ed oggi museo dell'immigrazione.
Il mito dell'America dalle braccia aperte ha vissuto in realtà le nostre stesse controspinte, con forze politiche anche allora assolutamente contrarie all'immigrazione, sebbene si trattasse di un paese ricchissimo e clamorosamente sottopopolato.
Cosa che noi, ahimè, non siamo.
Ci vuole tempo perchè la testa ed il cuore della gente cambi.
E di solito non succede quando le cose vanno male.

Elle ha detto...

A proposito di sentirsi parte integrante di un paese, lo stesso atteggiamento ce l'abbiamo anche tutti noi (che evidentemente non ricordiamo di quando dovevamo emigrare in Europa e Stati Uniti per poi spedire i soldi ad una famiglia che chissà se avremmo mai rivisto) nel nostro quotidiano banale: i posti di lavoro in cui ho lavorato meglio (in quanto a impegno personale) sono stati quelli in cui non venivo trattata come l'ultima arrivata/ultima della scala gerarchica; sono stati quelli in cui venivo coinvolta in qualsiasi decisione, non come responsabile della decisione stessa, che in ultimo spettava naturalmente ai livelli più alti, ma come PARERE IMPORTANTE QUANTO GLI ALTRI. Ho dato il meglio di me nei negozi che sentivo come miei, come un mio investimento, un mio sogno che si realizza, nonostante per tutta la mia vita io sia stata contrattualmente solo apprendista o tirocinante, in alcuni posti di lavoro partecipavo alle riunioni come tutti gli altri, e mi sentivo parte dell'azienda e la difendevo e lavoravo per il suo successo. Quando le condizioni di lavoro non erano queste, partecipavo ai sabotaggi, indifferente al destino dell'azienda, anzi forse un po' vendicativa.
A Berlino avevo solo registrato il mio domicilio, eppure ho ricevuto anche io l'invito a partecipare ad una sorta referendum di quartiere, non vincolante ma solo consultivo di tutta la popolazione, per decidere come migliorare l'area di una delle rive del canale che attraversava il quartiere. Si poteva scegliere fra tre proposte o indicarne una quarta nello spazio bianco. Era solo un parere, ma mi ha fatto sentire a casa, e ognuno di noi, si sa, rema a favore della propria casa. Perciò favorire l'integrazione, ovvero la sensazione di essere a casa propria, degli stranieri, è il primo VERO passo verso il miglioramento della casa stessa, perché tutti avranno interesse a quel miglioramento e vi contribuiranno spontaneamente.

Rouge ha detto...

Io verso Napolitano in questa legislatura sono sempre stato tollerante. Con la maggioranza che aveva il bandana e l'opposizione ai minimi termini, era difficile che il Capo dello Stato da solo potesse mettersi di traverso scelte sia pure idiote: ha preferito attendere che i vari organi competenti le rimandassero al mittente, attendere che i tempi fossero maturi per un passaggio di consegne e alla fine metterle in atto piuttosto brutalmente. Quindi mi levo il cappello.
Sulla questione che ha tirato fuori, a me sembra solo buon senso. Siccome non sta di casa in zona padana, tutto torna.
Comunque possono fare le barricate che vogliono. Magari ne approfittano per contarsi: dovrebbero fare in fretta.

Blackswan ha detto...

@ Zio : lo sappiamo bene che non ci arriveremo mai...

@ Economista : e già stai facendo un complimento.

@ Massi : ma purtroppo continuano a imperversare...

@ Ezzelino : sai come la penso e quindi faccio il massimalista.Il razzismo è figlio dell'ignoranza e quindi della paura del diverso ( la tv ci ha insegnato che l'immigrato stupra,uccide,ruba ) . A Cicchitto e Calderoli sta gente da fastidio perchè potrebbe votare; ad altri,invece,perchè puzza e sicuramente gli ruba in casa( è un pensiero condiviso da molti,non certo mio ), mica pensano alle risorse decrescenti.E a mio avviso i razzisti si annidano di più in corso magenta che a quarto oggiaro,dove tra poveri tendenzialmente ci si divide il piatto di minestra perchè si sa cosa vuol dire morire di fame.

@Elle : hai colto il punto, cioè quella che a mio avviso è l'essenza dell'integrazione.Se ciò che è mio diventa anche tuo, siamo in due a difenderlo, a miglioralo, ad averne cura.Se un immigrato può votare, fa politica,si interessa, vota e decide.E' questo ciò che fa massimamente paura a questi signori.

Blackswan ha detto...

@ Rouge :su Napolitano la penso diversamente,ma ritengo il tuo ragionamento corretto.Io penso semplicemente che avrebbe dovuto rischiare di più e incazzarsi un pò prima.Forse molte più persone avrebbero aperto gli occhi con maggior anticipo.Sulla tua ultima frase ho riso come un matto :)

Anonimo ha detto...

La rivoluzione comincia in casa propria, quindi il primo passo sarebbe non essere razzisti con chi la pensa anche molto diversamente da noi, in questo caso la Lega. Questa contrapposizione di buoni (presunti) e cattivi non porta da nessuna parte, come scrive Ezzelino, esistono ragioni più o meno valide che determinano certe idee e situazioni, cercare di comprenderle potrebbe avvicinarci alla soluzione.
Le persone possono cambiare e a tal proposito chi direbbe ora che il nostro saggio e simpatico capo dello stato è lo stesso che in gioventù applaudiva l'ingresso dei carrarmati russi a Praga?

gianf

Ezzelino da Romano ha detto...

Temo di non essermi espresso in modo chiaro e quindi ci riprovo.
Il ricco non è necessariamente solidale ed inclusivo, e se anche lo è non significa molto perchè non è il suo cortile quello che viene occupato dagli immigrati.
Il povero può, forse, essere solidale ma se non c'è nemmeno il piatto di minestra da spartire sarà il primo a non volere altri poveri tra i piedi.
Questo è il motivo per cui i nuovi poveri vengono da sempre sapientemente collocati vicino ad altri poveri: divide et impera.
Certamente ci sono loschi figuri che indirizzano i timori della gente a proprio tornaconto politico.
Ma quelli basta non votarli.
Non mi sento, invece, di tacciare di razzismo tout court chiunque abbia un atteggiamento negativo o anche solo cauto verso l'immigrazione.
Ripeto, la mia posizione è di apertura ma non ho la verità in tasca e comprendo le perplessità di altri.
Ci sono timori legittimi, anche se non li si condivide.
Per dirne una, fino a tre anni fa a casa mia uno sciagurato aveva affittato un appartamento ad una coppia di rumeni.
Erano un disastro.
Entrati in due, tempo un mese ed erano dentro in otto.
Karaoke e partite a carte fino alle tre del mattino.
Auto in cortile parcheggiate a stracazzone.
Portone d'ingresso rotto tre volte, tre, non una.
Cinque bici sparite, di cui due mie.
Io so' dde sinistra, e per i rumeni ho anche una qual simpatia per via di Ceausescu (che si scazzava con l'URSS perchè voleva fare di testa sua) e di Vlad Tepes, meglio noto come Dracula.
Però alla fine non li sopportavo più e ci ho litigato di brutto.
A uno ho pure tirato un ceffone.
Se fossi stato un anziano, o una donna, avrei avuto paura di loro.
Moltiplicate il tutto su grande scala (ovviamente il riferimento ai rumeni era a puro titolo di esempio) e ditemi un po' voi se non può emergere un problema.
Non sono processi semplici nè indolori, non lo sono mai stati.

Elle ha detto...

Ezzelino, scusa, ma tu parli come se gli italiani queste cose non le facessero. Le fanno all'estero e le fanno a casa loro. Io in Italia ho convissuto con certi personaggi che te li raccomando, il nomignolo più dolce che ho messo era "il pazzo". E non perché mi parcheggiava storto, ma perché la casa sembrava un magazzino di merce illegale, quando gli girava mi chiudeva cucina e bagno, e io andavo a pisciare al lavoro. Italiano e pure comunista, per dire che certe etichette non fanno differenza, se uno non ha rispetto per gli altri non ha rispetto.

Ezzelino da Romano ha detto...

Elle,
se fossi stato tuo vicino ti avrei difeso.
Un ceffone rieducativo anche al compagno che sbaglia e via!
A parte ciò, è ovvio che anche gli italiani fanno le stesse cose, ma qui si sta parlando di immigrati.
Non possiamo buttare fuori dal paese gli italiani che si comportano male.
Mentre una valutazione anche preventiva su quale condotta ci si aspetti da uno straniero che vuole venire qui mi pare legittima.
Dopodichè, c'è un probema di fondo che ci riporta a quello che dicevi tu: i primi a svillaneggiare ogni regola di civile convivenza siamo noi ed allora è inevitabile che gli stranieri si adeguino.
Anzi, visto come ci siamo ridotti noi tutto sommato sono ancora bravi.

Elle ha detto...

Ezzelino, io come italiana sto (forse stupidamente?) in fila al mio posto, pago subito le multe, rispetto il più possibile i limiti di velocità a costo di prendermi le strombazzate di chi ha fretta, metto pure la freccia a destra quando rientro da un sorpasso. Non faccio favori ciecamente "solo perché sei tu ma non dirlo a nessuno-occhiolino" (e la mia famiglia mi vuole diseredare per questo, come se fosse una cosa personale, e non un mio principio fondamentale), sono puntualissima e non faccio mai il bidone a nessuno. Insomma cerco di rispettare certe regole (ho fatto però solo esempi banali) che in Italia non sempre vengono rispettate. All'estero però siamo visti così, anche io, che non sono così, venivo guardata con una certa condiscendenza, come se fossi una bambina discola, ma in fondo in buona fede perché sono italiana e "voi italiani, si sa, siete un po' menefreghisti.."
A me, precisina e orgogliosa come sono, ti assicuro che essere messa nella gran massa degli immigrati italiani (o anche solo dei turisti) che sporcano che non rispettano che cazzeggiano... non va giù.
Perciò dico che non dobbiamo murare fuori tutti gli immigrati, perché in ogni etnia c'è qualcuno di buono , che va oltre i luoghi comuni.
Come dice Blackswan, se partiamo dal considerarli minoranze da ghettizzare, si comporteranno come tali, e se noi come maggioranza ci consideriamo persone civili, loro come minoranza si comporteranno da incivili, per distinguersi ("orgogliosi") da noi. O per sopravvivere, nonostante il nostro muro. Ma non tutti sono così, c'è chi lotta per l'integrazione, per averla, perché non si riconosce in quel luogo comune.
E hai ragione quando dici che gli stranieri si adeguano a ciò che gli mostriamo: non rispettiamo il nostro paese noi, significa che nemmeno loro devono, penseranno che per integrarsi, che per diventare veri italiani, dovranno imparare a sputare nel piatto dove mangiano.
ps. ho fatto esempi banali, innocui, ma non dimentichiamo che noi, emigrando all'estero, ci abbiamo esportato la mafia..

Blackswan ha detto...

@ Gianf : sostenere che siamo noi razzisti nei confronti della Lega, lo ammetto, è un'asserzione audace :)Io credo, caro Gianf, che certi valori debbano essere patrimonio di tutti,non di una sola parte politica.Condannare, senza se e senza ma, certe affermazioni deliranti, è un obbligo di ciascuno di noi.Sono valori condivisi.Se no, dietro a questi deliri, spuntano come funghi personaggi come Gentilini, Tosi o quel porco di sindaco del bresciano,indagato per smaltimento di riuti tossici, che negava i pasti ai bambini figli di immigrati.

@ Ezzelino : io ti voglio bene e ti stimo,lo sai.E spero che tu capisca che nei tuoi confronti non c'è nulla di personale,ma solo la contrapposizione di idee diverse.Quindi mi permetto di affermare che l'anedottica è fallace:all'episodio che hai raccontato tu, ne posso opporre altri dieci di segno opposto.Soprattutto,nasce spontanea una domanda : i rumeni erano farabutti perchè rumeni o perchè farabutti ?Io sono de sinistra,ma non un coglione.Ritengo che il reato di clandestinità sia un obbrobrio giuridico,ma sono fermamente convinto che chi delinque debba essere perseguito, e non assolto solo in virtù del colore della pelle o della nazionalità.Ma difendere il principio,come scrivevo a Gianf, è un obbligo.

@ Elle : Appunto...

Blackswan ha detto...

Ragazzi scusate,ho risposto ai primi vostri due post,ma non agli ultimi,che leggo solo ora.

economistapercaso ha detto...

...ma lo sai he non avevo letto il regolamento? Avevo giusto visto un altro post che parlava dell'iniziativa... Però mi sono scritta con la tipa della Marsilio e non mi ha chiesto da quanto il blog fosse aperto... Accidenti!!! :-/

Blackswan ha detto...

@ economista : mi sa,allora,che non sei economista per caso ma per meriti :)

Sandra M. ha detto...

Anacronistica assurdità, siamo davvero indietro secoli, come qualcuno ha già detto. Per il resto adotto l'ultimo periodo del tuo post!

Massi ha detto...

@Blackswan:Lo so,ma ora che stanno contando sempre meno il dito medio ci sta