La
trentaduenne soul singer, Kendra Morris, dopo il brillante esordio dello scorso
anno intitolato Banshee, si ripresenta sulle scene con la scommessa di un album
di sole cover. Voce dal timbro decisamente interessante, già nella scuderia di
Dennis Coffey, con il quale nel 2011 si è esibita in tour, Kendra, con la sola
eccezione di You’ve Got the Makings of a Lover, un vecchio singolo di Mayer
Hawthorne, ha optato per una scaletta di grandi classici del rock. Scelta che,
vista la notorietà dei brani reinterpretati, presenta il vantaggio indubbio di agevolare
la diffusione commerciale dell’album, ma comporta anche la difficoltà, talvolta
invalicabile, di misurarsi con autentici mostri sacri, il paragone coi quali
talvolta risulta davvero impietoso. Tra i tredici brani proposti dalla cantante
newyorkese, compaiono infatti canzoni firmate, tra gli altri, da David Bowie,
Rolling Stones, Beach Boys, Metallica, Soundgarden, Radiohead, Lou Reed e Pink
Floyd, tutti calibri pesantissimi insomma.Così la Morris, che musicalmente
ricorda una via di mezzo fra Amy Whinehouse e Lauryn Hill, preferisce spesso il
basso profilo, opta per la strada della calligrafia e del compito ben fatto, dando
vita ad alcune cover formalmente ineccepibili ma prive di grandi sussulti
emotivi (Don’t Talk (Put Your Head on My Shoulder) dei Beach Boys,
Shine on You
Crazy Diamond dei Pink Floyd, Karma Police dei Radiohead, Space Oddity di David
Bowie). Quando prova invece ad affrontare i pezzi con un pizzico di fantasia in
più il risultato è ambivalente. Ride The Lightning dei Metallica suona più o
meno come una curiosità, essendo troppo lontana dai moduli espressivi del soul
e del r&b perché ne venga fuori una versione credibile, Black Hole Sun dei
Soundgarden e soprattutto Walk On By di Burt Bacharach (ricordate quest’ultima
reinterpretata da Isaac Hayes quanto era bella ?) sono private della tensione
che ne costituiva il cuore pulsante, mentre Walk On The Wild Side di Lou Reed potrebbe
essere utilizzata come un jingle pubblicitario, tanto è patinata e radio
frendly. Eppure la ragazza, che evidentemente quando si allontana dagli
stereotipi ci sa anche fare, piazza un colpo a sorpresa, che gli vale mezzo
punto in più nella votazione finale: una versione mozzafiato di Miss You dei Rolling
Stones, che viene privata del suo appeal disco e trasformata invece in un incantevole
gioiellino R&B, con basso pulsante e ritmica in levare. Il risultato complessivo
è un disco piacevole, ma sostanzialmente inutile, di cui rimane una sola canzone
da tramandare ai posteri. Meglio di niente.
VOTO:
6
Blackswan, sabato 17/08/2013
2 commenti:
Meglio di niente si, ma una sola canzone è troppo poco per prendere in considerazione il tutto.
Scelte coraggiose , ma pericolosissime..infatti spesso il coraggio si paga!
Bacio:::))))
Il videoclip é una fotografia vivida di una certa realtà, ma la voce della cantante non mi sembra un granché!
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