Il Nord Carolina è un posto
in cui mi piacerebbe vivere: città a misura d’uomo, i monti Appalachi e i monti
Blue Ridge da un lato, il mare dall’altro, la grande pallacanestro universitaria
e un movimento musicale tra i più interessanti d’America. Poi, ci sono gli Avett Brothers, che da questa
piccola lingua di terra sono partiti a inizio millennio, per conquistare, disco
dopo disco, un successo di caratura, ormai, nazionale (le ultime due prove, The
Carpenter (2012) e Magpie And Dandelion (2013) sono finite entrambe nella top
ten di Billboard). Dal 2002 ad oggi gli AB hanno pubblicato già otto full
lenght in studio e la bellezza di ben quattro dischi live, a voler rimarcare
che la dimensione nella quale si trovano maggiormente a loro agio è quella che
prevede un palco, un’arena, un pubblico e la presa diretta. In questo, come
dimostra anche questa nuova produzione (un cd, un dvd), sono degli autentici
maestri e le loro esibizioni sono quanto di più coinvolgente potete trovare in
circolazione, anche se, ovviamente il riscontro è affidato alle immagini dei
dvd, visto che ben difficilmente riusciremo ad ascoltarli in tour nel nostro
paese. Il grande merito dei fratelli Avett è quello di fondere il suono roots
americano (gli strumenti sono prevalentemente tradizionali) con melodie catchy
(e di derivazione beatlesiana) e un piglio da consumati rockers. Tutto quello
che troverete in Live, Vol. Four, registrato a casa (Releight), la notte di
capodanno del 2014, davanti a un pubblico di circa ventimila persone coinvolte
dalla prima all’ultima canzone. La registrazione del live in tal senso è
incredibile (ci ha messo mano anche Rick Rubin, che da qualche tempo è
diventato un sorta di pigmalione artistico per la band): microfono aperto sul
pubblico, nessuno ritocco in fase di missaggio, e cori, risate, chiacchere in
libertà, per cogliere l’energia dell’evento live. Quattro cover, tra cui una
versione travolgente di Boys Are Back In Town dei Thin Lizzy, e una scaletta di
grandi canzoni che vanno dall’ultima hit, Another Is Waiting, allo
scioglilingua rock di Talk On Indolence (vero mantra di ogni performance della
band- provate a starci dietro, se ci riuscite), alla melodia agrodolce di Shame
fino alla potenza di Kick Drum Heart, che ha una grande coda southern alla
Lynyrd Skynyrd, e a I And Love And You, gioiello pianistico e autentico cavallo
di battaglia della band. Tra i festeggiamenti di Capodanno (conto alla rovescia
e il traditional Auld Lang Syne, cantato tutti in coro), si arriva alla fine di
un concerto che ascoltiamo come fossimo lì, suonato con spirito festaiolo e un
retrogusto di campagna e buoni sentimenti che, vista l’atmosfera natalizia, è
quasi inevitabile. Un grande live per una grande band, a cui perdoniamo
volentieri anche la più brutta copertina del decennio.
VOTO: 7,5
Blackswan, sabato 30/01/2016