Per Shane Mac Gowan vale l’assunto
che spesso ho utilizzato per spiegare l’esistenza in vita di un altro filibustiere
del calibro di Keith Richards : li vediamo in televisione e sul palco, li
pensiamo concreti, reali, ma in realtà sono ologrammi. Diversamente, sarebbe
impossibile spiegare, senza trascendere nel mistico, come mai questo cialtrone
d’un irlandese sia ancora tra noi a poetare di sbronze e di reietti. Mac Gowan
non è stato sobrio un giorno della sua vita, probabilmente nemmeno un minuto. Si
è bevuto di tutto, godendo peraltro come un matto nell’ostentarlo, ha sempre fumato come un turco in sala parto, e si è
drogato di ogni sostanza psicotropa, con un’esiziale preferenza per l’eroina. L’amica
del cuore, Sinead O’Connor lo dava per morto già dieci anni, quando, dopo un
surreale concerto tenutosi sempre all’Olympia di Parigi, sboccò sul palco
rendendo partecipi gli astanti dei resti della sua cena. Invece Shane, non si
sa come e non si sa perché, è arrivato nell’anno del signore 2012, a
festeggiare con il suo pubblico il trentennale di carriera dei Pogues. A dire
il vero, il ragazzo ( 55 anni il prossimo Natale ) non sta benissimo, e lo si
capisce fin dal primo sguardo : sale sul palco e sembra un puzzle, peraltro
venuto male, fra Paolo Limiti e Joe Pesci. Occhialoni neri, il volto gonfio e incorniciato
da capelli tinti col succo di carota, Shane non cammina, semmai sciabatta (
peggio di lui ho visto solo deambulare Johnny Winter, un paio di anni fa, a Trezzo sull'Adda ) ;
non sta in piedi, evita di cadere, abbarbicandosi all’asta del microfono; ma
soprattutto non canta, biascica e farfuglia frasi all’apparenza incomprensibili
( l’atavico problema della dentatura inesistente ). Però, il suo fottuto orgoglio
irlandese, lo tiene ancora aggrappato alla musica, ai suoi Pogues, a quello
sferragliante punk-folk che diede un senso ai miei ( e forse ai vostri ) anni ’80,
liberandomi dal male che le cianfrusaglie synth-pop facevano alle mie orecchie.
La band ( Dio mio, quanto sono invecchiati anche loro ! ) ci da dentro che è un
piacere, suona a memoria ed è sempre la stessa indemoniata, frenetica, alcolica
giga ( il pogo incandescente sotto il palco non tradisce mai ). Shane se ne sta
in piedi, la sigaretta accesa, lo sguardo perso nel vuoto, e ci prova. Non sempre ci riesce, ma
talvolta è ancora capace di toccarci il cuore. Quando parte Dirty Old Town, ad
esempio, lui è più intenso, più vero che mai. Così anche nell’immensa Thousand
Are Sailing, che oggi suona più epica e struggente di venticinque anni fa. E
non sbaglia un colpo nemmeno nell’ovvio, ma esaltante, finale costituito da Fairytale
Of New York ( stravince per ko tecnico il duetto con Ella Finer ) e Fiesta. Due
canzoni che da sempre ci raccontano cosa hanno rappresentato i Pogues e Shane
Mac Gowan nei cuori di tanti indomiti e orgogliosi fan : questo è il cielo d’Irlanda
che si specchia in un boccale di Guinness. Finchè ce n’è, si fa bisboccia.
VOTO : 7
Blackswan, venerdì 30/11/2012
10 commenti:
Quanto mi piacciono. E questo pezzo poi, così nostalgico...
grandissimo e fottutissimo Shane!!
Eh, be', consentimi di tornare a complimentarmi con te per la tua trascinante scrittura, sorvolando un attimo sulla musica!
Beh , dopo tre rosse, a leggere di Shane , ci si sente in compagnia. In ottima compagnia.
Mentre ti leggevo mi è venuto in mente il.Caino di Davide van des Sfroos: io da sempre penso che per disegnarlo, Davide si sia ispirato al grandissimo Shane...e, confortata dal tuo post, oggi ne sono certa.
Bentornato Black...
E' musica che risveglia la residua umanità che ci è rimasta. Anche il bel post..
Mi piacciono molto queste sonorità..mi trasmettono calore...l'Irlanda è nella mia do it list e presto o tardi (più presto che tardi ) prenderò un bell'aereo e ci andrò..certo, sarà un problema per la birra, perché la Guinness non mi riesce proprio di berla !
A presto !
"Mac Gowan non è stato sobrio un giorno della sua vita, probabilmente nemmeno un minuto. Si è bevuto di tutto, godendo peraltro come un matto nell’ostentarlo, ha sempre fumato come un turco in sala parto, e si è drogato di ogni sostanza psicotropa, con un’esiziale preferenza per l’eroina."
ROTF, lo penso sempre anche io! :-DDD
@ Gioia : anche in me produce una bella sensazione di nostalgia :)
@ Der Graf : Shane tra i più grandi di sempre.
@ Adriano : sei sempre gentilissimo :)
@ Irriverent : non conosco il musicista che hai citato,da cui mi tengo lontano per motivi politici. Però, le tre rosse le condividerei volentieri :)
@ Mr Hyde : e tirar fuori la residua umanità non è cosa da poco, in questi tempi bui.
@ Mary : In Irlando si beve anche dell'ottima chiara e della splendida rossa.Parti pure serena :)
@ Minerva : ROTF mi mancava. Comunque, penso esattamente quello che pensi tu :)
@Black: quando vuoi...così davanti alle rosse (beh, tu, davanti Alla rossa...ahah) mi spiegherai lo strano ostracismo per DvdS..
I POQUES THE GREATS!!!!
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