Il golpe giudiziario ordito da Berlusconi sta prendendo forma definitiva.L’attacco alla magistratura non si limita più a farneticazioni via etere,ma ha assunto i connotati dell’operazione militare,preordinata e violenta.I muri di Milano sono stati imbrattati da indegni manifesti con cui la Procura di Milano viene paragonata alle Brigate Rosse.Un atto gravissimo,parto degenerato di una mente miserabile che cerca in tutti i modi,in barba agli interessi del paese che rappresenta,di evadere le proprie responsabilità penali.L’affissione è abominevole in senso assoluto,ma lo è ancora di più se relativizzata alla storia recente della nostra nazione,in quanto veicola una menzogna ( l’assimilazione fra giudice e brigatista ),rinnegando contestualmente un passato in cui la magistratura combatteva l’eversione e cadeva vittima dei proiettili sparati da terroristi di destra e di sinistra e autorizzando implicitamente il cittadino ad usare gli stessi toni,a delegittimare cioè il potere giudiziario e indirettamente quello delle forze dell’ordine.Quei manifesti non sono altro che un invito all’anarchia, un salvacondotto implicito offerto dalla maggioranza di governo al cittadino per eludere il rispetto delle regole del consesso civile.Il messaggio che si vuole trasmettere,con la viltà dell’anonimato ma con un’evidente paternità golpista,è chiaro: colpevole non è chi commette i reati ma il giudice che su quei reati indaga.Gli effetti saranno ancora più nefasti dal momento che questa apologia del crimine arriva alle orecchie di un popolo senza memoria storica.L’elenco dei magistrati uccisi dai brigatisti è una infatti stele funebre posta a difesa della nostra democrazia e dei nostri principi costituzionali: Francesco Coco,Vittorio Occorsio,Riccardo Palma,Girolamo Tartaglione,Emilio Alessandrini,Vittorio Bachelet,Girolamo Minervini,Guido Cavalli,Mario Amato.Tutti magistrati morti per difendere lo Stato e che dallo Stato oggi vengono infangati al solo scopo di esonerare un criminale dalle proprie pendenze penali.Pendenze penali che devono essere cancellate a qualunque prezzo,piegando la legge e l’apparato istituzionale con grotteschi provvedimenti che nulla hanno a che vedere con gli interessi del paese.In concomitanza ai manifesti di Milano,ecco allora partire da Roma un secondo blitz a firma Gasparri e Quagliarello:un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro ( si fa per dire ) Alfano circa la costituzionalità del processo Ruby.E’ un’interrogazione che non ha alcuna sostanza giuridica e il cui scopo è solo quello di intimidire,di minacciare,di fuorviare l’opinione pubblica.Un’iniziativa sconcia anche nella forma oltre che nella sostanza:il padrone ordina a due servi di chiedere ad un altro servo di impedire il corso della giustizia.Lo sfaldamento,l’erosione dei pilastri della nostra democrazia non è più solo un pericolo latente,ma una deprimente certezza.Berlusconi e le sue truppe di lanzichenecchi hanno finalmente tolto la maschera,hanno dismesso anche l’ultimo simulacro di decenza.E hanno dato inizio al saccheggio.Questa mattina,Stefano Rodotà,uno dei più insigni giuristi italiani,lancia un appello dalle pagine de “ Il fatto quotidiano “: “ L’opposizione deve radicalizzare l’iniziativa”.Il senso è lo stesso di quanto scrivevamo l’altro ieri sulle pagine di questo blog.C’è solo una strada da intraprendere,e non è più quella del confronto moderato.Diversamente,il rischio che si corre è quello di passare dalla dittatura della merda a quella del manganello.Non manca poi molto.
Blackswan, sabato 16/04/2011
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