Se siete alla
ricerca di suoni fighetti e gruppi pseudo-indipendenti che cavalcano l'onda
delle mode o se amate vantarvi con gli amici per quelle next big things che
fanno tanto curriculum da intenditore, vi conviene fermarvi qui e dedicare il
vostro tempo a una lettura più interessante. Ma se nelle vostre vene scorre il
sangue del blues e se la chitarra elettrica è pane per i vostri denti, allora
drizzate bene le antenne, perchè questo disco vi farà venire l'acquolina in
bocca. Tyler Bryant, diciamolo subito, è il nuovo enfant prodige della scena
rock-blues americana, tanto che qualcuno si è già scomodato in paragoni, nemmeno
troppo peregrini a dire il vero, con il grande Joe Bonamassa (a me ricorda
moltissimo anche Johnny Lang, un altro precoce della sei corde ). D'altra
parte, nonostante la giovanissima età (ventun'anni), Bryant ha già condiviso il
palco con gente del calibro di Eric Clapton, Jeff Beck, Aerosmith (Graham
Whitford, secondo chitarrista della band, è peraltro il figlio di Brad
Whitford), B.B. King e Lynyrd Skynyrd. Insomma, con un curriculum di questa
portata, i presupposti per una carriera luminosa ci sono tutti. Se poi
aggiungiamo alle indubbie capacità tecniche del ragazzo anche un discreto piglio
compositivo, il gioco è fatto. Wild Child, primo album completo dopo un paio di
Ep, è la conferma di tutte le premesse su esposte : un disco brillante
ed energico, suonato con la beata ingenuità dei ventenni, che
ogni tanto pisciano fuori dal vaso ( Still Young, ad esempio, è troppo
radiofonica per avere spessore ), ma compensano le banalità con grinta sincera
ed entusiasmo da vendere. Le dodici canzoni di Wild Child, pur muovendosi in
territori musicali abbondantemente esplorati, hanno però il merito di rileggere
il canovaccio con disarmante passione. Blues elettrico, vampate
hard, ammiccamenti southern e qualche deriva melodica alla Bon
Jovi sono gli ingredienti principali di un disco che trova i suoi momenti
migliori quando Bryant lucida la slide ( Lipstick Wonder Woman, Poor Boy's Dream
) o spinge forte, fortissimo, sull'acceleratore (Fool's Gold, House On Fire ).
Niente di nuovo sul fronte occidentale, ma quarantacinque minuti di musica che
scorrono via divertenti come pochi. E se il buongiorno si vede dal
mattino...
VOTO :
7
Blackswan, mercoledì 27/02/2013
8 commenti:
forse non suona molto lusinghiero,ma sei l'antidoto alle mie ragnatele...:)
@ Badit : dipende dalle ragnatele a cui ti riferisci :)
Non sono una fighetta, non mi piace vantarmi, non conosco il gruppo...
volevo solo informarti, che ad intermittenza faccio capolino in questa dimensione, e trovavo adorabile il venirti a trovare!
Ma è un bimbo!
Quindi EP significa "album incompleto"? Me lo chiedo da quando ho candidato una canzone di un EP al controfestival.
Ascolto piacevole da serata tranquilla, House on fire esclusa..
e l'ho apena ascoltato. Non conoscevo. Mi garba ma l'anno prossimo non me ne ricorderei.
FG
Niente di nuovo sul fronte occidentale. Bene. Se la musica è buona chissenefrega se non ci racconta niente di nuovo. Onestamente sono un po' rotta da quelli che si lamentano che in giro c'è poca roba nuova. Io ascolto (ah aha, ridi ridi) roba di quasi cinquantanni fa. E' la qualità super che fa si che non passi di moda...
Non è male questo ragazzino..merita qualche attenzione..promette bene :)
Oggi mi sono imbattuta in lui, e ne sono rimasta folgorata..e non mi sorprende visti i suoi trascorsi..
http://www.youtube.com/watch?v=d2W8aVDxeBY
@ Nella : grazie di cuore, Nella :)
@ Elle : si, direi che l'è un fioulet :) L'Ep è un formato, nel quale trovano posto meno canzoni che nell'album. Besos :)
@ FG : sai di quante cose io non mi ricorderò il prossimo anno.. :))
@ Irriverent : anche io ascolto più roba di morti che di vivi. Ma questo non depone nè a favore della musica nè a favore mio :))
@ Mary : Johnny Marr ha fatto cose strepitose, visto che era il chitarrista degli Smiths.Di questo nuovo ne ho letto male già su due riviste.Lo ascolterò comunque.
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