L’invito l’ho ricevuto dall’amico FirmaCangiante (ma il tema del post è ideato da Luigi per il suo blog Prima o poi ) e a certi inviti non riesco proprio dire di
no. In primo luogo, perché provengono da una persona che stimo e poi perché questo
è il genere di argomento nel quale sguazzo come un pazzo. Spero solo di essere all’altezza del compito e
dell’ottimo lavoro messo in piedi da Firma e Luigi. Buona lettura e, spero,
ancor miglior condivisione.
Onnivoro di
letture da sempre, da piccolo alternavo, con crescente e famelica passione, i
grandi romanzi di Emilio Salgari, Dumas e James Fenimore Cooper alla più
modesta letteratura fumettara di Tex e Zagor. Tutti albi nazional-popolari,
ovviamente, visto che il Paz e i disegnatori migliori per me arriveranno più
tardi. Eppure, fatte le debite proporzioni che solo l'età adulta riesce a
rendere precise, sono consapevole che alcuni fumetti abbiano inciso sulla mia
crescita di uomo tanto quanto imprescindibili libri di formazione.
Probabilmente, ci riflettevo proprio oggi, in virtù di quella retorica un pò
tranchant dei buoni sentimenti (di cui i fumetti abbondano), che quando sei
grande scassa i maroni, ma da ragazzino solidifica non poco il tuo acerbo impianto
etico. Onnivoro, dicevo, sia di fumetti spensierati come Topolino, sia di
quelli d'azione del grande Bonelli, come il già citato Tex, sia di quelli dal
taglio più marcatamente comico e grottesco, come Alan Ford dell'incredibile
Magnus, o il semisconosciuto Johnny Logan (una versione ancora più scalcinata
del gruppo TNT). Oggi i fumetti sono retrocessi in cantina (dove tuttavia sono
conservati con maniacale precisione e immutato affetto) e le librerie di casa
traboccano di libri. D'altra parte il tempo della vita è breve e occorre fare
delle scelte, anche per quanto riguarda le letture. Ciò nonostante, conservo un
numero di albi da far paura, tanto che se li mettessi tutti in fila e ci
camminassi sopra, potrei arrivare fino al mio ufficio senza sporcarmi le suole
delle scarpe (e vi assicuro che son dei bei chilometri). Ecco alcune delle
raccolte a cui sono più affezionato.
KEN PARKER
Se fra tutti dovessi scegliere il personaggio che mi
ha appassionato più di ogni altro, allora sceglierei Ken Parker, al secolo
altrimenti noto come Lungo Fucile. Nato editorialmente nel 1977 dalla fantasia
di Giancarlo Berardi (testi) e Ivo Milazzo (disegni), il volto raffigurato a
immagine e somiglianza del Robert Redford di Corvo Rosso Non Avrai il Mio
Scalpo (capolavoro di Sidney Pollack datato 1972) , Ken Parker è un eroe (o
meglio, antieroe) inconsueto, psicologicamente complesso, lontano anni luce
dalla ruvida virilità di personaggi come Tex e Zagor. Antimilitarista, alfiere
dei diritti umani, paladino delle cause perse, protettore delle minoranze,
Parker abbatte tutti gli stereotipi del genere, dando vita a un personaggio
certamente positivo, ma assolutamente scevro da quel manicheismo morale sul
quale erano (e sono) forgiati tanti suoi colleghi che ancora oggi invadono le
nostre edicole. E' forse proprio questo l'aspetto che più seduce in Lungo
Fucile: un realistico complesso di contraddizioni da cui nascono un'intrinseca
fragilità, la capacità di giudicare oltre le apparenze, di porsi costantemente
il dubbio, di ammettere le proprie debolezze, di affrontare le avventure con un
coraggio mai stolido, ma nascente semmai da un istintivo senso per la
giustizia. Utopista, anticonformista e sognatore tormentato, Parker si muove in
un far-west i cui connotati, estremamente realistici, si ispirano apertamente
alla letteratura e al cinema, con cui il fumetto, forse per la prima volta in
modo compiuto, entra in completa simbiosi emozionale.
TOPOLINO
Il Topolino era
la lettura della domenica mattina. Mi svegliavo, e con il nuovo albo sotto l’ascella, mutande e maglietta, sciabattavo fino in cucina, per fare colazione (bei tempi: oggi al massimo ingurgito un caffè in tutta fretta prima di accendermi una sigaretta). Tazzone di tè con tanto limone, sacchettone delle Macine posizionato a lunghezza braccio
e via di lettura. Una quindicina di biscotti dopo, gli occhi sempre incollati
al fumetto, riponevo la tazza nel lavello (onde evitare le randellate di mia
madre, vera maniaca dell'ordine e della pulizia), esprimevo con un portentoso
rutto tutto il mio apprezzamento per il fiero pasto (e qui il coppino arrivava
implacabile) e mi dirigevo verso un’altra tazza, seduto sulla quale davo vita a
leggendarie performance che duravano fino all’ultima pagina del fumetto.
Lettura imprescindibile della mia formazione, Topolino permane ancora
oggi, insieme alla Gazzetta Dello Sport, nei primi posti della mia personale
classifica di letture da bagno.
TEX
I Tex occupano
gran parte degli scaffali della cantina. Credo di possedere più o meno trecento
volumi, ma devo controllare. Me li regalava mio nonno, che per anni non si è
mai perso un solo numero del grande pistolero inventato dalla penna di
Bonelli. Dopo esserseli letti e riletti, me li passava, con la promessa da
parte mia di tenerli da conto. La cosa che mi piaceva di più, quando andavo a
trovare il nonno, era condividere il piacere della lettura. In attesa che nonna
finisse di preparare il pranzo, ci mettevamo in sala, lui sulla sua poltrona e
io sul divano, e continuavamo a leggere fin quando la panza non diceva a
chiare lettere (e a volte erano lettere anche molto rumorose) che era ora
di un piatto di pasta. Kit Carson era il mio personaggio preferito, El Morisco
il nemico che mi teneva sveglio di notte. Una domanda però mi ha sempre
tormentato: come mai Tex dopo la morte della moglie Lilyth non ha più avuto una
storia d'amore? Voglio dire, nemmeno un breve innamoramento, una vaga simpatia
o un'estemporanea trombatina...niente di niente. Non è che il rude
Tex, sotto sotto, preferisse stare in compagnia dei suoi pards piuttosto che di
qualche piacente donzella ?
ALAN FORD
Comprato per la
prima volta nel 1975 su suggerimento degli amici con cui giocavo in cortile.
Quando raccolsi i soldi della paghetta, mio padre mi accompagnò in
edicola, per accertarsi di persona al momento dell'acquisto che Alan
Ford non fosse una lettura diseducativa (a casa mia, vigevano regole dettate da
un ferreo oscurantismo democristiano che mi impedivano di approcciarmi a fumetti
come Diabolik e Criminal, che io ovviamente leggevo sotto banco, insieme a
volumi decisamente più interessanti quali Lando, Jacula, Il
Montatore, etc.). Ho continuato a leggere Alan Ford anche dopo che
Magnus se ne andò, ma, lo ammetto, con molta meno soddisfazione (Magnus
era un genio e il suo texone, La Valle Del Terrore, è di una bellezza pressoché
ineguagliabile). Tra tutti, il mio personaggio preferito era, ovviamente Bob
Rock, la cui sfiga mi ricordava da vicino quella del mio
mito Paperino.
COMIX
Gli anni dal 1992
al 1997, furono cinque anni magici. Non solo perchè mi laureai e inizia a
lavorare con uno stipendio decisamente più cospicuo di quello odierno, ma
perchè vissi quella che considero l'ultima (mia) grande stagione del
fumetto. E questo grazie alla pubblicazione di COMIX, tabloid di strisce a
uscita settimanale, edito da Baldini & Castoldi. Disegni & Caviglia
(che conobbi personalmente a una Fiera del Libro di Torino), Bonvi (che morì
nel 1995 in un incidente d'auto e il cui sinistro mi ritrovai per sorte a dover
gestire), Cavezzali, Jacovitti, Schultz, Watterson erano alcune delle
prestigiose firme del giornale. Niente male, vero ? La mia striscia preferita,
però, era Ernie di Bud Grace, uno dei personaggi più scombinati con il quale
abbia avuto a che fare nella mia vita. I COMIX li ho ancora tutti, ma
proprio tutti, conservati magnificamente nonostante sia passato quasi un
ventennio.
LETTURE SPARSE
Basterebbe dare
un'occhiata alla mia cantina, per comprendere quanto il Fumetto
sia stato un amore travolgente durato più di trent'anni: migliaia di albi stipati
in ogni dove testimoniano di un passato in cui la vita mi lasciava più spazio
allo svago e al divertimento. Oltre agli eroi poc'anzi citati, posseggo anche
raccolte (incomplete perchè a un certo punto ho smesso di acquistarli) di
Nathan Never, Martin Mystere (ho i primi dieci albi originali), Dylan Dog (due
volte i primi cento numeri, la seconda raccolta trovata integra presso un
raccoglitore della carta), Zagor, Comandante Mark (che passione per Mister
Bluff!) e Nick Raider. Pochi supereroi (ma oggi non mi perdo un film della
Marvel che sia uno) e tutti gli Asterix, nella mitica versione cartonata, che
aveva quell'odore buonissimo che oggi non ritrovo più da nessuna parte,
nonostante continui ad avere uno splendido rapporto, anche olfattivo, con la
carta.
PS: Potere
evocativo della scrittura: stasera, sono uscito dall’ufficio e sono passato in
edicola a comprarmi il Topolino nuovo. Proprio come quando ero ragazzino.
Blackswan, mercoledì 16/07/2014