THE GHOSTS – THE END
Genere : Electro-pop
Ecco un album d’esordio che
vale la pena non lasciarsi sfuggire. Sono un quintetto, vengono dall’Inghilterra,
e hanno un orecchio ben sintonizzato sugli anni ’80. Non sto parlando della
paccottiglia plastificata che vi fa storcere il naso al solo pensiero, figuriamoci
all’ascolto, ma della parte più nobile di quel pop, sempre commerciale
ovviamente, che talvolta scalava le classifiche con singoli più che dignitosi. Ad ascoltare The End mi
sono tornati in mente i Blondie, i Pet Shop Boys, gli Orchestral Manouvres In
The Dark. Synth Pop, dunque, ma amalgamato sapientemente a piacevolissimi riff
chitarristici dal sapore vagamente brit. Un lotto di canzoni molto
radio-friendly, qualche scheggia di malinconia, e un paio di lentoni ( They’ve
Started Guarding e Unless ) che chiamano in gioco addirittura i Radiohead di Ok
Computer. Raccomandatissimo.
Voto : 7,5
BARE BONES BOOGIE BAND – THE BLUE ALBUM
Genere : rock-blues
Inglesi anche loro, ma alla
seconda prova in studio ( il primo disco del 2010 si intitolava The Red Album –
woaw ! che fantasia ! ) sono un nome già noto agli appassionati della scena
blues anglosassone. Se amate un certo suono vintage ( il riferimento qui è
ovviamente agli anni ’70 ) se vi piace il rock blues, se vi appassionano incendiari
riff chitarristici o sudatissime ballate notturne, questo disco fa per voi. Un
filotto di canzoni suonate divinamente ( c’è anche una pregevole cover di Love In Vain di Robert Johnson ), che stanno a metà fra il sound hard dei Free e
quello più bluesy dei Big Brother dell’immensa Janis Joplin. A tal proposito,
tenete d’occhio Helen Turner, vocalist del gruppo, la cui voce, davvero eccezionale,
somiglia un po’ a quella di una Joplin che ( ancora ) non ha visto le porte
dell’inferno.
Voto : 7
TWEED FUNK – LOVE IS
Genere : Funk-Blues
Loro sono americani, in
circolazione dal 2010, e il nome del gruppo tradisce immediatamente da che
parte tirano gli amplificatori. Niente di nuovo sul fronte occidentale, siamo
dalle parti dei soliti noti : James
Brown ( di cui rifanno una convincente cover di Sex Machine mixata con Talkin
Loud And Say Noyhing, mica pizza e fichi ), Dirty Dozen Brass Band e Funky
Meters. Ma i ragazzi suonano davvero bene, così bene da aver vinto nel 2012 il
Wami( Wisconsin Area Music Industry ) per la miglior band r’n’b/soul. Nonostante
una sensazione di deja vù ( mai fastidiosa, però ) il disco fila via che è una
vera goduria, tra suoni vintage, riff a
grattugia, sculettamenti assortiti e qualche lentone soul suonato con l’anima
in mano ( Fragile ). Se riuscite a stare immobili ascoltando Dancemaker pago
una birra, promesso. Ottimo per iniettarsi una buona dose di spensierata allegria.
Voto : 6,5
Blackswan, venerdì 04/05/2012
8 commenti:
Ohh, un po' di roba nuova!
Spero sempre di trovare qualcosa di interessante: troppo spesso ultimamente mi ritrovo a pigiare il tasto canc dopo il primo ascolto.
Ps:
Ad un primo ascolto al volo sia Ghosts che BBBB mi aggradano: primo step superato! :)
i ghosts me li segno!
Sono senza internet !!! Uffa !! Ti scrivo da una postazione di fortuna !
THE GHOSTS !!! Si si si, mi piacciono..ho pensato subito ai Pet shop boys !
Ciauuu
Buon consiglio per un solito noioso fine settimana... L'ascolterò tutti! Grazie mio capitano!
Una rassegna intrigante!
Ehi, ma l'attacco dei Ghosts è "Enola gay" !!!!!
Però effettivamente almeno non sono solo batteria elettronica e tastiere.
Sono piacevoli.
Un abbraccio.
@ Lucien : sono entrambi degli ottimi ascolti, a mio parere. Soprattutto quello dei The Ghosts è molto valido.
@ Marco : Immaginavo potessero piacerti :)
@ Mary : azz ! Certi amori musicali anni '80 è difficile scrollarseli di dosso :)
@ Nella : felice di essere utile a combattere la noia :)
@ Adriano : grazie :)
@ Granduca : vero ? anche a me ha dato quell'impressione. Il brano in questione è molto buono, ma nell'album c'è di meglio.
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