Da tempo l’ex detenuto Jake Bishop si è lasciato alle spalle la sua ultima condanna e gli anni di galera. Ora è sposato, aspetta un bambino e sta per aprire un salone di bellezza. Una vita tranquilla è ciò che desidera più di ogni cosa e ha fatto di tutto per arrivarci. Poi un giorno un vecchio compagno di cella, Walker Joy, si presenta da lui per chiedergli un favore: ha bisogno della sua mano esperta per un furto con scasso perché lui è ancora il migliore su piazza, e poi, promette Walker, «sarà una passeggiata». Jake intravede subito i rischi di questa richiesta eppure si ritrova costretto ad accettare, per via di un vecchio debito di riconoscenza – Walker gli ha salvato la vita anni prima in prigione – e di un ricatto da parte del nuovo socio di Walker. Se non vuole perdere tutto, deve rischiare e sperare di uscirne vivo.
Jake ha messo la testa a posto. E’ stato in carcere due volte ed è un ex alcolista, ma adesso tutto va a gonfie vele. E’ uscito dal giro, ha smesso di bere, si è sposato con una donna bellissima, da cui aspetta un figlio, lavora come parrucchiere, sta sognando di aprire un’attività tutta sua e fa da “papà” al fratello minore Bobby, un adolescente irrequieto, divorato dai sensi di colpa per la morte dei genitori. Un giorno, mentre sta chiudendo il negozio, riceve una telefonata da Walker, un suo ex compagno di cella, che gli ha salvato la vita durante il periodo di detenzione. Walker gli chiede di aiutarlo a commettere un ultimo colpo, un colpo facile e redditizio, che farà svoltare entrambi. Jake inizialmente rifiuta, ma poi, ricattato, è costretto, suo malgrado, ad accettare. E la sua vita, quella vita normale e felice che aveva sempre sognato, inizia a sgretolarsi…
Autore di ben ventitre romanzi, il texano Les Edgerton, scomparso proprio lo scorso anno all’età di ottantun anni, esattamente come il più celebre Edward Bunker, è stato un ex galeotto che, ravvedutosi, ha abbandonato il mondo del crimine e si è ricostruito una vita. Ne Il Recidivo, Edgerton fa confluire, quindi, la sua esperienza di carcerato e di uomo che, lentamente, a fatica, ha trovato la strada per la redenzione attraverso la scrittura e l’amore della sua famiglia. Jake è, pertanto, un personaggio in parte autobiografico, e in parte rappresenta l’incarnazione di tutti coloro che, con alterne fortune, hanno cercato di riappropriarsi di un’esistenza normale, dopo un passato turbolento.
Jake sceglie di nuovo il crimine perché obbligato, certo, ma anche perché il suo vissuto, che non può essere cancellato, torna a bussare alla porta, e perché, in fin dei conti, il criminale è l’unico mestiere che sa fare veramente. Le stigmate del delinquente non si cancellano, e la genetica criminogena è sempre in agguato, un tarlo che rode dall’interno e che divora anche i sentimenti più nobili. Jake fa consapevolmente una scelta sbagliata, da cui discende una concatenazione di eventi sfortunati che si accaniscono su di lui, sprofondandolo sempre di più in un abisso, nel quale in gioco non ci sono solo la prigione e la vita, ma anche la sua stessa anima. Un vortice che lo risucchia, che lo spinge a commettere azioni sempre più aberranti, a rinnegare tutto quello per cui si è battuto, fino a trascinarlo in un drammatico, quanto inevitabile finale.
Il recidivo è una bomba a orologeria innescata fin dall’incipit, e il conto alla rovescia, il ticchettio che porta all’esplosione finale, lo si ascolta, inesorabile, pagina dopo pagina. Come scrive Anthony Neil Smith nella prefazione al romanzo: “Il noir è così. Ci rendiamo conto che il protagonista si farà male, continuiamo a leggere per scoprire quanto male si farà. Ci copriamo gli occhi con le mani, ma sbirciamo tra le dita”. Niente di più vero. Il recidivo è, infatti, un signor noir, uno dei migliori che mi sia mai capitato di leggere. I colpi di scena si sprecano, tengono incollati al libro generando tensione e ansia, e la scrittura di Edgerton, così asciutta, diretta e al contempo potente, arriva acuminata ed esiziale dritta al cuore del lettore, che non può non immedesimarsi in Jake, antieroe, sfortunato e malinconico, dal destino segnato. E se il linguaggio è crudo, ma mai inutilmente volgare, e le immagini sono violente e feroci, ma sempre funzionali alla trama, ciò che davvero stupisce sono la sfaccettata psicologia con cui vengono tratteggiati i personaggi e la profondità delle riflessioni di un uomo alla deriva di una sorte ineluttabile. Un must per i cultori del genere.
Blackswan, giovedì 29/02/2024
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