Jackson Browne iniziò a scrivere Take It Easy nel 1971, con l’intenzione di inserirla nel suo primo album. Ma per quanto ci provasse, per una sorta di blocco dello scrittore, non riusciva a completarla, non riusciva a trovare le parole e le note giuste A quel tempo, Browne viveva in un appartamento nella zona di Echo Park, a Los Angeles, e sopra di lui viveva Glenn Frey, un altro musicista di belle speranze, che aveva bisogno di canzoni per la sua nuova band, gli Eagles.
Frey
sentì Browne lavorare alla canzone (ha sempre sostenuto, in seguito, di
aver imparato molto sul songwriting, ascoltando le composizioni del suo
vicino del piano di sotto) e un giorno, incrociando Jackson sul
pianerottolo, gli disse che quel brano, che aveva orecchiato attraverso
le pareti, era fantastico. Browne, in realtà, era molto frustrato,
perché, come detto, non era in grado di finire la canzone, e espresse il
suo disappunto al nuovo amico e vicino di casa. Frey si offrì, così, di
dare una mano, e in men che non si dica, ebbe una prima brillante
intuizione, suggerendo il verso: “It's a girl, my Lord, in a flatbed Ford
Slowin' down to take a look at me”.
A quel punto, Browne, intuendo le capacità di Frey, gli propose di finire lui stesso il brano, che in seguito fu registrato dagli Eagles, che lo inserirono come prima canzone del loro primo album, e lo pubblicarono anche come primo singolo.
Molto onestamente, Frey ha sempre ammesso che Browne fece la maggior parte del lavoro sulla canzone e che fu davvero molto generoso nell’inserire nei crediti anche il suo nome, ritenendo che, in buona sostanza, lui si limitò a mettere il fiocco a un pacchetto già pronto.
La canzone nacque, letteralmente, on the road. Jackson Browne stava lavorando al suo primo album da molto tempo e aveva bisogno di una pausa, doveva rigenerarsi, ritrovare l’ispirazione che, a poco a poco, si stava affievolendo. Quindi, prese armi e bagagli, salì a bordo della sua Willys Jeep del 1953, e si diresse verso lo Utah, attraverso l'Arizona, facendo così tappa a Winslow, sulla Route 40, che è poi la cittadina citata nelle liriche del brano. L’auto, però, era davvero mal messa, e il lungo viaggio ne mise a dura prova il vecchio e borbottante motore, tanto che, appena superato il confine con lo Utah, la Jeep, all’improvviso, si spense, per non ripartire mai più. Fortuna volle che Browne fu raccolto da alcuni ragazzi di passaggio, che viaggiavano attraverso gli States in furgone; e proprio su quel furgone iniziò a comporre Take It Easy.
Grazie alla frase “Standing on a corner in Winslow, Arizona", gli appassionati di musica resero questa città del sud-ovest una tappa molto popolare, dove si recavano a omaggiare i luoghi raccontati dalla canzone. La cittadina divenne così famosa che, col passare del tempo, l’amministrazione comunale decise di aprire un parco cittadino all’angolo fra West 2nd Street e North Kinsley Avenue, nel centro di Winslow, chiamandolo "Standin 'On The Corner Park". Inaugurato ufficialmente nel 1999, il parco è diventato una gettonata destinazione turistica e ogni anno ospita un festival rock. Potere della musica.
Questa bella canzone dagli accenti country, che invita esplicitamente a prendersela comoda, a rilassarsi e, in senso più ampio, a godersi la vita, la propria età e a non crescere troppo in fretta, trova il suo fascino nel senso di movimento che evoca, sia musicalmente che nei testi. E’ il romanticismo dell’on the road, il richiamo all’avventura e alle mille possibilità che la vita offre, al bisogno di continuo movimento attraverso le grandi strade americane, siano queste la Route 66, la Blue Ridge Parkway, la Pacific Coast Highway, alla ricerca di libertà, di identità, di fortuna e di quel sogno illusorio che tutti chiamano “casa”.
Quel che è certo è che la canzone portò molta fortuna sia agli Eagles che a Jackson Browne, che la pubblicò nel suo secondo album For Everyman (1973): una doppia pubblicazione che rese Take It Easy una delle canzoni americane più famose di tutti i tempi.
Blackswan, mercoledì 03/05/2023
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