Gli Ac/Dc piacciono a
tutti perché sono basilari, primitivi, selvaggi. Il loro è rock’n’roll al 100%,
una tappa d’ascolto fondamentale per chiunque si fregi del titolo di rocker,
una bandiera da sventolare con orgoglio in faccia agli indie hipster e ai
poppettari. E poco importa se da parecchi anni, ormai, fanno sempre lo stesso
disco a tasso di originalità 0%: anche Rock Or Bust, pubblicato a oltre quarant’anni
dal loro esordio, messo sul piatto, coi volumi sparati, suona ancora credibile
e potente. La carriera della band, però, sembra stia volgendo al termine. Il
2016, ormai considerato l’annus horribilis della musica rock, avendo
certificato un numero consistente di decessi eccellenti, ha, infatti, inciso in
modo esiziale anche sul futuro degli Ac/Dc. Da tempo, Malcom Young, leader
silenzioso del gruppo, ha appeso la chitarra al chiodo per seri problemi di demenza
senile (è stato sostituito dal nipote Stevie Young), mentre il batterista Phil
Rudd era stato cacciato per seri problemi con la legge (un’accusa di omicidio,
poi decaduta, e svariati reati connessi al possesso e allo spaccio di droga). Come
se tutto ciò non bastasse, lo scorso anno, il combo australiano ha perso anche
il frontman e cantante, Brian Johnson, messo alla porta da Angus, senza troppi
scrupoli, per gravi problemi di udito che stavano compromettendo la resa dei
live act (lo stesso è stato – temporaneamente? - sostituito da Axl Rose per completare il tour
di Rock Or Bust). Da ultimo, anche il bassista Cliff Williams ha dato il ben
servito al gruppo, e si è ritirato a vita privata, perché stufo di non potersi
dedicare alla propria famiglia. Insomma, della line up originaria ormai resta
solo Angus Young, il cui dilemma, evidentemente, è se continuare o meno sotto l’egida
Ac/Dc, ma con nuovi compagni d’avventura, oppure chiudere definitivamente
baracca e burattini. E per tutti coloro che amano visceralmente la band, questa
appare, senz’altro, la soluzione più decorosa e rispettosa di un leggendario
passato.
Blackswan, venerdì 06/01/2016
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