Lampedusa è una fogna a cielo aperto,mancano il cibo,l’acqua, i più elementari servizi igienici.La gente viene stipata come bestie da macello in tendopoli fatte di stracci.Scarseggiano le medicine e i volontari sono allo stremo delle forze.Lo spettacolo a cui stiamo assistendo non ha nulla a che vedere con una società civile,sia sotto il profilo umano che sotto quello della gestione dell’emergenza.Se è indubbio che non possiamo essere lasciati soli dall’Europa a far fronte ad un esodo di proporzioni immense,è altrettanto vero che il governo italiano non ha più alcun peso internazionale,non ha più la forza né l’autorevolezza di pretendere e ottenere mezzi economici e aiuti organizzativi dall’Unione Europea.Siamo il terzo mondo del bunga bunga,chi vuoi che ci ascolti ?La maggioranza è incapace di prendere posizioni che non siano deliranti farfugliamenti ed è totalmente inerte di fronte ad un dramma che a breve potrebbe sfociare in tragedia.Davvero non era prevedibile questo afflusso di migranti ? Davvero dopo più di un mese ancora non si è trovato un barlume di soluzione ? Quanto inetti bisogna essere per trasformare quello che poteva essere solo il botto di un petardo nel fragore terrificante di una bomba ? Non c’è solo un problema umanitario,che è la priorità,ed impone l’obbligo indefettibile di prestare aiuto a propri simili che lasciano tutto,la terra natia e gli affetti,alla ricerca di una speranza di vita. A Lampedusa c’è anche un gravissimo problema di logistica e gestione che svela,semmai ve ne fosse ulteriore bisogno,l’inettitudine di questi cialtroni che tutto sono tranne che governanti.Nell’Italia dello spreco,adesso gridano vendetta quei 350 milioni di euro che il governo ha gettato per non voler accorpare il referendum alla tornata elettorale;gridano vendetta i soldi che spendiamo per quei ridicoli tornado che vanno a sganciare caramelle sulla Libia;e gridano vendetta gli sperperi votati da un Parlamento che brucia miliardi per gli interessi unici del premier e della sua accolita di lestofanti.Tutto denaro che ora tornerebbe utile per far fronte dignitosamente ai bisogni primari di esseri umani che scappano dal delirio di dittature che abbiamo contribuito ad appoggiare.Lampedusa è una bomba ad orologeria,che non solo spaventa per quelle che potranno essere le conseguenze di una possibile deflagrazione,ma che ci umilia profondamente come uomini e come cittadini.Ci umilia un premier che per i propri interessi economici sparisce dalla circolazione, quando dovrebbe essere in prima fila e metterci la faccia( lui così carico di umanità quando si tratta di aiutare le zoccole,ma così silente innanzi a tragedie vere );ci umilia un Ministro della Difesa esaltato dall’orgasmo del sangue provocato dalle sue erezioni bombarole,e per cui le vite umane contano solo come carne da macello da immolare nel tricolore ipocrita della commemorazione;ci umilia un Ministro degli Esteri vacuo e imbelle, che pensa di risolvere il problema pagando questi poveri disperati perché se ne vadano via( è la mercificazione del dolore,un tot a lacrima );umilia il Presidente della Regione Sicilia che vorrebbe imbracciare il mitra e sparare agli immigrati ( retaggio di mafiosa memoria ); ci umilia Umberto Bossi,ministro di niente,rozzo e farfugliate,i cui ragionamenti da sottosviluppato mentale,trovano un’ eco internazionale che si riverbera sul popolo italiano ( noi tutti come lui,siamo un immenso rutto in faccia alla civiltà e al progresso ) ;e umilia un’opposizione codarda,che sta al gioco di questi lestofanti inadeguati al vivere civile sul distinguo fra profughi,clandestini e rifugiati politici.Ma la vergogna più grande siamo proprio noi:un popolo di emigrati,che ha chiesto asilo a tutto il mondo nei momenti desolanti della propria storia, e ora da credito all’ignoranza e plaude i rigurgiti razzisti che promanano dalle barbare istituzioni che abbiamo votato.Il dolore dei disperati di Lampedusa è diventato un fastidio da eliminare come un dente cariato. Né più né meno.Nessuna attenzione al dolore e alla sofferenza.Nessuna carità per l’uomo.Lampedusa non è ‘L’isola dei famosi’,ma solo l’isola dei disperati che se ne devono andare.Quando lo show diventa realtà,l’ipocrisia del nostro perbenismo diventa beluina tracotanza.
Blackswan, domenica 27/03/2011
1 commento:
Condivido alla lettera con due sole aggiunte/precisazioni.
La prima è che siamo anche un po' sfigati, nel senso che il punto d'approdo di questi disgraziati è un'isola e per di più piccola, e questo certamente non aiuta.
Ero in Calabria negli anni 90 poco prima dell'arrivo dei primi barconi di profughi, nemmeno ricordo da dove venissero, e già disporre di coste lunghe chilometri e con centri di medie dimensioni nelle vicinanze fa una bella differenza.
La seconda è che nel casino viene fuori la gente meravigliosa che sappiamo essere.
Sono stati aperti a Lampedusa centri di distribuzione di abiti, forniti sia dalla gente che vi ha portato quello che non mette più, sia dai negozianti che hanno conferito la merce attuale.
Saremo anche dei bunga bunga people, ma queste cose altrove è difficile vederle.
Posta un commento