In
fatto di longevità i Roomful Of Blues potrebbero dare la paga quasi a chiunque
(con più anzianità di servizio alle spalle mi vengono in mente solo i Rolling
Stones). Fondati nel 1967 in quel di
Westerly, Rhode Island, dal chitarrista Duke Robillard e dal pianista Al Copley,
iniziano giovanissimi a suonare in piccoli locali della zona, creandosi una certa
nomea fra gli appassionati del blues di Chicago. In poco tempo però iniziano a
esplorare altri generi, aggiungono una sezione fiati alla line up e si trasformano
in una revival (big) band di swing blues, genere tanto in voga negli anni ’40 e
’50. Sono talmente bravi che finiscono per essere notati da un’autentica
leggenda del jazz, Count Basie, che si innamora della loro straordinaria
potenza di suono e decide di portarseli in tour (“The hottest blues band I’ve
ever heard”, così li defini il grande Basie) . Il primo album della band esce
però solo tre anni più tardi, nel 1977, ottenendo un immediato successo
commerciale. Da questo momento in poi per i Roomful of Blues (nella cui line up
si alternano nel corso dei decenni più di quaranta musicisti) inizia un’incredibile
avventura che li porta a rilasciare la bellezza di 20 dischi (di cui due dal
vivo) e a ottenere un’incredibile serie di riconoscimenti, tra cui cinque nominations ai Grammy Awards,
sette ai Blues Music Awards oltre al titolo di Blues Band dell’anno nel 2005.
Oggi, il gruppo nativo del Rhode Island, celebra i 45 anni di carriera con
questo live registrato a marzo 2013, nel corso di tre esibizioni tenutesi al
The Ocean Mist di Matunuk. La formazione, attualmente composta di otto elementi e
capitanata da chitarrista Chris Vachon e dal sassofonista Rich Lataille, unico
membro originario del gruppo, si esibisce in 14 brani che rappresentano il
meglio di quasi mezzo secolo di storia. Alcune di queste canzoni sono
autentiche gemme, perché in passato erano state suonate al fianco di personaggi
del calibro di Joe Turner (Crawdad Hole), Eddie “Cleanhead” Vinson (Somebody’s
Got To Go), and Earl King (It All Went Down The Drain), oppure perché mai più
riproposte dal vivo da tempo (in scaletta compare anche per la prima volta dopo
vent’anni un classico della band, Dressed Up To Get Messed Up). Cosa aspettarsi
da questo live celebrativo ? Un’ora abbondante di divertimento assicurato, con
una band spumeggiante, lontana da ogni forma di autoreferenzialità, capace di
abbinare una pulizia tecnica inusitata (mamma mia, quanto sono bravi !) a un’energia
e un trasporto che non hanno nulla da invidiare a quelle di una scatenata rock
band. Echi di Count Basie, ovviamente, ma anche di Steve Ray Vaughn, Johnny
Winter, Cab Calloway, R&B, blues di New Orleans e di Chicago, per un filotto di
canzoni emozionanti, sincere e suonate da Dio. Un meritatissimo Oscar alla
carriera in attesa del prossimo anniversario, che ricorrerà fra cinque anni. Standing
ovation e tanti, tantissimi auguri. Grazie di tutto.
VOTO : 8
Blackswan, domenica 04/08/2013
6 commenti:
Tornato?? Alla grande direi! :)
Con una delle tue music-storie :)
Ignorante come non mai..arrugginita da molto tempo....
Mai ascoltati Black...e ...felice del tuo gradito ritorno...++++++
Bentornato killer!
Mai sentiti. Ma li trovo bravi a perseguire un genere a me caro. Se non fossero così seri, li paragonerei ai Blues Brothers! :))))
Come Adriano, stile suono molto vicino alla bande dei Blues Brothers con in più un chitarrista 'de paura!' ma sono tutti bravi...
@ Gioia : tornato, ma già risucchiato nel vortice.Ahimè!
@ Nella : grazie mille, cara :)
@ Alli : Grazie. Fra qualche giorno spero anche di tornare "operativo" a tutti gli effetti.
@ Adri : i Blues Brothers erano forse più R&B,però tutto sommato il paragone ci può stare :)
@ Mr Hyde : Grande gruppo davvero, affiatatissimo e supertecnico.
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