Come ogni sabato,
entro nel mio negozio di dischi preferito per fare la scorta settimanale di
musica. Mi muovo con consumata perizia fra uno scaffale e l'altro, sapendo
esattamente dove troverò i cd che mi interessano. Tuttavia, questa
volta, le note provenienti dallo stereo sistemato dietro il
bancone, attraggono la mia attenzione e mi deconcentrano. Scorro le
copertine dei cd con disattenzione, aguzzo le orecchie e interrompo il flusso
consolidato di movimenti abituali. Mi giro verso il commesso e chiedo lumi sul
disco che stiamo ascoltando. E' il nuovo lavoro di Teho Teardo con Blixa
Bargeld, mi risponde. Teardo mi dice qualcosa, ma la mia mente non riesce
a produrre collegamenti plausibili. Una breve ricerca su internet, appena
arrivato a casa, dipana ogni nebbia : una lunga carriera solistica in
ambito industrial e tante colonne sonore (Il Divo, La ragazza del Lago, L'amico
di Famiglia, Lavorare Con Lentezza). Il nome di Blixa, invece, crea
immediati rimandi : Nick Cave, i Bad Seeds e soprattutto quel gruppo tedesco,
gli Einsturzende Neubauten, che non riesco mai a pronunciare completamente senza
attorcigliarmi la lingua. Ma i nomi, importano relativamente. La musica che sto
ascoltando è talmente straniante, e al contempo coinvolgente, che voglio
quel cd a prescindere. Nei giorni successivi, Still Smiling, è sempre nel
lettore : lo passo una, due, tre, dieci volte, senza alcuna soluzione di
continuità. La cosa strana è che più lo ascolto e maggiormente cresce
in me la curiosità di riascoltarlo, come se ogni volta, ogni singola
volta, non fosse sufficiente per coglierne l'intima essenza.
La ricchezza dei suoni, le stratificazioni e i continui cambi di registro confondono. Se la
struttura architettonica del disco appare esteriormente un complesso armonioso ed
equilibrato, andando a fondo, soffermandosi sulle singole canzoni, si percepisce
invece la complessità di un messaggio consapevolmente controverso, un
ondivago percorso musicale che si esprime nella seducente dicotomia fra
pieni e vuoti, barbagli di sole e silenzi crepuscolari, epica e
intimismo, puntuta ironia e languori malinconici.
Il disco è pervaso
da una schizofrenia di fondo, certo trattenuta e incanalata, che è soprattutto
schizofrenia del linguaggio. Linguaggio musicale, dal momento che le
composizioni si sviluppano sul contrasto spiazzante fra il calore di strumenti
ad arco (violinio, viola, violoncello) e la freddezza (post)industriale
di un'acuminata elettronica. Ma anche, e soprattutto, linguaggio inteso
come comunicazione, come collante indispendabile per una musica (e una
società) che sia realmente mitteleuropea. Non è un caso che il disco sia cantato
in tre lingue, inglese, italiano e tedesco; non è un caso che la voce, profonda
e morbida di Blixa, più che cantare, declami, lentamente, con limpida scansione
metrica, come a voler essere comprensibile a tutti; ne è un caso che il
disco si apra con la splendida Mi Scusi, con cui Bargeld si
accosta al nostro universo culturale ("il latino fatto a scuola a
un livello cavernicolo") e linguistico ( " l'accento no, non se ne va"),
con la sensibilità e l'umiltà dell'uomo saggio innanzi al terreno
sdrucciolevole dell'inesplorato. Con quella grazia e quell' attenzione che
dovrebbe uniformare ogni rapporto umano alla ricerca di un punto in comune.
Comunicare, entrare in contatto. Eppure, non è agevole trovare in Still Smiling
luoghi comuni o termini di paragone che facilitino la comprensione. Ogni rimando
è poco più che fuggevole. Mi sono venuti in mente gli Area, John Parish, Yann
Tiersen (soprattutto nel dipanarsi ellittico della malinconica Come Up And
See Me), i citati Einsturzende Neubauten, ma è stato l'attimo di una sensazione.
Poi, ogni canzone si defila, reinserendosi nell'alveo di una genialità
cristallina e pressochè indefinibile. Così verrebbe da dire che, innanzi a
questa sinfonia del contrasto, a questa sconvolgente sinergia musicale
degli opposti, forse è meglio finirla qui, limitarsi riconoscere
l'immensa statura di Still Smiling e attendere, braccia conserte, il mese di
dicembre. Tanto, il disco più bello dell'anno, lo abbiamo già
trovato.
VOTO :
10
Blackswan, giovedì 23/05/2013
7 commenti:
Perbacco..voto 10 Blackswan...da sentire senza indugio e da comprare sulla fiducia!
Adoro già in cuffia da un po'.
Ma io non faccio testo gli EN li ho tatuati sulla
Pelle. E non in senso metaforico
FG
semplicemente UNICO
Così, a pelle, il primo ascolto di "Mi scusi" mi ha trasmesso il medesimo brivido che provai quando sentii per la prima volta Frontier dei DCD.
Se il resto dell'album è anche solo la metà di questo unico pezzo, rimarrà a lungo l'unico nelle mie cuffie.
Devo davvero dirti grazie, Cigno Nero. La me crepuscolare aveva davvero bisogno di una nuova colonna sonora con cui tenersi compagnia. :)
@ Nella : effettivamente è il secondo della storia del blog, una rarità.:)
@ FG : azz.. ti tatui cose belle pese :)
@ Cherotto : icastico ma centrato. Tanto ce lo eravamo già detti via mail :)
@ Mist : direi proprio di si. Il pezzo successivo è anche più bello ( Come Up An See Me) e poi è tutto un susseguirsi di emozioni.In questi giorni ho iniziato ad ascoltare un altro disco "notturno " , il nuovo dei The National, e appena riesco a dedicarci mezza giornata, ho in arretrato l'ultimo live dei DCD ( che a quanto leggo piacciono molto anche a te ) :)
Davvero intrigante. Mi fa piacere che questo CD stia diventando un caso.
Vero. La colonna di "La ragazza del lago" é suggestiva.
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