martedì 16 settembre 2014

BRIAN SETZER - ROCKABILLY RIOT !




Se è vero che in musica ormai non si inventa più nulla e che lo star system pullula di band revivaliste, a Brian Setzer va indubbiamente il primato di essere stato uno degli anticipatori del genere. Quando infatti a inizio anni '80 tutto il mondo suonava post punk e new wave, i suoi Stray Cats andavano a ripescare la forza primordiale del rock and roll, riportando in auge, trent'anni dopo, il suono che fu di Elvis e Eddy Cochran. E la cosa strana, ma nemmeno troppo, è che dopo anni di pretenzioso progressive, dopo la furia autodistruttiva del punk e in attesa che il mondo venisse subissato di synth, quei dischi randagi apparivano straordinariamente freschi e sinceri. Non pago, il buon Brian, negli anni '90 ha sposato in seconde nozze il suo altro grande amore, facendo rivivere, con tanto di big band, quel genere swing di cui tutti si erano dimenticati dai tempi di Glenn Miller. Niente di stupefacente, quindi, che Setzer ritorni sulla scena dopo Live From The Planet (2012) con un nuovo disco che, al netto della tecnologia degli studi di registrazione, sembra essere stato rilasciato a metà degli anni '50. E potrete dire ciò che volete, ad esempio che questa è archeologia buona solo per il raduno annuale dei fans di Happy Days, ma se non siete completamente sordi, non vi sfuggirà quanto le dodici canzoni in scaletta (nessuna cover, tutte originali) suonino gioiose, festaiole, divertenti e spumeggianti. E qui concludo, perchè ho esaurito gli aggettivi. Che poi, con tanta merda che passa quotidianamente per i nostri stereo e le nostre radio, sentire all'opera una band così, è molto più che grasso che cola. Brian Setzer, non sono certo io raccontarvelo, è un chitarrista favoloso, che fa della velocità fulmicotonica il dardo più acuminato del suo arco, mentre Mark Winchester (Basso), Keven Mckendrie (piano) e Noah Levy (batteria) sono una delle line up più eccitanti (ed eccitate) che abbia ascoltato negli ultimi tempi (meglio anche, per rimanere in tema, dei Jim Jones Revue). Una tirata a tutta birra di rock 'n' roll, rockabilly, boogie e honky tonk (l'unico lento è The Girl With The Blues In Her Eyes), che vi farà venir voglia di cantare, ballare e volteggiare con le vostre mitiche scarpe di velluto blu. Quando avrete finito, fate però attenzione al ciuffo: non vorrei che tanto sudore vi sciogliesse la brillantina.

VOTO: 7,5





Blackswan, martedì 16/09/2014


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