domenica 22 settembre 2013

VARIOUS ARTISTS – PETER GABRIEL TRIBUTE ALBUM : AND I’LL SCRATCH YOURS



La grandezza di Peter Gabriel è un dogma, non si discute. Sarebbe assolutamente inutile disquisire sulla musica di colui che ha attraversato i decenni, tratteggiando un’epoca, quella del prog-rock, con i pastelli romantici del suono targato Genesis,  e poi in solitudine ha anticipato i tempi, prefigurando i confini, con largo anticipo su tutti, verso i quali si sarebbe spinto il rock più sperimentale o contaminato da suoni provenienti da culture di un altro mondo. Potrà piacere o meno, ma di sicuro Gabriel è un artista che ha lasciato il segno, ammantando la propria figura di un’allure tanto leggendaria da potersi permettere quasi ogni cosa. Così che oggi gli perdoniamo anche di non aver rilasciato un disco di inediti ormai da undici anni, e di aver virato invece verso la strada, più comoda e convenzionale, dell’autocelebrazione (New Blood – 2011) e della reinterpretazione dei brani altrui (Scratch My Back - 2010). 
And I’ll Scratch Yours si inserisce proprio nella scia del progetto nato tre anni orsono con Scratch My Back, disco di cover in cui Gabriel rileggeva con la propria sensibilità (e a parere di scrive, anche molto bene) un filotto di canzoni firmate da artisti di caratura internazionale. I quali, con questo nuovo lavoro, restituiscono a Gabriel il favore, reinterpretando, ciascuno a modo suo, una sorta di best of tratto dalla più che trentennale carriera del cantante di Bath (manca però il contributo di Neil Young, quello dei Radiohead e di David Bowie). 
Il rischio di un’operazione del genere è in re ipsa, basta dare uno sguardo ai brani in scaletta per accorgersi di quanto sia impervio il compito di coloro che vengono a misurarsi con un frammento di Storia della musica. Canzoni tanto belle e famose che, ne converrete, pisciare fuori dal vaso è un attimo. E ciò può accadere per due ordini di motivi : osare poco, e quindi riproporre pedissequamente una canzone per evitare scomodi confronti (succede agli Elbow e alla loro versione di Mercy Street), oppure osare troppo, stravolgendo completamente l’impianto architettonico e l’anima del brano reinterpretato (la destrutturazione in chiave noise operata da Lou Reed su quel capolavoro di nostalgica leggiadria che è Solsbury Hill). Succede allora che molte delle cover presenti nella raccolta si rivelino di gran lunga inferiori all’originale, producendo nell’ascoltatore, soprattutto se, come nel caso del sottoscritto, si è fan di Gabriel fin dalla prima ora, una sensazione di fastidio da lesa maestà artistica. David Byrne ad esempio, fa il David Byrne in I Don’t Remember: impeccabile, certo, ma il risultato finale è un esercizio di stile che raffredda l’ardore di cui pulsava l’originale. Così anche Bon Iver toglie pathos all’immensa Come Talk To Me, trasformandola in una canzone normale, che suona come tante altre. Non meglio fanno gli Arcade Fire con Games Without Frontiers, in cui la giocosa filastrocca panmondista di Gabriel perde spontaneità negli abiti convenzionali di un forzato lirismo elettronico. 
Tuttavia, non tutto è da buttare, e l’album risorge in alcuni momenti, questi si, davvero riusciti. E’ il caso ad esempio di Feist che, con la collaborazione dei Timber Timbre, ci commuove alle lacrime in una versione stre-pi-to-sa di Don’t Give Up. Ed è il caso di Joseph Arthur che ridisegna con nuove sembianze e uno spessore inusitato la roboante Shock The Monkey, rallentandola, dilatandola e intridendola di distorsioni e riverberi chitarristici. 
Il pezzo migliore del lotto, però, la cover da riporre nel cassetto e conservare fra le cose preziose della nostra vita, è la versione di Biko proposta da Paul Simon. Scarna, asciutta, appena impreziosità da un malinconico violino e cantata con un’intensità non comune. Ecco : Paul Simon ci dona palpiti veri e ci restituisce tutto il dolore e le lacrime di una storia di impegno politico e sacrificio che Gabriel aveva saputo raccontare attraverso l’epica visionaria di cui solo i grandi sono capaci. Una rilettura tanto appassionata che il disco, ben sotto le aspettative di ascolto di chi scrive, guadagna mezzo punto in più e raggiunge così la sufficienza piena.

VOTO : 6,5




Blackswan, domenica 22/09/2013

4 commenti:

Maurilio Giordana ha detto...

Concordo con te. Versioni non del tutto riuscite. Mi aspettavo di più.

mr.Hyde ha detto...

Non ho ascoltato niente,ma sono troppo incuriosito e stimolato dalle cover e da chi le interpreta..In questo tipo di operazioni non accedo con riserve, piuttosto con la voglia di trovarmi di fronte a delle sorprese.Grazie del suggerimento!

George ha detto...

Grazi, concordo con la tua dotta disqui. Hey, ma hay rynnovato il site!

Ernest ha detto...

direi che concordo col voto