Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo
Mancano due mesi al referendum costituzionale. Per il
Premier è iniziato il final countdown: da oggi fino al 4 dicembre, recuperare
il vantaggio sul fronte del NO è una priorità assoluta. Un passo falso potrebbe
( forse ) costargli la poltrona. E' tempo, dunque, di dissotterrare l'ascia di
guerra e conquistare il popolo degli indecisi. A colpi di slogan e battute al
vetriolo rivolti alle opposizioni,
il nostro instancabile Matteo ha definitivamente
lanciato il guanto della sfida. Pure l'annuncio della realizzazione del Ponte
sullo Stretto fa parte della strategia per il SI'. Re Giorgio Napolitano,
immancabile come il prezzemolo, si pronuncia in sostegno del pupillo che, come
Forrest Gump, corre a destra e a manca dividendosi tra interviste ai giornali,
tweet e comparsate televisive.
Dopo le memorabili sortite alla lavagna su pensioni,
migranti, riduzione di tasse e bonus a pioggia dall'amico Paolo Del Debbio,
giovedì sera a "Otto e mezzo", il Premier delle meraviglie, in
perfetto stile berlusconiano, ha svelato con grande orgoglio l'arcano.
Il testo del tanto atteso quesito referendario è
il seguente: " Approvate il testo della legge costituzionale concernente
"disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione
del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle
istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte
II della Costituzione", approvato dal Parlamento e pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n.88 del 115 aprile 2016"? SI / NO. Certo, per chi vive
nella torre eburnea una riforma di tal fatta appare taumaturgica. Persino il
testo, così capzioso e fuorviante, seduce nella formulazione della domanda,
scegliendo ad hoc termini, quali riduzione, contenimento. L'ipotesi che il
quesito sia stato costruito ad arte per ottenere l'unica risposta possibile,
ossia il SI, è praticamente una certezza. La riforma è uno specchietto per
allodole che rafforzerebbe il potere centrale a danno della sovranità popolare,
che ne uscirebbe mortificata. Non semplifica il sistema ma moltiplicherebbe i
procedimenti legislativi, aumentando conflitti di competenza tra Stato e
Regioni e tra Camera e nuovo Senato. Questo, in estrema sintesi, lo stato
dell'arte.
Come Ulisse ammonì i suoi compagni a difendersi dal
canto ammaliatore delle Sirene per non rimanere prigionieri, così gli italiani
dovranno trovare il coraggio per non cedere alle lusinghe dell'Incantatore
Matteo.
Cleopatra, lunedì 03/10/2016
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