venerdì 6 settembre 2013

THE BEVIS FROND - WHITE NUMBERS





La premessa è d'obbligo : White Numbers, ultima fatica degli inglesi Bevis Frond, è probabilmente uno dei dischi più interessanti usciti in questo 2013, ma richiede un impegno all'ascolto superiore alla media. In primo luogo, perchè è lungo, dannatamente lungo. Basti pensare che l'ultimo pezzo in scaletta (Homemade Traditional Electric Jam) è una jam chitarristica della durata di 42 minuti. Avete letto bene : praticamente una maratona musicale, un chilometro al minuto a briglia sciolta, un disco nel disco. Estenuante ? Assolutamente no. Semmai impegnativa, ma piacevole e a tratti entusiasmante : un viaggio attraverso sonorità che spaziano dai Grateful Dead a Neil Young a Hendrix, il tutto miscelato in un'improvvisazione che naviga negli acidi . E poi ? E poi, altre 23 canzoni (un numero di brani all'incirca pari alla sconfinata discografia dei Bevis Frond) per due cd e oltre due ore di musica, in cui il gruppo capitanato dal plenipotenziario Nick Saloman, spazia in lungo e in largo attraverso gli sconfinati territori del rock. Esce un pò di tutto dallo scrigno dei Bevis Frond, quasi White Numbers fosse una sorta di zibaldone buono a soddisfare i gusti più disparati. Tante chitarre, feedback a profusione, acquarelli psichedelici, cianfrusaglie hippies, folk, blues, amarcord beatlesiani e di nuovo tante chitarre. Ma se proprio dovessimo trovare una definizione che più di altre racconta la musica di mr. Saloman & co., mi azzarderei a dire che i Bevis Frond sono il crocevia della morte fra i Dinosaur Jr di J Mascis e gli Husker Du di Bob Mould. Paragone impegnativo ? No, non se scrivi canzoni strepitose come Begone e Cruel World. Armatevi di un pò di tempo e di pazienza e ascoltate White Numbers: non ve ne pentirete.
VOTO : 8






Blackswan, venerdì 06/09/2013

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