Ricevo dalla nostra freelance Cleopatra, e integralmente pubblico.
Il Mahatma Gandhi diceva : " Chi perde la sua individualità perde tutto ".Da questo noto aforisma desidero iniziare un percorso verso un microcosmo di solitudine,oblio e disperazione che annichilisce qualunque forma di rispetto verso la dignità umana.Si tratta dell'universo OPG sconosciuto a tanti e trattato spesso con ritrosìa dai mezzi di informazione vuoi per indifferenza, vuoi perchè certi argomenti sono scomodi e scottanti o perchè in nome del "re audience" è di gran lunga preferibile trasmettere in prima serata l'ennesimo insulso reality show. In un OPG un essere umano precipita in una dimensione di annientamento fisico ed emotivo perdendo la propria individualità.
OPG è l'acronimo di Ospedale Psichiatrico Giudiziario.In Italia ne esistono 6 e a tutti gli effetti sono dei veri e propri manicomi.Il tema è recentemente ritornato di attualità a proposito della conversione in legge del decreto c.d. " svuota carceri " che sancisce la chiusura definitiva degli opg concedendo alle Regioni e agli enti locali 12 mesi per dotarsi di strutture alternative capaci di accogliere gli internati.O se si preferisce i "reietti ". Nessun progetto di soluzione è stato finora presentato e come sempre accade in questo paese si propende per la cura anzichè per la prevenzione. Non c'è da meravigliarsi se queste anime dannate finiranno in qualche reparto improvvisato di un ospedale o di un carcere,magari insieme a detenuti comuni,o saranno"scaricati" a famiglie incapaci di gestire una situazione di gravissimo disagio.Nei casi di internati dismissibili,chi è rimasto solo al mondo si ritroverà per strada.Attualmente se ne contano oltre 1400. Non illudiamoci,però,che l'opg sia la panacea di tutti i mali.Certamente per alcuni "soloni" della politica italiana la soluzione più comoda e conveniente è quella di asserragliarli tutti dentro a delle topaie.La scusa è sempre quella della mancanza di fondi.E chissenefrega se,nel frattempo,anche questo problema si incacrenisce. Nel 2010,la Commissione Parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale presieduta dal senatore Ignazio Marino (PD),in occasione di una serie di ispezioni a sorpresa,ha ampiamente documentato l'orrore di certe realtà come quella dell'Opg di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina. Durante un'ispezione si è trovato di fronte ad un uomo legato con delle garze usate come corde,nudo,su un letto di contenzione di ferro arrugginito,sporco,privo di materasso e con un buco al centro (al riguardo,preferirei non approfondire).
OPG è l'acronimo di Ospedale Psichiatrico Giudiziario.In Italia ne esistono 6 e a tutti gli effetti sono dei veri e propri manicomi.Il tema è recentemente ritornato di attualità a proposito della conversione in legge del decreto c.d. " svuota carceri " che sancisce la chiusura definitiva degli opg concedendo alle Regioni e agli enti locali 12 mesi per dotarsi di strutture alternative capaci di accogliere gli internati.O se si preferisce i "reietti ". Nessun progetto di soluzione è stato finora presentato e come sempre accade in questo paese si propende per la cura anzichè per la prevenzione. Non c'è da meravigliarsi se queste anime dannate finiranno in qualche reparto improvvisato di un ospedale o di un carcere,magari insieme a detenuti comuni,o saranno"scaricati" a famiglie incapaci di gestire una situazione di gravissimo disagio.Nei casi di internati dismissibili,chi è rimasto solo al mondo si ritroverà per strada.Attualmente se ne contano oltre 1400. Non illudiamoci,però,che l'opg sia la panacea di tutti i mali.Certamente per alcuni "soloni" della politica italiana la soluzione più comoda e conveniente è quella di asserragliarli tutti dentro a delle topaie.La scusa è sempre quella della mancanza di fondi.E chissenefrega se,nel frattempo,anche questo problema si incacrenisce. Nel 2010,la Commissione Parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale presieduta dal senatore Ignazio Marino (PD),in occasione di una serie di ispezioni a sorpresa,ha ampiamente documentato l'orrore di certe realtà come quella dell'Opg di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina. Durante un'ispezione si è trovato di fronte ad un uomo legato con delle garze usate come corde,nudo,su un letto di contenzione di ferro arrugginito,sporco,privo di materasso e con un buco al centro (al riguardo,preferirei non approfondire).
La situazione non è certo migliore nelle altre strutture dislocate sul territorio nazionale dove fatiscenza e degrado regnano indiscutibilmente sovrani.Si tratta di fortezze medicee come l'opg di Montelupo Fiorentino,di castelli medioevali come quello di Aversa o semplicemente di complessi cadenti come quello di Barcellona in cui prevale il modello della custodia anzichè quello della cura (ad eccezione di Castiglione delle Stiviere che ha adottato la scelta della terapia affidata a personale strettamente sanitario). Il panorama non è dissimile da quello delle carceri : mancanza o carenza di
personale specializzato,stanze sovraffollate munite di latrine alla turca in cui per evitare la risalita dei topi si ostruisce il buco con una bottiglia di acqua,finestre prive di vetro,soffitti scrostati e ammalorati.E poi ci sono gli internati,molti dei quali si trovano costantemente sedati a languire su un letto sporco.Tra loro ci sono anche le vittime di errori giudiziari,chi nel frattempo ha perso un barlume di ragione per la segregazione prolungata e chi rimane dentro per una congiuntura di eventi sfortunati. Si finisce in questo girone dantesco per reati (anche bagatellari) perpetrati da chi viene riconosciuto incapace di intendere e di volere e che presenti i requisiti di pericolosità sociale.
personale specializzato,stanze sovraffollate munite di latrine alla turca in cui per evitare la risalita dei topi si ostruisce il buco con una bottiglia di acqua,finestre prive di vetro,soffitti scrostati e ammalorati.E poi ci sono gli internati,molti dei quali si trovano costantemente sedati a languire su un letto sporco.Tra loro ci sono anche le vittime di errori giudiziari,chi nel frattempo ha perso un barlume di ragione per la segregazione prolungata e chi rimane dentro per una congiuntura di eventi sfortunati. Si finisce in questo girone dantesco per reati (anche bagatellari) perpetrati da chi viene riconosciuto incapace di intendere e di volere e che presenti i requisiti di pericolosità sociale.
A colui che è affetto da gravi disturbi mentali,quali la schizofrenia o le psicosi maniaco-depressive,si spalancano le porte dell'opg.La differenza tra pena detentiva e misura di sicurezza sta nella durata : mentre la prima ha una durata certa,la misura di sicurezza è prorogabile teoricamente all'infinito (ergastolo bianco). Vari casi di ergastoli bianchi sono documentati:Giuseppe,da 18 anni sta dietro le sbarre per avere rapinato 7.000 lire fingendo di avere una pistola in tasca. Andrea,da 25 anni è segregato per essersi travestito da donna e fermato davanti ad una scuola.Dario,da 5 anni è dentro per avere reagito violentemente verso
gli agenti di polizia per un conto non pagato in un ristorante. Non c'è dubbio che simili soggetti vadano protetti e seguiti con un serio percorso terapeutico da parte di educatori,psicologi,psichiatri, medici e infermieri ma certamente non brutalizzati e abbandonati al loro destino. Al suo destino è stato tragicamente abbandonato Francesco Mastrogiovanni nel luglio del 2009."Il maestro più alto del mondo" lo soprannominavano i suoi alunni.Siamo a Castelnuovo Cilento ed è una storia di ordinaria repressione e ottuso accanimento,di quelle che non vorresti mai raccontare ma che si devono conoscere. Erano gli anni '70,periodo di contrapposizione ideologica tra fascisti e antifascisti,tra stato e antistato,tra rosso e nero.Francesco è un simpatizzante del movimento anarchico.
gli agenti di polizia per un conto non pagato in un ristorante. Non c'è dubbio che simili soggetti vadano protetti e seguiti con un serio percorso terapeutico da parte di educatori,psicologi,psichiatri, medici e infermieri ma certamente non brutalizzati e abbandonati al loro destino. Al suo destino è stato tragicamente abbandonato Francesco Mastrogiovanni nel luglio del 2009."Il maestro più alto del mondo" lo soprannominavano i suoi alunni.Siamo a Castelnuovo Cilento ed è una storia di ordinaria repressione e ottuso accanimento,di quelle che non vorresti mai raccontare ma che si devono conoscere. Erano gli anni '70,periodo di contrapposizione ideologica tra fascisti e antifascisti,tra stato e antistato,tra rosso e nero.Francesco è un simpatizzante del movimento anarchico.
Coinvolto in una rissa con alcuni neofascisti in cui aveva fatto da paciere,dopo un lungo processo viene assolto. L'evento lo sconvolge a tal punto da provare una vera e propria fobìa per le forze dell'ordine.E da quel momento scatta in lui una mania di persecuzione. Molti,a parte i suo studenti,lo additano come un pericoloso anarchico e lui si sente sempre più fragile,solo e intimidito.Il destino si accanisce e così nel '99 per un divieto di sosta commette l'errore di mandare a quel paese un agente che ne dispone l'arresto immediato.Al commissariato viene duramente percosso e seviziato (seguirà una controdenuncia sporta da Mastrogiovanni per arresto illegale,lesioni personali e abuso di autorità).Viene condannato agli arresti domiciliari,piantonato dagli stessi agenti che lo avevano malmenato.Franco è sempre più emotivamente instabile,ha paura e ogni volta che si imbatte in una divisa entra nel panico tanto da indurre il sindaco di Castelnuovo a firmare per ben due volte la richiesta per un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) che supera solo grazie alla solidarietà e al caloroso affetto dei suoi alunni. Ma non è tutto.Un ulteriore tso firmato dal sindaco di Pollica gli sarà fatale. Il 30 luglio del 2009,Franco nella località di villeggiatura cilentana si trova davanti ad una pattuglia dei carabinieri e preso dal panico fugge.Viene inseguito arrivando persino a tuffarsi in mare e restando in acqua per oltre due ore.Sopraggiunge addirittura una motovedetta della Guardia Costiera che avverte i bagnanti di una caccia all'uomo (?!).Franco non ce la fa più,si arrende e si consegna.Da questo momento inizia il suo calvario.Si aprono le porte della sezione psichiatrica dell'ospedale S.Luca di Vallo della Lucania." Non uscirò vivo" grida a squarciagola.Entra nel "lager" il 30 luglio da vivo e ne esce cadavere il 4 agosto.Franco viene ripetutamente sedato,legato per i polsi e caviglie su un letto troppo corto per la sua statura. Per i primi giorni viene lasciato nudo e senza lenzuolo.Non gli viene dato da mangiare e da bere e gli vengono applicati una flebo e un catetere.Solo in un secondo momento gli viene fatto indossare un pannolone che viene cambiato una sola volta.Questo raccapricciante scenario si svolge nella totale indifferenza da parte del personale sanitario che non si preoccupa di visitarlo nemmeno una volta e da parte degli infermieri che si limitano a rimuovere con lo spazzolone le copiose macchie di sangue provenienti dai polsi serrati.Il 4 agosto l'agonia si conclude drammaticamente.Arresto cardiaco conseguente a edema polmonare causato da una contenzione immotivata ed illegale.Questo ha stabilito la consulenza tecnica di ufficio disposta dal PM nell'ambito del procedimento penale contro 7 medici e 12 infermieri rinviati a giudizio. Un caso limite,è vero. Franco Mastrogiovanni aveva bisogno di aiuto e di protezione come tutti coloro che,spesso,sono dimenticati in quelle gabbie infernali. Un'anima fragile,schiacciata da un destino avverso,una vittima dell'indifferenza e della diffidenza.
L'emblema di un'umanità disperata, sola e invisibile.
L'emblema di un'umanità disperata, sola e invisibile.
NB : I FILMATI POSTATI QUI SOTTO SONO MOLTO CRUDI E POTREBBERO FERIRE LA SENSIBILITA' DEI PIU' IMPRESSIONABILI
Cleopatra, martedì 23/04/2012
15 commenti:
Mi chiedevo questo stamattina, mentre bevevo il caffè e scrivevo della violazione dei diritti umani attuata dodici anni fa, all'interno della DIAZ, a Genova. Dalle "forze dell'ordine". Tutto è stato dimenticato. Nascosto. Tenuto lontano dagli occhi come un mostruoso Frankenstein. Mi chiedevo se basta l'indignazione. No. Non basta. E mi sento una povera piccola ingenua perché ancora ci credo che qualcosa può cambiare. Nonostante i fatti vengano sempre oscurati.
l'Opg, i Cie per gli immigrati...tante case di cura e/o ospizi, sono lager...La commissione istituita da Marino, ha fatto molto come denunce, ma poi la risoluzione dei problemi oggettivi spetta agli enti locali, e purtroppo almeno qui al sud la situazione è davvero drammatica...tu parlavi del Manicomio di Aversa (era un convento) dove addirittura esistono Persone internate da 20/30 anni senza alcuna possibilità di recupero che non avranno nessuna possilità di collocazione...se non
in situazioni legate al famoso "terzo settore" che cmq ha subito tagli notevoli...la legge 180 la famosa Basaglia, era una bellissima legge utopistica, addirittura studiata da stati( tipo il brasile ed anche la danimarca) che come è rimasta...una meravigliosa utopia su carta vergata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
Bravo Nick, e sopratutto grazie a Cleopatra per questo post
Encomiabile la cara Cleopatra,
e seppur con un ottica alquanto ristretta (la mia) mi sento in obbligo di lasciar due parole.
Il concetto di anormalità è concetto del tutto convenzionale per semplificare la vita agli altri, di chi si ritiene normale, umanamente inserito nella società. A questo punto che Società o Sistema sia che permetta questi scempi dove per la semplice voglia di annullare in toto una creatura sia essa umana o no, io non lo so proprio.
Ho passato l'infanzia a contatto con l'O.P. e ciò che ci girava intorno.
Girone dantesco in cui personale e 'malati' eran un tutt'uno.
Tutti manovrati da un più alto sistema di controllo che di umano alla fine non aveva nulla.
Ma c'è da aprir tomi di indignazione e parole.
Servisse a qualcosa.
Meglio parlarne, forse. Chissà mai ci fosse qualcuno in più che possa aprire gli occhi.
Mi scuso per lo sproloquio senza senso. Ma quando la rabbia e la passione chiama non posso farne a meno.
Fitzcarraldo
Questo post colpisce ed è commovente: anche se con crudezza espone i fatti e le condizioni di vita di queste povere persone..
Ho conosciuto altre realtà di disagio(non esattamente questa..)e se posso fare qualcosa per sensibilizzare gli altri contate pure su di me.
La lezione di Basaglia era che la follia non esista, o meglio che sia il pretesto usato da taluni per reprimere o escludere altri.
Non ho certezze in proposito.
La mia modesta opinione è che quanto meno alcune forme estreme, definiamole di originalità, siano un po' difficili da classificare come puramente convenzionali.
Ma non ne so abbastanza e dunque qui mi fermo.
Della legge Basaglia mi sento però di dire che la sua meravigilosa utopia ha segnato anche i suoi limiti.
Si può anche decidere che la pazzia non esista, ma continuano purtroppo ad esistere le enormi difficoltà di chi deve vivere con un soggetto bisognoso di aiuto.
Chiudere i manicomi senza prevedere strutture alternative temo abbia di fatto contribuito non poco a creare i drammi di cui parla il bel post di Cleopatra.
Ricordo un servizio in tv, girato al sud ma non ricordo dove di preciso, in cui si vedeva un ex manicomio che tuttora "ospitava", si fa per dire, alcuni poveri derelitti che prima vi erano ricoverati.
Nessuno se li era ripresi in casa, nessuna struttura si occupava di loro, e questi disgraziati, tornati nell'unico posto con cui avessero una qualche familiarità, giravano senza meta in un cortile circondati da cani randagi.
E questo non è accettabile.
Ma d'altronde, questo è un paese in cui non c'è denaro, e quindi non si fa più edilizia popolare di qualità, non si fa più edilizia carceraria (a San Vittore, otto persone in celle da due) e ovviamente non si fa edilizia ospedaliera.
Per il porto di Imperia, voluto da Scajola, i soldi li hanno trovati ma questo è un altro discorso.
Basaglia ci aveva provato.
Conosceva l'orrore di questi lager e soprattutto la possibilità 'legale' di internare persone che avevano come unico difetto quello di essere scomodi a questa società e al Potere.
Ciao Blackswan e complimenti alla tua freelance, Cleopatra.
Lara
Mi tratti un argomento che sento molto mio, ci sono stata per un pò in un posto simile e ci ho visto morire una delle persone che più ho amato nella mia vita. Non scorderò i suoi polsi legati e i suoi occhi vuoti. Era già altrove da tanto tempo e nonostante tutto quando il corpo lasciò andare via tutto il mi scatenò un dolore indescrivibile.
C'è un "il" di troppo, e un pò di punteggiatura non sarebbe stata male... pardon, mi emoziono :)
L'antitesi di ció cui Mario Tobino ha dedicato la vita:
"La mia vita è qui,
Nel manicomio di Lucca.
Qui si snodano i miei sentimenti.
Qui sincero mi manifesto.
Qui vedo albe, tramonti, e il tempo scorre nella mia attenzione.
Dentro una stanza del manicomio, studio gli uomini e li amo.
Qui attendo: gloria e morte.
Di qui parto per le vacanze.
Qui, fino a questo momento, son ritornato.
Ed il mio desiderio è di fare di ogni grano di questo territorio,
un tranquillo, ordinato, universale parlare."
- Mario Tobino, Le Libere donne di Magliano 1953 -
Un bellissimo e doloroso post,Cleopatra.L'ho letto tutto d'un fiato.Alla fine, la sensazione che ho provato è stata quella di smarrimento per un paese di cui ormai non riesco più a vedere una sola cosa positiva,solo tragedie e ingiustizie.
Di questi spaventosi lager mi parlava qualche mese fa un medico di settore. Non ci volevo credere ...
Un altro post da brivido, Cleopatra. I video li guardo un'altra volta..
Se tutti gli esseri umani provassero un po' di empatia e compassione, atrocità come queste non accadrebbero più.
Ringrazio tutti per avere letto e commentato il mio post.Ero consapevole di quanto fosse scottante l'argomento.Un pugno nello stomaco,non c'è dubbio.Ma il riscontro che c'è stato da parte vostra fa ben sperare.L'indifferenza e la disumanità si possono combattere anche così.
Cleopatra.
Non ho avuto il coraggio di guardare i video, ma le parole sono state più che sufficienti.
E qui mi fermo, dopo aver fatto tutti i miei complimenti a Cleopatra.
Un abbraccio.
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