Bocephus King è uno degli artisti più interessanti
degli ultimi anni, eppure verrebbe la tentazione di rivolgersi a lui come a
un "egregio sconosciuto". Condizione nella quale il musicista
vive quasi ovunque, è vero, ma stranamente non in Italia, paese nel
quale Bocephus King, alias James Perry, ha trovato una seconda casa e una folta
schiera di appassionati fans. Non è un caso, quindi, che questa curata
retrospettiva esca per l'etichetta nostrana Appaloosa Records, abbia un titolo
che richiama la famosa espressione romagnola tanto cara a Fellini e sia
stata curata in modo magistrale da Andrea Parodi, l'amico musicista che ha
voluto fortemente mettere in piedi l'operazione. Così, il primo aspetto davvero
notevole del cd, è rappresentato dal booklet, nel quale, incredibile ma vero,
compare un'esaustiva introduzione di Parodi in lingua madre e i testi
delle canzoni sono tutti tradotti in italiano, così come le note di Bocephus in
coda ai singoli brani della scaletta. Insomma, un tributo doveroso al pubblico
che l'ha adottato e, soprattutto, il modo migliore per comprendere appieno,
sfumature incluse, un songwriting che anche a livello testuale produce ottime
suggestioni. La raccolta comprende sedici brani provenienti da tutti i cinque
dischi del cantautore di origini canadesi e si chiude con una cover di Senor,
tratta da Street Legal di Bob Dylan, album che Jason Perry ha registrato per
intero ("Magari un giorno lo faremo uscire", recitano le note al
brano) insieme a due musicisti indiani incontrati per caso una sera. Non tragga
però in inganno il riferimento al menestrello di Duluth. La musica di
Bocephus King è tanto multiforme da non poter essere etichettata in modo
esaustivo facendo riferimento al solo genere Americana. Questi sedici brani,
infatti, esprimono uno stile personalissimo e una creatività a tratti straripante, spaziano fra blues, country e folk, con accenti spesso e
volentieri orientati a suoni mariachi o gitani. Ma se qualche riferimento deve
essere fatto per meglio comprendere, accosterei la musica di Perry a quella di
Tom Waits (con il quale, oltretutto, condivide anche il ruvido timbro
vocale), Ry Cooder, Los Lobos, Calexico e in certi casi addirittura
a Morricone. Un'ottima scaletta, con qualche brano non centratissimo,
soprattutto nella prima parte della raccolta, ma che si mantiene prevalentemente
su alti livelli qualitativi, come testimoniato, a mo' di
esempio, dalla conclusiva (la cover di Senor è indicata come bonus
track) Willie Dixon God Damn ! (2011), la miglior canzone del lotto. Per chi
non conoscesse Bocephus King, e conoscerlo ne vale davvero la pena, un album da
non perdere.
Voto: 7,5
Blackswan, sabato 25/01/2014
1 commento:
Lunedì prossimo suona a Cantù.
Non te lo vorrai mica perdere.
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