mercoledì 8 febbraio 2023

RAM JAM - BLACK BETTY (Epic, 1977)

 


Immaginate un campo di cotone al tramonto. Immaginate gli schiavi piegati da un lavoro infame e da una stanchezza che sbriciola le ossa. Immaginate la disperazione, il dolore, la rassegnazione. Tutt’intorno, solo cotone a perdita d’occhio, e il minaccioso schiocco della frusta. Resta solo la musica a cui aggrapparsi, quelle canzoni meste, cantate con voce profonda, che aiutano a tenere il ritmo, a non mollare, e sono consolazione e lenimento per l’anima.

Una di queste canzoni s’intitola Black Betty, è antica come la sofferenza degli schiavi, e viene attribuita al grande Huddie "Lead Belly" Ledbetter, anche se ci sono alcune registrazioni antecedenti, ed è quindi probabile che il grande bluesman, come spesso faceva, riadattasse materiale popolare appartenente alla tradizione.

Su cosa s’intenda per Black Betty si sono spesi fiumi d’inchiostro e ancora il significato è dubbio. Per alcuni era la frusta, per altri un carro per il trasferimento di prigionieri, per altri ancora, e questa è la versione più accreditata, una bottiglia di Whisky.

Pare, infatti, che "Black Betty", nel 1700, fosse un termine comune per indicare la bottiglia di whisky nelle terre di confine tra l'Inghilterra settentrionale e la Scozia meridionale, e che in seguito divenne un sinonimo di whisky nelle zone interne degli Stati Uniti orientali. Quando nel gennaio del 1736, Benjamin Franklin pubblicò The Drinker's Dictionary sul Pennsylvania Gazette, stilando ben 228 frasi per indicare un ubriaco, una di queste era: "He's kiss'd black Betty". Tra le cerimonie nuziali e le usanze matrimoniali nella Pennsylvania dell’800, pare fosse tradizione che due giovani uomini del corteo dello sposo si sfidassero a correre per una bottiglia di whisky. Questa sfida veniva solitamente lanciata quando la festa dello sposo si trovava a circa un miglio dalla casa di destinazione dove si sarebbe tenuta la cerimonia. Dopo essersi assicurato il premio, denominato "Black Betty", il vincitore della gara avrebbe riportato la bottiglia allo sposo e alla sua festa. Il whisky veniva offerto prima allo sposo e poi successivamente a ciascuno dei suoi amici.

Altri studi, però, portano in direzioni diverse. Nel libro di John A. Lomax e Alan Lomax del 1934, American Ballads and Folk Songs, Black Betty è indicato come l’appellativo che si dava alla frusta che era usata in alcune prigioni del sud. John Lomax, inoltre, intervistò il musicista blues James Baker (meglio conosciuto come "Iron Head") nel 1934, quasi un anno dopo che lo stesso aveva suonato la prima esecuzione registrata della canzone, ed ebbe conferma anche da lui che Black Betty era il soprannome dato alla frusta.

In un'altra intervista fatta da Alan Lomax all'ex prigioniero di una fattoria penale del Texas, tale Doc "Big Head" Reese, è, invece, emerso che il termine "Black Betty" veniva usato dai prigionieri per riferirsi alla "Black Maria", ovvero il carro di trasferimento penitenziario.

Se, dunque, il senso del titolo è tutt’oggi ambiguo, quel che è certo è che la canzone sia stata interpretata, nel corso degli anni, da molti artisti blues (Lead Belly, Iron Head, Odetta, Manfred Mann. Etc.) fino a quando il brano non venne preso in mano dalla band newyorkese dei Ram Jam, che la trasformò in un grande successo commerciale.

La band venne fondata dal chitarrista Bill Bartlett, che aveva militato nei Lemon Pipers, e che più tardi aveva formato una band chiamata Starstruck. Mentre era negli Starstruck, Bartlett ascoltò "Black Betty" nella versione di Lead Belly, se ne innamorò e, quindi, la arrangiò, la registrò e la pubblicò con il gruppo. Questa versione ebbe un successo limitato, ma quando i produttori Jerry Kasenetz e Jeffry Katz a New York costruirono un gruppo, chiamato Ram Jam, intorno alla figura del talentuoso Bartlett, pubblicarono nuovamente la canzone che divenne un successo a livello nazionale.

La versione dei Ram Jam era in realtà la stessa originariamente registrata da Starstruck (anche se modificata in modo significativo per riorganizzare la struttura della canzone), ma, rispetto alla matrice, divenne un successo immediato tra gli ascoltatori e raggiunse la diciottesima piazza nelle classifiche dei singoli negli Stati Uniti e la top ten nel Regno Unito e in Australia. I Ram Jam cambiarono il testo al brano, che nelle loro mani divenne la storia di una donna di colore dell'Alabama che ha un figlio "selvaggio", cosa, questa, che scandalizzò parte dell’opinione pubblica, quella, cioè, progressista, che riteneva il testo razzista e irrispettoso per la gente di colore.

Ad ogni modo, il brano, è diventato comunque un grande successo, e grazie al ritmo aggressivo e potente, oltre a comparire in molti film e serie tv, negli States è utilizzato spesso negli eventi sportivi per pompare la folla e alzare il livello di adrenalina nel sangue.

 


 

 

Blackswan, mercoledì 08/02/2023

1 commento:

Ezzelino da Romano ha detto...

Grande pezzone con un riff al vetriolo.
Due cose.
Una è la cover di Tom Jones, divertentissima, che inizia proprio con le parole "Dedicated to Leadbelly".
Due, nel video, ho sempre trovato esilarante la presenza del tizio che si vede sulla sinistra, che balla e forse canta una strofa in coro con Bartlett.
Praticamente Mauro Repetto degli 883 ante litteram.