A non conoscere la
caratura artistica dei Counting Crows e a essere un pò maliziosi, si potrebbe
anche pensare che la band capitanata da Adam Duritz sia al raschio del barile.
Dal 2002, cioè dai tempi di Hard Candy, i Corvi hanno rilasciato un
solo disco di canzoni originali (Saturday Nights & Sunday Mornings del 2008,
peraltro composto di materiale datato). Per il resto, è stato un
susseguirsi di album live (New Amsterdam e August And Everything After : Live At
Town Hall ), di best of (Films About Ghosts) e da ultimo di una
raccolta, ancorchè prestigiosa, di cover di brani altrui (Underwater Sunshine).
Oggi, i Counting Crows tornano sulle scene e, un pò a sorpresa, lo fanno
con l'ennesimo disco live, composto di canzoni registrate durante il loro
tour americano del 2012. Verrebbe quindi da storcere il naso e soprassedere
dall'acquisto di un disco che probabilmente, appare quasi scontato, nulla
aggiunge a quanto già di buono conosciamo della band americana. Eppure, chi ha
sempre seguito i Counting Crows, sa benissimo che la dimensione live è quella in
cui il gruppo si esprime al meglio e soprattutto sa, dopo aver ascoltato
l'ultimo lavoro in studio uscito lo scorso anno, che ci troviamo di fronte a una
band che vive il suo stato di grazia, a prescindere da una certa carenza
creativa. Per questo, nonostante tutti i legittimi dubbi della vigilia, Echoes
Of The Outlaw Roadshow si rivela invece un gran bel disco, suonato al meglio da
sette musicisti, perfettamente a loro agio nel gestire l'alternanza
fra suono elettrico e acustico, e nel dosare in parti eguali cuore e
tecnica. Anche la scaletta è ben studiata ed evita con cura i luoghi comuni del
greatest hits live. Round Here c'è e non potrebbe essere altrimenti : non è
solo la magnifica canzone che tutti conosciamo, ma è soprattutto una sorta di
condivisa catarsi musicale, un rituale imprescindibile che lega i Counting Crows
ai propri fans fin dalla notte dei tempi. A renderla magica, non è solo la
strabiliante melodia, ma il modo sempre diverso con cui Duritz la propone,
cambiando gli accenti al cantato, dilatandone i tempi, intridendola di soul
oppure, come nel caso specifico, sporcandola di rock. L'unica altra canzone
tratta da August and Everything After è Rain King, mentre il resto della
scaletta pesca da tutti gli altri album più o meno in egual misura.
Citazione a parte merita la cover di Girl From The North Country di Bob
Dylan con cui il disco ha inizio e che Duritz reinterpreta con rara e ispirata
commozione. Da brividi.
VOTO :
7
Blackswan, martedì 14/05/2013
5 commenti:
Non li conoscevo, ma li trovo bravini in questa che mi sembra una cover.
Non conoscevo, ma il cantante è davvero bravo. Penso che vederli live debba essere un grande spettacolo. Sembrano molto coinvolgenti :)
Il mio gruppo preferito degli anni 90.
Un'istituzione per quanto mi riguarda.
Pensa che quest'estate saranno in tour con i Wallflowers ma purtroppo solo in America.
Sono affezionatissimo ai Counting Crows dal 94 (August and everything after) anno in cui con l'amico Blackswan li ascoltammo in heavy heavy rotation :) .... Ritengo Duritz un grande interprete. Nonostante gli scivoloni successivi sono sempre rimasto loro affezionato (Compando anche CD pessimi)
E' verissimo che live e' la sua/loro miglior dimensione.Appena metto viadue cents lo compro ;)
@ Adriano : azzeccato, è una cover. e sono davvero bravini.
@ Mist : Adam Duritz ha una voce particolarissima, molto sofferta.Io li ho visti dal vivo solo una volta, nel 1994,quando ancora erano sconosciuti e poi li ho sempre seguiti con affetto.
@ Euterpe : io in vacanza vado a Pinarella di Cervia :) anche per me sono un gruppo fondamentale.
@ Offhegoes :se vai a questo indirizzo, risparmi anche i due cents :)
http://cloudzer.net/file/6ry2zbki
Posta un commento