giovedì 29 agosto 2024

Camilla Sten - Il Villaggio Perduto (Fazi Editore, 2024)

 


Alice Lindstedt è una giovane regista di documentari costretta a barcamenarsi con la precarietà. C’è una storia, nascosta da qualche parte nelle crepe del passato, che la ossessiona da sempre. Nell’estate del 1959 il piccolo villaggio minerario di Silvertjarn è stato teatro di un evento inspiegabile: i suoi novecento abitanti sono svaniti nel nulla, lasciandosi dietro soltanto una città fantasma, il cadavere di una donna lapidata nella piazza del paese e una neonata di pochi giorni abbandonata sui banchi della scuola. Nonostante le indagini e le perlustrazioni a tappeto della polizia, non si è mai trovata alcuna traccia dei residenti, nè alcun indizio sul loro destino. La nonna di Alice viveva nel villaggio, e tutta la sua famiglia è scomparsa insieme a loro. Le domande senza risposta sono troppe, e Alice decide di realizzare un documentario per ricostruire ciò che è realmente accaduto. Insieme a una troupe di amici si reca sul posto per i primi sopralluoghi: ben presto capiranno che non sarà così facile tornare indietro.

 

Figlia della celebre scrittrice Viveca Sten (famosa per la serie di romanzi Omicidi di Sandhamn), la trentaduenne Camilla, dopo aver pubblicato alcuni libri per ragazzi, si affaccia sulla scena crime con questo folgorante esordio, dal titolo Il Villaggio Perduto.

E’ il 1959, quando gli abitanti di Silvertjarn, un villaggio minerario situato nel nord della Svezia, scompaiono nel nulla, lasciandosi dietro solo il cadavere di una donna lapidata e una neonata ancora in vita. Le indagini condotte dalla polizia non portano a nulla e l’opinione pubblica si sbizzarrisce in congetture improbabili e assurde, che lasciano il tempo che trovano.

Sessant’anni dopo, Alice Lindsted, giovane e precaria documentarista, la cui nonna aveva vissuto a Silvertjarn, si reca sul posto con una troupe di quattro persone, a effettuare i sopralluoghi per un documentario che potrebbe cambiarle la vita. Quello, però, che sembra solo un mistero lontano nel tempo, prende concreta vita in un crescendo di terrore, che porterà alla luce un passato oscuro, inquietante e raccapricciante.

Camilla Sten dà vita ad un thriller costruito come una letale bomba a orologeria, i cui ingranaggi, ben oliati da una narrazione suddivisa fra passato e presente, porteranno a un finale palpitante, che lascerà senza fiato il lettore.

Se la scrittrice conosce a menadito le regole dell’horror, che richiamano alla mente alcuni gioielli di genere, come Midsommar di Ari Aster o il celebre The Blair Witch Project, pellicola del 1999, diretta da Daniel Myrick e Eduardo Sánchez, da cui il romanzo trae evidente ispirazione, non c’è nulla però di soprannaturale in un epilogo che risulta essere concretamente reale e plausibile.

Nella prima parte del romanzo la Sten addomestica la tensione e tiene un passo lento, poi, man mano che ci si addentra nella lettura, il ritmo cresce, i colpi di scena si susseguono, il terrore dei protagonisti diventa palpabile. Non è una cavalcata a rotta di collo, ma un crescendo rossiniano di paura e angoscia, ancora più accentuato da una location tanto suggestiva quanto infida e avversa.

La giovane scrittrice risulta sempre padrona di un intreccio costruito ad arte, riuscendo persino a tratteggiare con intelligente profondità la psicologia della sua principale protagonista, una giovane donna tormentata dai fantasmi di un passato di depressione, che continuano a non darle pace. Camilla Sten, poi, scrive bene, anzi benissimo, è questo è l’ulteriore plus di un thriller appassionante e sconvolgente, da cui è impossibile staccarsi fino alla catarsi finale.

 

Blackswan, giovedì 29/08/2024

 

Nessun commento: