Bollate è dove vivo io,
una cittadina dormitorio ai margini di Milano, uguale a tante altre periferie
del paese: cemento, provincialismo, degrado sociale e prospettive ad alzo zero.
In questi giorni, a causa della morbosa attenzione dei media, non si parla
altro che di una rissa fra due adolescenti all’uscita da scuola. Anche se, a ben
vedere, il termine rissa viene usato impropriamente. Si è trattato piuttosto di
un’aggressione preordinata nei confronti di una povera ragazzina, aggravata
peraltro da futili motivi. Insomma, un pestaggio selvaggio, la cui brutalità
primitiva basterebbe di per sé a lasciare sgomento anche il più cinico degli
osservatori. L’aspetto veramente raccapricciante della vicenda è però un altro:
mentre la ragazzina veniva massacrata di botte e, caduta a terra, implorava
aiuto, un folto pubblico non pagante di coetanei, invece di intervenire per
porre fine alla violenza, riprendeva il tutto con il telefonino, incitando al
sangue con bestemmie, risate ed indecifrabili espressioni gutturali. Mi sono
subito venuti in menti i giochi gladiatori del Colosseo o le sentenze capitali
eseguite su pubblica piazza in tempi barbari e lontani: l’abominio che diventa
oggetto del desiderio di un pubblico ululante e obnubilato dall’orgasmo del
sangue. Eppure, nell’episodio dell’altro giorno, c’è un’ulteriore aggravante,
retaggio esclusivo dei giorni nostri. I ragazzi presenti al pestaggio non si
limitavano infatti a incitare al massacro, ma filmavano. Anna Arendt, a
proposito dello sterminio degli ebrei da parte dei nazi-fascisti, parlava di
banalità del male. Oggi, assistiamo però a un’ulteriore escalation nel
deterioramento etico dell’umanità. Se la Shoah aveva come pretesto il parto
delirante di una mente malata, messo in atto da schiere di inconsapevoli
esecutori, adesso non è più necessario nemmeno un motivo, per quanto folle o
risibile, affinché la barbarie si realizzi. Si è abbassato ulteriormente il
livello di consapevolezza delle nuove generazioni, perché non è più centrale il
distinguo fra bene o male, anzi viene chiamato in gioco, con drammatica urgenza,
quello fra realtà e finzione, fra la vita e la morte. Chi ha filmato quel
pestaggio per metterlo in rete si pone infatti al di là del bene e del male,
vagabonda in una terra desolata in cui mancano stimoli intellettuali, interessi
e passioni, in cui è tanto abissale il vuoto della propria personalità da
cercare di colmarlo con l’esibizione ostentata della vita (e della morte) propria
e altrui. E’ il dominio dell’insignificanza, dei selfie e dei Mi Piace, la
rappresentazione grottesca di vuoti a rendere che non sanno raccontarsi se non
attraverso l’omologazione esteriore (ormai manca materiale per un’omologazione
interiore). Filmare e fotografare tutto senza distinguo, significa fermare
attimi di una vita mai vissuta davvero, quasi a voler dimostrare, a se stessi e
agli altri, la propria presenza sulla terra, altrimenti superflua. Se si
trattasse di un episodio singolo non avremmo difficoltà a parlare di sociopatia
e di un soggetto anaffettivo. Invece, siamo di fronte a uno sconquasso che pare
generazionale. Inutile cercare le colpe, che sono diffuse e imputabili a tutti:
scuola, famiglie, televisione e social network. Prendiamo nota, invece, che ciò
che è avvenuto l’altro giorno in questa piccola cittadina alla periferia di
Milano spiega in modo cristallino che l’umanità è giunta in prossimità del capolinea.
Oltre, c’è solo la rimessa. Auspico una conflagrazione finale e la successiva
palingenesi. Per il futuro che ancora rimane.
Mi viene da piangere.
Blackswan, sabato 08/02/2014
15 commenti:
E' molto triste e amaro quello che scrivi, ma purtroppo corrisponde al vero. C'è un vuoto in molti di questi giovani che la società nel suo complesso non riesce più a riempire. Perché dietro a foto, video e apparizioni sui social spesso c'è il nulla. Non sarà facile venirne fuori, proprio perché ancora non ci si rende conto dell'abisso in cui si sta precipitando.
se guardo al presente fremo
se lo confronto al passato.. il passato.. non quello prossimo.. ma il passato.. ecco che la brutalità vigliacca la mancanza di moralità sociale.. ecco.. noi umani siamo sempre stati così. che fosse accorrere a una decapitazione o lapidare una prositiuta.. ora e sempre.. rabbrividisco perché questi sono i "nostri figli" e rendermi conto di quanto fallace sia la nostra generazione mi fa vergognare anche se non sono madre. i giovani si sono persi perché il mondo è allo stesso tempo diventato troppo grande e troppo stretto allo stesso tempo, e la nostra società non ha altro da offrire che la diretta streaming ...
sono un operatore della Giustizia. Ci sono secondo me due novità in quello che sta accadendo negli ultimi anni (spero di non fare un discorso troppo retrogrado o "vecchio stampo", che ha sempre il brutto odore della muffa...).
La diffusione della violenza tra le ragazze e l'abuso dei mezzi elettronici. Abbiamo avuto un processo anni fa in cui un ragazzo veniva violentato in un istituto tecnico e filmato con i cellulari, sarà accaduto 8 anni fa quando i palmari stavano prendendo piede. Ci furono condanne pesanti e i filmati come per magia sparirono. Altro problema, la dimestichezza della violenza nelle ragazzine. Un tempo nessuno si sognava di picchiare una ragazza, che poteva essere una figlia o una sorella, oggi purtroppo il ricorso all'atto di forza è banalizzato, oggetto di vulgata sociale, reso fruibile a tutti i livelli. Mi è capitato di vedere ragazzine che danno pugni per scherzo ai coetanei,sono davvero convinte che la l'suo della forza serva nei rapporti tra pari. Una ragazza anche se alta e ben piazzata rischia sempre di soccombere con un adolescente, muscolarmente superiore e davvero in grado di fare del male. Se si picchiano tra ragazze è un altro paio di maniche, ovviamente. Queste le mie riflessioni, spero che si apra un dibattito a tutti i livelli ma le situazioni che stiamo vedendo anche nell'ambito dei T.minori hanno fatto scattare più di un campanello d'allarme.
Saluto
Niente da aggiungere a quello che scrivi.E' perfetto.Ti ringrazio per avere trovato le parole per esprimere in maniera efficace quello che provo guardando questo ed altre manifestazioni di desolante, assoluta vuotezza mentale.
Un gruppo di persone lontane tra di loro, lontane dal mondo e lontane da sè stesse.
dillo, blackswan, che questa tipa - La giovii (io meno tutti) come si fa chiamare su Facebook - è una tua amica ahahah :)
io comunque preferisco non dire niente di male contro di lei, che se no questa mi viene a menare...
siccome non c'è limite al disgusto sono rimasta sconcertata nell'apprendere che la bulla in questione è stata accompagnata dalla madre che ha atteso, placidamente seduta in auto, che l'aggressione avesse luogo, senza muovere un dito.
Poi danno la colpa alle trasmissioni come "uomini e donne"....
ci estingueremo per indifferenza, e ce lo saremo meritato
:(
Leggendoti, mi sono commossa.
Mi sono sentita parte in causa. Parte di un'umanità al capolinea.
Grandissimo post.
ottimo post caro Black!ovunque si respira un'aria malsana,e per chi come me viene dagli anni 60 è sconvolgente vivere questo cambiamento così radicale dei rapporti umani,sociali...mi spiace essere pessimista ma solo l'AMORE può salvare L'UMANITA'...ma lo capiremo DOPO
c'è poco da aggiungere... hai detto tutto tu, e in modo toccante... venendo da una generazione di "tonti" certe cose fatico a comprenderele... mi sento una marziana!!! forse è così che si sentono i vecchi... boh... ma sono felice della giovinezza che ho vissuto e, questo mondo, così come si prospetta, comincia ad essermi estraneo e a farmi orrore...
L'avevo letto anch'io questo articolo.
Molto triste e preoccupante.
Ma non è certo il peggio, purtroppo.
Peggio ancora dei protagonisti sono quelli che già a quindici anni sono conniventi, mafiosi nel senso sostanziale del termine, quelli che tacciano di infame chi si rivolge alla polizia.
Vi ricordate quando a Milano tre persone avevano ucciso di botte un tassista che aveva investito casualmente il cane di uno di loro?
La troupe della Rai che era andata in zona a fare un servizio veniva insultata da dietro le persiane abbassate delle case.
Un cronista che tentava di intervistare al volo una vicina di casa di uno dei tre veniva guardato con un sorriso beffardo da questa tizia che a un certo punto gli diceva "Forse è meglio che te ne vai, no?"
In questo contesto, il pensiero della conflagrazione finale e della palingenesi diventa davvero affascinante, e anch'io ci ho pensato spesso.
Non farti prendere dalle lacrime, amico mio, con un po' di fortuna potremmo essere accontentati.
viene da piangere e anche tanto, per quelle scene. I media usano anche le parole sbagliate, parlano di rissa quando in realtà è una vera e propria aggressione.
Viene da piangere per quelli che invece di intervenire tirano fuori il cellulare.. viene da piangere perché quello che è successo verrà dimenticato presto
semplicemente per aggiungere che il dott. Gherardo Colombo, ora in pensione, ex pool di Mani Pulite, da anni va in giro per le scuole insegnando educazione alla legalità. Non è l'unico per fortuna, anche altri operatori della Giustizia lo fanno, ma iniziare a spiegare ai ragazzi il rispetto per le regole, per chi è deputato ad amministrarle, per chi bene o male tenta di fare ordine pubblico, sarebbe già un passo in avanti importante. Certo, c'è il rischio che di fronte a certi genitori tutto quello che viene costruito possa essere buttato giù in pochi minuti, ma almeno val la pena di fare un tentativo.
Blackswan, come spesso accade la tua penna mette d'accordo tutti.
Davvero una brutta vicenda... non capisco quale sia il divertimento nel filmare una povera ragazza che viene pestata e che chiede aiuto...
Mi accodo ai complimenti, una disamina perfetta, io sono più pessimista ma...spero che alla fine tu abbia ragione, io ad una "resurrezione" dell'umanità non credo.
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