venerdì 21 ottobre 2011

THE POLICE - SYNCHRONICITY



E' da un pò che ho l'abitudine,durante la mia transumanza mattuttina verso il lavoro,di dedicarmi all'ascolto di classici del passato.Ogni mattina, tra corse in macchina, sgomitate in metropolitana e rapide sgambettate nel primo freddo autunnale, mi tengo compagnia con un pò di revival, un amarcord ricco di suggestioni.Oggi, ci tenevo a condividere con voi un disco, la bella sensazione che ho provato a riascoltarlo e la fiumana di ricordi che mi ha inondato.Correva l'anno 1983, e "Synchronicity" fu l'atto finale della saga Police.Poi, ci sarà lo Sting imborghesito e intellettualoide, prima jazz oriented, poi pop oriented e infine classic oriented (una rottura di coglioni oriented, insomma), Copeland coltiverà il suo bizzarro progetto di taranta e Summers si perderà nell'anonimato di un cervellotico sperimentalismo."Synchronicity" però è il canto del cigno di una band al meglio della propria creatività: non più i punk arrabbiati degli esordi e nemmeno gli sciupaclassifica lecchini di "Zenyatta Mondatta""Ghost in the machine", ma un gruppo capace di gestire superbamente la materia con un occhio alle charts,certo, ma con la testa aperta ad esplorare i confini della world music e le new sensations del post punk.Un disco certemente disomogeneo e figlio di un'iperattività creativa a tratti incontenibile, ma proprio per questo ricco di sorprese e del fascino dell'inusuale.La sperimentazione spinta e anarcoide della prima facciata ( su tutte, il furore in loop di" Synchronicity 1" e il rumorismo strafatto di " Mother " ), la tripletta emozionale di " Every breath you take ","King of Pain " e "Wrapped around your finger ", zuccherini in acido da milioni di copie vendute, e il finale superbo di " Murders by Numbers ", blues maligno censurato in tutte le lingue del mondo, sono le gemme di un lavoro che conosce davvero ben poche pause.Un disco che allora suonava alieno e complicatissimo e che a distanza di 28 anni non ha perso una virgola della propria modernità.Merito di quel geniaccio di Hugh Padgham, capace di creare un suono asciutto, essenziale, pulitissimo, e merito soprattutto di tre ex-ragazzi di belle speranze, divenuti ormai star di prima grandezza, che nonostante malumori, litigi e progetti confliggenti, si ricordarono di essere anche straordinari musicisti capaci di futuribili visioni.Sting mai così in palla dai tempi di "Message in a Bottle", canta testi al vetriolo con voce nervosa, tesa come una corda sul punto di spezzarsi; la chitarra distonica di Summers, è sempre in bilico tra ruvidezze blues e neurodeliri psichedelici; e  il drumming di Copeland, minimalista, asciutto, all'apparenza monocorde, eppure in grado di imbizzarrirsi in stacchi fulminei, controtempi vertiginosi, sospensioni in levare che mozzano il fiato, si erge a livelli memorabili.Al di là di tutti i giudizi di merito che possono essere espressi su una carriera non sempre all'altezza delle aspettative, ai Police va comunque riconosciuto il merito di un esordio seminale e fulminante ( per i primi due album, la critica coniò addirittura il neologismo reggae'n'roll, per inquadrarne lo stile ) e di aver chiuso la propria storia con un disco splendido e con la dignità di chi molla al top del successo, perchè preferisce spegnersi subito che bruciare lentamente.
 
Blackswan, venerdì 21/10/2011
 

11 commenti:

Zio Scriba ha detto...

Che ricordi hai suscitato: ero un ragazzino di 16 anni, e adoravo quelle canzoni. Ricordo che mi piaceva moltissimo Murders by Numbers, anche se per molti altri non era che il "lato B" del 45 giri di Every breath you take (a sua volta splendida)...

mr.Hyde ha detto...

Che bell'album: l'avevo dimenticato..Il post lo descrive molto bene, sembra quasi di ascoltarlo..Mother..urlata, l'ho ricordata subito. Tea in The Sahara, ma anche Wrapped around Your Finghers, però mi è venuta voglia di risentirlo tutto. Grazie, ciao!

Massi ha detto...

Ho scoperto i Police quando era troppo tardi(nell'83 avevo 2 anni),ed il disco che me li ha fatti scoprire è stato proprio questo qui.Dopo averlo ascoltato rimasi stupito:non riuscivo a credere che Sting potesse fare cose del genere

Lucien ha detto...

A questi preferisco i primi Police.
Per quanto riguarda Sting ... "rottura di coglioni oriented" è una definizione perfetta! :D

Rouge ha detto...

Si sono sciolti prima che Sting e Copeland arrivassero a prendersi a capate: caratteri non facili entrambi.
Per me sono stati il miglior gruppo pop dopo i Beatles, e il loro concerto qua a Torino quattro anni fa rimane il migliore che ho visto in assoluto.
Sullo Sting successivo ai Police trovo che ci siano critiche un po' troppo ingiuste. Ok, se la tira e come attore è un cane, ma i due album (più il live) jazz oriented come lo definisci, sono molto buoni, e pure The Soul Cages non era niente male. Poi si è un po' perso, ma rimane comunque uno che ha sfornato una marea di hit, e gli andrebbe riconosciuto.

Blackswan ha detto...

@ Zio : Altro che lato B... "Murders by Numbers" è una canzone strepitosa.Sottoscrivo la tua selta: è quella che preferisco anche io.D'altra parte,siamo coetanei, ci chiamiamo nello stesso modo e teniamo per la stessa squadraccia :)

@ Mr. Hyde : Mi piace molto,alla mattina,con gli occhi ancora appannati dal sonno,mettermi a spulciare fra i cd e sceglierne uno che mi faccia fare un bel tuffo nel passato.La musica è la forma d'arte che maggiormente aiuta i ricordi.Mi sembra di ricordare che ne parlasse Orwell in 1984.

@ Massi :miiii! Potresti essere il mio fratellino :)Effettivamente Synchronicity è un disco anomalo nella produzione dei Police,molto sperimentale e a tratti visionario ( a mio parere una canzone come "Synchonicity 1" se uscisse oggi,nessuno noterebbe che ha quasi trent'anni ).

@ Lucien : l'esordio dei Police è stato fulminante: Outlandos d'Amour e il Reggae dei Bianchi sono due lavori freschi, spumeggianti,trascinanti.In questo,invece,l'approcio si fa più studiato,e senza togliere nulla ai due dischi citati, il registro diventa più maturo e la musica più elaborata.Insomma,è "diverso "

@Rouge :Sui Police niente da dire.I loro dischi li ho tutti ( e tra le righe del tuo commento leggo che la pensiamo allo stesso modo sui Beatles ).Su Sting la vedo così:The dream of the Blue Turtles e Bring of the Night sono due gran bei dischi,forse un pò verbosi,ma notevolissimi.Dopo questi,ma è questione di gusti personali,Sting l'ho trovato noioso.Non nego,però,ciò che è evidente e che tu hai sottolineato:il "ragazzo" ha continuato a sfornare una marea di hit.

pOpale ha detto...

La copertina era perfetta per racontare come i "Polizziotti" lavoravano in quel periodo .... tre strisce separate. Anche se più scarno di Ghost in the Machine è un must da conservare nella propria collezione :) Anche io come te e Scriba preferivo Murder By Numbers!

mr.Hyde ha detto...

Dimenticavo:
ok per tutti i primi Police..Sting da solo continua a piacermi con le tartarughe, ha ancora qualcosa di nuovo da dire,(l'ho visto dal vivo a Torino nell'88) interessante l'album con Gil Evans..Poi anche a me è venuta una crisi di rigetto...

Euterpe ha detto...

Disco clamoroso!
A prescindere dalle beghe interne tanto di cappello ad un gruppo che lascia al massimo della propria capacità compositiva.
se posso aggiungere un ricordo, non dimenticherò mai il clip un po' inquietante di Syncronicity 2 presentato da Massarini a Mister Fantasy.

Blackswan ha detto...

@ Popale : Ottima osservazione, quella sulla copertina.I tre,evidentemente si tolleravano poco anche in foto :)

@ Mr Hyde : nulla da aggiungere.Direi che siamo in perfetta sintonia.

@ Euterpe :dai la stura ai ricordi...Mr Fantasy di Massarini...non me ne perdevo una puntata.E poi,quando è uscito il librone ( dear Mr.Fantasy ),me lo sono divorato alla velocità della luce.

Massi ha detto...

@Blackswan: Già