sabato 25 gennaio 2014

BOCEPHUS KING - AMARCORD


Bocephus King è uno degli artisti più interessanti degli ultimi anni, eppure verrebbe la tentazione di rivolgersi a lui come a un "egregio sconosciuto". Condizione nella quale il musicista vive quasi ovunque, è vero, ma stranamente non in Italia, paese nel quale Bocephus King, alias James Perry, ha trovato una seconda casa e una folta schiera di appassionati fans. Non è un caso, quindi, che questa curata retrospettiva esca per l'etichetta nostrana Appaloosa Records, abbia un titolo che richiama la famosa espressione romagnola tanto cara a Fellini e sia stata curata in modo magistrale da Andrea Parodi, l'amico musicista che ha voluto fortemente mettere in piedi l'operazione. Così, il primo aspetto davvero notevole del cd, è rappresentato dal booklet, nel quale, incredibile ma vero, compare un'esaustiva introduzione di Parodi in lingua madre e i testi delle canzoni sono tutti tradotti in italiano, così come le note di Bocephus in coda ai singoli brani della scaletta. Insomma, un tributo doveroso al pubblico che l'ha adottato e, soprattutto, il modo migliore per comprendere appieno, sfumature incluse, un songwriting che anche a livello testuale produce ottime suggestioni. La raccolta comprende sedici brani provenienti da tutti i cinque dischi del cantautore di origini canadesi e si chiude con una cover di Senor, tratta da Street Legal di Bob Dylan, album che Jason Perry ha registrato per intero ("Magari un giorno lo faremo uscire", recitano le note al brano) insieme a due musicisti indiani incontrati per caso una sera. Non tragga però in inganno il riferimento al menestrello di Duluth. La musica di Bocephus King è tanto multiforme da non poter essere etichettata in modo esaustivo facendo riferimento al solo genere Americana. Questi sedici brani, infatti, esprimono uno stile personalissimo e una creatività a tratti straripante, spaziano fra blues, country e folk, con accenti spesso e volentieri orientati a suoni mariachi o gitani. Ma se qualche riferimento deve essere fatto per meglio comprendere, accosterei la musica di Perry a quella di Tom Waits (con il quale, oltretutto, condivide anche il ruvido timbro vocale), Ry Cooder, Los Lobos, Calexico e in certi casi addirittura a Morricone. Un'ottima scaletta, con qualche brano non centratissimo, soprattutto nella prima parte della raccolta, ma che si mantiene prevalentemente su alti livelli qualitativi, come testimoniato, a mo' di esempio,  dalla conclusiva (la cover di Senor è indicata come bonus track) Willie Dixon God Damn ! (2011), la miglior canzone del lotto. Per chi non conoscesse Bocephus King, e conoscerlo ne vale davvero la pena, un album da non perdere.

Voto: 7,5





Blackswan, sabato 25/01/2014

1 commento:

Euterpe ha detto...

Lunedì prossimo suona a Cantù.
Non te lo vorrai mica perdere.