Neil
Young è come uno di famiglia, uno di quegli zii che quando sei piccolo ti fanno
divertire un botto, perchè quando giocano con te, ti lasciano fare
quello che i tuoi genitori solitamente ti vietano. Uno zio così non è un
parente, ma un complice, un compagno di avventure, un mentore, un amico a
cui finisci per restare affezionato anche quando diventi grande, mentre
lui, giorno dopo giorno, invecchia. Succede così anche con zio Neil : puntuale
come un orologio svizzero, ti viene a trovare ogni anno con la sua cesta di
canzoni ed è sempre festa. A volte, lo trovi un pò logoro e forse un pò
scontato, ma dopo la prima birra bevuta insieme, ti tornano in mente i tempi in
cui ti faceva giocare a calcio nel fango o ti dava da bere un goccetto di
nascosto, e la magia sembra tornare la stessa.Se poi si presenta con la
sua affiatata compagnia di amici ( i Crazy Horse ), insieme ai quali ti
portava allo stadio per vedere le partite della tua squadra del cuore, il tuffo
nel passato è completo. Oggi, zio Neil ci regala una forma smagliante, e
Americana, la sua ultima fatica, è indubbiamente il miglior album elettrico dai
tempi di Mirror Ball ( anno domini 1995 ). Forse perchè gli undici
brani che lo compongono sono cover collaudatissime; forse perchè queste
cover sono pescate da un repertorio ( quello tradizionale americano ) che il
rocker canadese conosce a menadito; e forse anche perchè gli
ingranaggi della macchina Crazy Horse ( Talbot, Sampedro, Molina ) non
conoscono ruggine, ma risultano ancora perfettamente oliati. Sarà per tutti i
motivi elencati, ma il nuovo disco dello zio ha l'energia e la forza dei suoi
lavori migliori. Piace soprattutto il suono, sporco, ruvido, rumoroso, senza
fronzoli, che richiama i fasti del citato Mirror Ball, in cui Young veniva
assecondato in un tripudio di feedback e rabbia grunge da quei suoi figli
putativi di Seattle, conosciuti ai più col nome di Pearl Jam. E piace
molto, anzi moltissimo, la scaletta delle canzoni, un pugno di classici
senza tempo che Neil reinterpreta con sferragliante trasporto, dando nuovo
lustro al suo chitarrismo caratterizzato da quei tipici assoli di poche note,
ma tutte epiche e decisive. Diventa davvero difficile trovare un momento fiacco
del disco, e se proprio si vuole essere pignoli, forse This Land Is Your Land
non ha molto da aggiungere rispetto all'originale di Guthrie o alla
struggente cover di Springsteen. Ma basterebbe la tripletta inziale ( gli accenti latini di Oh Susanna, i riff pesi
e crepuscolari di Clementine e il drammatico deragliamento di Tom Dula ) a
valere da sola il prezzo del biglietto: strumenti sbrigliati, approcio da
" buona la prima ", sudore e tanta gagliardia. Insomma, uno zio in grande
spolvero, che continua a divertirsi e a divertire con la stessa vitalità dei
bei tempi andati. Per i fans di Young questo disco è un must, per tutti gli altri
soldi comunque spesi bene.
VOTO :
7,5
Blackswan, giovedì 07/06/2012
10 commenti:
Che dirti ?? Come sempre sei capace di raccontare i dischi in un modo divino...hai una dote naturale che appartiene a chi, come te, ha passione, amore, sensibilità e grande conoscenza.
Bel pezzo:)
esatto!
Che Dio ci preservi per sempre l'onniscente Neil.
E' anche il mio zio preferito.
Un abbraccio.
Il ritorno di un grande, anzi... di un "enorme". Doveroso rendergli omaggio. Comunque.
Grazie del post.
Quando si parla di Neil Young mi si drizzano le antenne: vado subito a documentarmi.Ciao!
Che bello uno zio così...uno può anche concentrarsi e fare egoisticamente finta che sia solo ZIO PROPRIO , tutti gli altri...ciccia!
:0)
Anche io sono una zia di questo tipo.. cioè lo sarei.. vabbe' senti, adesso prendo a modello 'sto Neil, si sa mai che.
La musica è ispiratrice.
Quella volta che a Milano, con i biglietti già in mano, il concerto venne annullato. O rinviato. Ma poi...
Bello! Quanta passione che metti in questi post. Si legge tutto l'amore che provi per la musica. Bravop come sempre. Un abbraccio forte.
Heila bro!
Credo che l'ultima volta che ho lasciato un commento stesse cominciando la glaciazione Mindel... :P Bè, se ricomincio a commentare DEVO lasciare il primo commento per lo Zio Neil.... ^_^
Grande, grandissimo, immenso.... Tu sai quanto lui sia il mio preferito in assoluto, e hai fatto un esempio che più calzante non si può, Neil è uno di famiglia, quello zio che ha sempre un alone di mistero, sembra saper fare tutto e aver visto tutto, quello che ti faceva salire davanti in macchina quando di solito te ne stavi dietro, magari pure nel seggiolone, e come fai a non volergli bene?....
L'avrei comprato in ogni caso "America", e forse se fosse stato un brutto album avrei trovato una qualche giustificazione o qualche scusa da fan, ma non ce n'è bisogno! Cazzo, è una bomba! Non sentivo Neil così carico da una valanga di tempo ed è davvero una goduria!.... Alla faccia della vecchiaia che avanza!.... ^_^
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