Quando arriva Natale, quasi
inevitabilmente, si allenta la morsa critica della nostra coscienza. Per
qualche giorno, viviamo obnubilati, come fossimo ingranaggi di un meccanismo
costruito ad arte per distoglierci dalla realtà. Succede a tutti, grandi e
piccini : i bimbi vivono l’incanto e la magia, noi adulti ci facciamo
letteralmente trascinare dalla frenesia dell’opulenza. Non c’è un Natale che si
distingua dall’altro: sono lì, dietro di noi, che ci scrutano, cronologicamente
in fila, impacchettati e luccicanti come cloni di una serenità artefatta.
Alberi maestosi e sgargianti addobbi, confezioni extralusso di negozi alla moda
e centri commerciali, tavole imbandite, manicaretti esotici, brindisi e pance
piene, buoni propositi e una parola buona per tutti. Facciamo gli auguri ai
nostri cari e agli amici di sempre, e sappiamo con certezza che a questo gioco
delle parti non possiamo,nè vogliamo sottrarci, nonostante sia chiaro quanto
sia fittizia una felicità che il giorno dopo dovrà fare i conti con la bilancia
e le cifre sempre più risicate del conto in banca. Là fuori però c’è anche un
Natale diverso, a cui guardiamo con commossa ipocrisia e che per un attimo, un
attimo solo, rischia di farci andare di traverso il ripieno del cappone. E’ il
Natale dei pensionati che campano con cinquecento euro al mese e che sono
costretti a frugare negli scarti, appena le bancarelle del mercato se ne vanno;
è il Natale dei giovani, un tempo, ai miei tempi, carini e disoccupati, e oggi
solo disoccupati e senza una prospettiva ; è il Natale di chi, in ogni angolo
di questo paese, combatte tutti i giorni per conquistarsi un briciolo di
dignità e uno stipendio; è il Natale degli sfollati, dei perseguitati, degli
emarginati, di quanti si alzano la mattina e non sono preoccupati per il
traffico o il ritardo, ma per le bombe che gli piovono in testa.
Immagino che
ora stiate pensando che queste mie parole siano il solito pistolotto retorico
di chi vuol darsi un tono, cercando di risvegliare le coscienze. Vi sbagliate.
Quello che voglio dirvi, invece, è di godervela finchè potete, di bere e di
mangiare fino a farvi scoppiare la pancia, di anestetizzarvi col tepore del
focolare domestico. Fino a quando ce n’è, è meglio una gioia artefatta che un
concretissimo dolore.
Tuttavia, prima di immergermi nei festeggiamenti e
perdere la cognizione del tempo, cosa che avverrà probabilmente al terzo o
quarto brindisi, vorrei spendere due parole sulla più bella canzone natalizia,
Fairytale Of New York. L’hanno scritta i Pogues nel 1987 e la potete trovare
nel loro capolavoro intitolato If I Should Fall From Grace With God. Shane
MacGowan, poeta maledetto sempre in bilico fra santità e dannazione, ci
racconta il Natale degli ultimi, dei diseredati, di chi cerca nella bottiglia
la propria ragione di sopravvivenza. Protagonista della canzone è la prigione,
o meglio la drunk tank, la cella dove gli alcolisti arrestati vengono tenuti a
smaltire la sbornia. Mentre fuori le luci della città accompagnano il canto dei
ragazzi del New York Police Department, dentro c’è la realtà agonizzante di chi
cerca di restare a galla nonostante tutto. Solo nel finale la disperazione si
scioglie in una flebile speranza, quando Shane McGowan e Kirsty McColl si abbracciano
in una danza lenta e mestissima, a ricordarci che l’amore è l’unica via di
salvezza.O forse no.
Blackswan, martedì 25/12/2012
11 commenti:
condivido Nick :)
sei stato come sempre chiaro e sincero...ti apprezzo molto.
grazie per questi quasi due anni, con mie interruzioni, di tante perle musicali ma sopratutto della tua grande umanità e sincerità.
un sincero abbraccio
Questa canzone è bellissima, e se non si capiscono le parole, non sembra la canzone dei diseredati, io infatti sento solo la musica che è allegra e speranzosa, si può ballare. Anche da ubriachi, certo. L'anno scorso era la traccia fantasma della mia compilation di natale, c'era solo nel cd che avevo fatto per me, mentre nella versione ufficiale non l'avevo messa. Perché è vero, è la più bella canzone natalizia, perciò in quella compilation trash avrebbe stonato, forse. O forse no. Quest'anno sono stata meno egoista, e l'ho messa nella compilation ufficiale. E rinnovo il mio grazie a te per avermela fatta conoscere :)
Buone feste Black, anche tu sei una persona speciale e sono felice di conoscerti :)
Un brindisi anche in tuo onore, finché ce ne, di onore e di alcool,aspettando tempi migliori.
Si,sarà l'aria natalizia che volente o nolente si fa sentire.E prima di ritornare imbronciato e cupo ( non è vero ),grazie per la scossa alla mia pigrizia/torpore in fatto di conoscenza di nuova musica ( vado sempre più indietro ,come i gamberi,sto arrivando alle prime percussioni dell'uomo delle caverne).
Ciao :)
Grande Swan e grandi Pogues!
Auguri!
Adoro i Pogues e questa canzone in particolare.
Da chi quest'anno ha deciso di emulare Scooge, e si gode un Natale senza opulenza, un augurio speciale... :))
Un Sincero Augurio :)
Un abbraccio buone feste!!!
Ma sai che blogger non mi segnala gli aggiornamenti del tuo blog ? Mistero della fede ( per chi ce l'ha ! ).
Devo provare a "ribloggarti".
Leggendo questo post, stavo pensando che ogni anno che passa, il mio "sentire" il Natale si ridimensiona sempre più. Non mi sento più felice come un tempo, anzi, mi prende una strana malinconia, una malinconia fastidiosa che in genere si trascina fino al capodanno. Questo è il momento dell'anno in cui mi ritrovo quasi sempre a far bilanci, e a ripercorrere un po' tutto quello che è accaduto e anche quello che purtroppo non è accaduto. E nulla..mi sento piatta. E chissà perché, mi ritrovo a fare sistematicamente il contrario di ciò che "convenzionalmente" quasi tutti fanno, per esempio mangio e bevo pochissimo..mi ritrovo quasi inappetente, e mi rinchiudo in casa, perché non mi va di incontrare nessuno. Detesto i pranzi e le cene in famiglia allargata e l'unico momento che riesco a godermi un po' è la cena della vigilia. La verità è che non riesco proprio a dimenticarmi, anche per poco,di tutto ciò che mi accade attorno..e allora, via con la cioccolata..che è l'unico alimento di cui ho sempre voglia. Ognuno ha le sue dipendenze.
Questa canzone è bellissima..e la sento proprio, forse perché sono tra quei pochi incurabili romantici che continuano a credere che l'amore sia l'unica via di salvezza..
Una volta di più mi ritrovo d'accordo con te!
i miei AUGURI in super ritardo
scusa, ma sono stata presa da parenti e amici, incontri, pranzi e cene e anche regali ... non tutti graditi, ma qualcuno si salva ...
un abbraccio
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