Officium è uno di
quei dischi che, purtroppo, vivono relegati nell'ambito elitario e difficilmente
accessibile della musica colta. E ciò, nonostante sia a tutt'oggi il titolo più
venduto del catalogo ECM, casa discografica specializzata in musica classica e
jazz d'avanguardia. Un vero peccato, perchè il frutto della collaborazione
fra il grande sassofonista norvegese, sperimentatore onnivoro fra jazz,
classica e folk, e l'Hilliard Ensemble, quartetto vocale britannico in attività
dai primi anni '70, è considerato dalla critica uno dei massimi
capolavori del secolo scorso. Officium ( pubblicato nel 1994 ) non è
un'opera di facile assimilazione,
e su questo non ci piove, dal momento che plasma,
attraverso l'improvvisazione jazz, una materia antica, che è quella dei canti
liturgici in latino, risalenti nello specifico a un'epoca che va dall' XI al XIV secolo. Una
musica (vengono recuperati brani di Magister Perotinus,
Christobal De Morales, Pierre De La Rue, oltre a canti gregoriani e composizioni
anonime) che noi, ascoltatori moderni, siamo soliti assimilare alle
atmosfere cupe e catacombali del medioevo, e ad anni in cui l'arte era
sottoposta al giogo del pregiudizio, della superstizione e dell'oscurantismo
cristiano. L'accuratissimo studio filologico che sta alla base del disco (nitido
è il delinearsi del percorso storico intrapreso dalla polifonia vocale
nei secoli presi in considerazione) e le improvvisazioni di Garbarek,
architettura perfetta di pause, silenzi, toni acuti e note lunghissime, liberano
invece la musica sacra dalla pesantezza dei paludamenti gotici e
consentono alle note un'ascensione spirituale che avvolge l'ascoltatore di
una beatitudine sonora privata di ogni inquietudine religiosa. La fascinazione che
nasce dall'ascolto non è mai univoca o prevedibile. Il sax di
Garbarek ( tenore e soprano ) e le quattro voci dell'Hilliard Ensemble (
due tenori, un baritono e un controtenore ) si inseguono, si cercano, si
incontrano, si amalgamano stratificandosi e sovrapponendosi, e talvolta si
contrappongono, in un gioco di rimandi e
immedesimazioni, ora vestendo i panni di una profana
sensualità, ora quelli di una sacralità pura e incontaminata. Sta proprio nelle
numerose dicotomie presenti nel disco la meraviglia di un'opera
che attinge dagli opposti per creare un unicum svincolato da ogni
precisione temporale. Tutto in Officium sembra confliggere : l'approcio laico e storico del musicista moderno
e brani radicatissimi, per indole e destinazione, in un passato
religioso e antico; il rigore matematico della composizione e la sbrigliata
fantasia dell'improvvisazione; l'incontro
fra la tradizione orale della polifonia medievale e una realtà jazz,
relativamente recente, nata dopo che la musica ha assunto definitiva forma scritta. Le contraddizioni sono però solo apparenti e l'amalgama è di una perfezione sublime. In ogni brano, incanta il respiro salvifico del sax di Garbarek :
sinuoso, visionario, intenso, eppure sempre misurato, virtuoso, mai eccessivo o ingombrante. E l'ascoltatore fluttua a mezz'aria, trasportato in un universo parallelo, ove tutto è mistero, incanto, trascendenza.
Blackswan, martedì 18/12/2012
9 commenti:
artista unico.mi ricordo un concerto 16 17 anni fa visto con mio padre...grandioso
Grande disco, grande musicista, grande uomo. :)
Bella segnalazione. Grazie!
Invita al pensiero...alle riflessioni...
Ho provato ad ascoltarlo una decina di anni fa, ma il risultato non è stato molto positivo. Dovrei riprovarci.
Garbarek è un grande musicista! Segnalo anche, questa volta con Jarret e la String Orchestra di Stoccarda,' Arbour Zena', anche questo album di grande intensità.
La musica è una sorta di internazionale del pensiero: tutto vi confluisce e i confini perdono il loro senso. L'aspirazione a liberarsi della prigionia del limite è religiosa e laica, è di tutti. :)
Ciao!
@ Face: non male come esperienza...
@ Silvano: Tutto vero...e questo disco e' fantastico.
@ Evil: E' un piacere!
@ Gioia : aiuta a divagare :)
@ Viktor: con gli anni i gusti cambiano. A me per un Po' di tempo non è piaciuto Aqualung dei JT. Ora mi piace un botto.
@ Mr. Hyde : me lo segno, di sicuro.
@Giacy.nta : internazionale del pensiero... mi segno anche questa :)
Gran disco!!! Ho avuto modo di ascoltarlo grazie ad un mio amico e mi ha folgorato!!
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