Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. È un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L'esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un'altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto e animati da un odio inesauribile che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affilare le proprie armi per sopraffarsi. Che uno dei due sia l'ebreo e l'altro sia stato un ufficiale nazista è solo uno dei vari corollari del teorema.
Pubblicato per la prima volta nel 1993, La Variante Di Luneburg, primo romanzo a firma del compianto Paolo Maurensig, è una vera e propria bomba a orologeria, un libro duro, feroce, tagliente, che si dipana per circa centocinquanta pagine dalla struttura agile, sulla quale si sovrappongono passato e presente, prima e terza persona, in una narrazione che avvince fin dall’intrigante inizio.
Il romanzo si apre con quello che potrebbe essere l’abbrivio di una trama noir, l’omicidio di un facoltoso imprenditore tedesco nella sua lussuosa dimora, ma che prende ben presto ben altra piega.
I tre protagonisti, Tabori, Hans Mayer e Dieter Frisch, infatti sono tutti esperti di scacchi (è inevitabile il rimando alla Novella Degli Scacchi di Stefan Sweig), un gioco che ha segnato profondamente le loro vite, una passione che li ha divorati spingendoli a una maniacale devozione. Non importa se il lettore conosca o meno le regole del gioco o sia a sua volta un appassionato della scacchiera: lentamente, ma inesorabilmente, verrà risucchiato in un mondo di partite memorabili, di giocatori geniali (il consiglio è quello di approfondire le storie dei campioni citati, Capablanca in primis), di vittorie esaltanti o sconfitte esiziali, un piccolo universo diviso in due categorie ben distinte, gli “eroi”, coloro che vivono solo ed esclusivamente in funzione del gioco, e gli “antieroi”, coloro dotati di grande talento, ma che riescono anche a vivere passioni esterne alla scacchiera, sacrificando, magari, l’apoteosi della vittoria e della fama, in nome della vita vera.
Va da sé, addentrandosi nelle pagine del romanzo, che gli scacchi siano utilizzati come metafora della guerra: una guerra di posizione, ma esaltata da feroci scontri senza quartiere da due intelligenze sopraffine e disposte a tutto per vincere. La scacchiera, come si vedrà, però, è anche lotta fra il bene e il male, campo di battaglia delle nostre esistenze, le cui scelte svelano l’anima di ciascun essere umano di fronte a scelte definitive: vivere puntando al pareggio, costruire strategie di gioco basate sull’arrocco, oppure scegliere l’impeto e il caos, la variante di Luneburg, una mossa coraggiosa e spregiudicata, che genera disordine e violenza.
Tuttavia, come dice il navigato Tabori al suo giovane allievo, “devi fare attenzione”, perché è l’attenzione che fa la differenza. Come si comprenderà nella seconda parte del romanzo, che non può non evocare Se Questo è Un Uomo di Primo Levi, La Variante di Luneburg si apre a più alte riflessioni che riguardano l’Olocausto e la condizione umana in quel terrificante frangente. Ecco, allora, che l’attenzione, peculiarità che rende imbattibile il giocatore di scacchi, diviene anche la capacità di cogliere le pieghe future della storia, i sintomi che, nello specifico, condussero alla tragedia della dittatura e all’abominio dei campi di sterminio. Tenere gli occhi aperti su tutto ciò che ci circonda è soprattutto assunzione di responsabilità, è fare la scelta giusta, decidere, costi quel che costi, tra il bene e il male, avere cura della vita degli altri.
Le partite che Tabori è costretto a giocare a Bergen Belsen contro il gerarca nazista Dieter Frisch, quelle partite che celano l’orrore del massacro, rappresentano il senso ultimo dell’esistenza, e si trasformano in un macigno emotivo che graverà per sempre sull’anima di chi le ha giocate, innescando un percorso di vendetta per procura, plausibile agli occhi della giustizia umana, inaccettabile, però, per chi ha cercato di combattere il male e ha perso.
La Variante di Luneburg è un piccolo classico moderno, un romanzo breve, ma ricco di implicazioni, esaltato da una prosa ricercata ma estremamente affilata, che si cala senza retorica, arrivando al nocciolo della questione, nell’orrore di una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità. Una lettura che lascerà inevitabilmente strascichi nel lettore, travolto da confliggenti sentimenti di rabbia, pietas, paura e dolore, in una partita a scacchi con il proprio cuore, dal quale si potrà uscire vincenti solo prestando attenzione.
Blackswan, martedì 06/08/2024
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